La Termini-Centocelle sta scomparendo

A certificare il crollo del servizio è la stessa Atac nei rapporti mensili sulla produzione erogata. Da più di un anno e mezzo salta sistematicamente una corsa su quattro.

La Termini-Centocelle sta scomparendo

Sempre meno corse e servizio ridotto di un quarto: a certificare il crollo della Termini-Centocelle (ex Roma-Giardinetti) è la stessa Atac, che recentemente ha pubblicato i rapporti mensili del 2023 obbligatori ai sensi del contratto di servizio stipulato con la Regione Lazio.

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A differenza delle “sorelle” Roma-Lido e Roma-Civita Castellana-Viterbo il trenino giallo della Casilina, infatti, continua ad essere gestito da Atac per effetto del comma 3 dell’art. 103 della LR 14/2021, che ne ha trasferito la proprietà al Comune di Roma imponendo contestualmente alla Regione di continuare a gestire le attività tecnico-amministrative necessarie per evitare l’interruzione del pubblico servizio.

A partire da maggio dell’anno scorso, tuttavia, il servizio del trenino della Casilina ha conosciuto un vero e proprio crollo, passando da una media di 34,5mila treni-km mensili del periodo gennaio 2021-maggio 2022 a 26,2 del successivo periodo giugno 2022-agosto 2023. Ne è conseguita anche una notevole diminuzione del servizio richiesto dalla Regione che, moderando la quota di treni-km prevista, ha tarato di fatto l’offerta di trasporto sulle basi delle effettive capacità produttive della municipalizzata e non sulle necessità dei cittadini.

Tradotto in numeri, nell’ultimo anno e mezzo il servizio prodotto dalla Termini-Centocelle è stato inferiore del 24%, con un programma di esercizio ridotto del 17% rispetto al periodo precedente.

Una vera e propria debacle del trenino giallo spiegata, raccontano voci di corridoio di Atac, dalla fuga di macchinisti, manutentori e capistazione che non vedono speranze lavorative su una linea sostanzialmente “morente”. Come noto, infatti, la linea è in attesa di essere trasformata in tramvia veloce secondo il progetto “Metro G” previsto nel PUMS e approvato dal DM 235/2020.

Questo orizzonte temporale ridotto, con la gara di trasformazione in tram che dovrebbe essere bandita da Invitalia il prossimo anno, la sospensione del servizio a partire dal 2024 e la conseguente fuga di personale, starebbe erodendo sempre di più la capacità di produrre servizio sulla linea.

Di contro il recente potenziamento del 105 grazie alla soppressione della linea 50 risulta essere insufficiente, in quanto il bus correndo in sede promiscua non riesce ad avere le medesime performance del vecchio – ma efficiente – trenino giallo.

 

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1 Commenti

Anonimo ha detto…
Ci credo, visto che dovevano chiudere, non hanno più fatto revisioni cicliche sul materiale rotabile (anche perché questi interventi manutentivi generalmente vengono affidati a ditte esterne), e quindi ora si trovano con tanti rotabili scaduti, e pochi treni che possono ancora camminare.