L’esordio dei bus ibridi è un mezzo flop: display non funzionanti e mezzi non rilevabili dalle app


L’esordio dei bus ibridi è un mezzo flop: display non funzionanti e mezzi non rilevabili dalle app

L’immissione in servizio dei nuovi bus ibridi acquistati da Atac è avvenuta venerdì 4 giugno 2021, non senza qualche impaccio: i problemi sopraggiunti non hanno compromesso l’erogazione del servizio di trasporto pubblico, ma hanno sicuramente complicato il viaggio dell’utenza.




Le prime 30 di un totale di 100 vetture ibride acquistate da Atac hanno finalmente iniziato a trasportare i primi passeggeri delle linee centrali: i nuovi Mercedes Citaro C2 Hybrid sono infatti al momento assegnati tutti all'impianto Atac di via Portonaccio, che gestisce prevalentemente il servizio delle zone centrali della città.

Non sono mancati però problemi che, sebbene possano essere considerati marginali, per l’utenza in fin dei conti non lo sono. Il primo è relativo al monitoraggio delle vetture, che consente alle app pubbliche e private di mostrare gli arrivi dei bus alle fermate: i nuovi bus non sono infatti ancora geolocalizzati dai sistemi informativi. Un fatto del tutto singolare e che non caratterizza le nuove forniture ormai da anni.

Il giorno 5 giugno 2021, solo 3 dei 30 mezzi risultavano monitorati dalle app

Per i passeggeri, l’assenza della geolocalizzazione dei bus porta a molteplici conseguenze. Tra queste si può sicuramente annoverare l’assenza, totale o parziale, di previsioni sui tempi di arrivo in fermata per i nuovi bus, con conseguenti problematiche per l’utenza nella pianificazione degli spostamenti, nonché la mancanza degli annunci di prossima fermata, di destinazione e di servizio - effettuati con sistemi audio sia interni che esterni e sistemi video interni - indispensabili per le persone con disabilità visive o uditive e molto utili agli utenti occasionali che non conoscono le fermate lungo il tragitto.

L’altra problematica che abbiamo riscontrato, anche tramite un sopralluogo a bordo delle vetture, è relativa ai display esterni di destinazione dei mezzi. Abbiamo notato infatti molti bus in servizio con il display spento, sostituito dall'efficientissimo “foglietto di carta” che indica la linea.

Ormai è una pratica che da diversi anni viene adottata per evitare di far rientrare il mezzo in rimessa: una pratica che però si è diffusa ultimamente anche ai nuovi bus, sebbene non sia dovuta ad un vero guasto del display.

Un nuovo bus con il display spento

Infatti i display sono gestiti da una apposita centralina che, con tutta probabilità, non è stata aggiornata in tempo per l’immissione in servizio, risultando dunque priva dell’elenco delle linee, con annesse destinazioni.

Un fatto che comunque ci fa sorgere molti dubbi, in quanto i bus sono arrivati nella rimessa Atac di Portonaccio già mercoledì 2 giugno, per essere presentati il giorno seguente ed entrare finalmente in servizio venerdì scorso (4 giugno): possibile che in quasi 72 ore non si sia riusciti ad aggiornare le centraline?

Dobbiamo purtroppo rilevare anche che non si tratta del primo caso in cui avviene qualcosa di simile: era già successa la stessa cosa con un bus consegnato qualche mese fa, in servizio sulla linea 990L.

Non è raro poi incontrare bus con centraline non aggiornate, che mostrano destinazioni non aggiornate o non configurate graficamente in modo ottimale: questo è il caso dei nuovi bus snodati in servizio da settimane, che mostrano solo il numero della linea a lato, mentre il display posteriore è spento.

Qualora invece si trattasse di un vero e proprio guasto o malfunzionamento dei display, il fatto sembrerebbe essere ancor più grave: com'è possibile che dei bus nuovi di zecca abbiano già problemi del genere?

Il problema di fondo è sempre l’aggiornamento delle centraline dei display che - a quanto ci risulta - viene tuttora attuato dal personale nei depositi, collegandosi via cavo alla centralina di ogni bus. Si tratta di una tecnologia arretrata e poco funzionale, in quanto bisogna agire sui singoli mezzi effettuando sempre la medesima operazione.

In alto lo schermo della centralina dei display, in basso quello del sistema di localizzazione

È inoltre previsto in tutti i capitolati delle forniture dei nuovi bus che il sistema di monitoraggio delle vetture possa essere in grado anche di aggiornare da remoto il database della centralina dei display. Riportiamo quanto inserito nel capitolato della fornitura delle vetture ibride:

Punto E.2.4 j (pag.41)“Il sistema AVM (il sistema di monitoraggio da remoto ndr) deve poter essere in grado di aggiornare automaticamente da remoto il DB (database ndr) della centralina. […] Deve essere mantenuta traccia […]  della versione di DB installata sulle centraline degli indicatori di percorso (i display esterni di destinazione ndr).”

L’aggiornamento da remoto sarebbe sicuramente un sistema molto più veloce di quello manuale, da effettuare a bordo di ogni singola vettura. È anche previsto, sempre nel capitolato, che ogni vettura debba:

Punto E.2.4 l (pag.42)“Essere fornita già programmata con la totalità delle linee che sarà indicata in tempo utile per la fornitura”

In pratica, i bus all'atto della consegna dovrebbero già essere forniti di un database della centralina dei display sufficientemente aggiornato. In questo caso è avvenuto? Se no, per quale motivo non è stato fatto?

È infine anche da segnalare che l’impianto dei display è già predisposto per interfacciarsi con il sistema di monitoraggio e localizzazione, come previsto dal capitolato dell’appalto al punto E.2.7:

“Il fornitore dovrà garantire l’interfacciamento […] tra il sistema AVM e tutti gli indicatori di linea. In particolare dovrà essere garantita la possibilità da parte del sistema AVM di […] governare il contenuto della visualizzazione impostando automaticamente la linea, la destinazione […]”

Si potrebbe dunque addirittura collegare il sistema dei display di destinazione con il sistema di monitoraggio, garantendo così l’uso di dati prelevati in database sempre aggiornati ed evitando l’operazione manuale di impostazione di linea/destinazione che l’autista deve effettuare ad ogni corsa. Una procedura del tutto simile avveniva già anni fa sui mezzi del gestore privato Roma TPL, che gestisce oltre 100 linee periferiche.

Sfruttando questo sistema, si potrebbe anche connettere il televisore interno - già predisposto - di cui sono dotate le vetture, sia per mostrare informazioni utili all'utenza che la pubblicità, anziché il logo Atac o inutili scritte come “ciao, sono uno dei 555 nuovi bus”. Si tratta di un sistema già in uso, ad esempio, nelle metropolitane.

Tutto ciò è l’ennesimo esempio del livello di menefreghismo e incuria che ha raggiunto la nostra città, per altro risolvibile con semplici e mirate azioni: a volte basta poco per migliorare l’esperienza di viaggio di molti utenti del trasporto pubblico.





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