Autisti Atac: Il trucco per lavorare meno

Autisti Atac: Il trucco per lavorare meno


A seguito dell'articolo pubblicato su Il Messaggero, il sindacato SLM - Fast Confsal Lazio imbraccia la tastiera e risponde con una lettera al Direttore del quotidiano il Messaggero di Roma





Prima di leggere la lettera del Sindacato, volevo fare un piccolo preambolo: personalmente non so chi abbia ragione, se l'articolista - che sicuramente avrà informazioni verificate - oppure il Sindacato che, evidentemente, non può tollerare attacchi di questo tipo, ma poco mi interessa.

Quello che sicuramente so è che questo tipo di dispute non portano a nulla di concreto, come nel caso del blocco della Metro C di fine novembrema sono solo dannose per noi utenti, che, esasperati dalle continue attese in generale e nell'ultimo periodo anche impauriti dal rischio contagio, perdiamo ogni giorno fiducia nel sistema del trasporto pubblico e finiamo per preferire la macchina (per chi può).

Ora la risposta del sindacato al Messaggero 

“Il trucco per lavorare meno”....“Piede appoggiato sul freno e avanti adagio”.....

Queste sono solo alcune delle frasi che accompagnano l’ennesimo articolo scritto da un vostro collaboratore, che si diletta nel cercare di gettare fango su un’intera categoria di lavoratori, facendone oggetto a cadenza regolare di articoli mirati a screditarne l’operato ed appartenenza (ad ATAC).

Non sappiamo cosa spinga questa persona ad alimentare il discredito, che attraverso le pagine del vostro giornale, prende forma ed evidenza, trasformando la strada ed il servizio pubblico in un girone infernale, fatto di disservizi, traffico, carenze manutentive, strade dissestate finanche sampietrini.

Se il vostro intento è cercare i colpevoli del servizio a singhiozzo, vi preghiamo di non dare credito a chi fa uscire dall’azienda fantomatiche “relazioni riservate” (50 contestazioni rappresentano una percentuale assolutamente irrilevante a fronte dei 6000 autisti che percorrono 120 milioni di chilometri l’anno realizzando centinaia di migliaia di corse giornaliere nel rispetto del codice della strada a 30 Km orari per la sicurezza di tutti) ma di contattarci, leggere attentamente le nostre continue denunce alle istituzioni, parlare con i dipendenti, che tutti i giorni vivono i disagi di una disorganizzazione, guidando spesso bus fatiscenti per sei ore e trenta al giorno, senza poter usufruire di servizi igienici degni (ove presenti) di questo nome, tra assembramenti, aggressioni e insulti quotidiani.

Leggere quelle parole sui vostri articoli ci riempie di profonda tristezza, poiché da un quotidiano così prestigioso ci aspetteremmo tutt’altra levatura, nei ragionamenti, nei pensieri, nelle elaborazioni dei dati.

Certo, Egregio Direttore, che non mancherà un suo perentorio intervento, visto il tenore dell’articolo fatto dal suo collaboratore, che sia volto a ripristinare quel rispetto che, mi creda, la categoria degli Autoferrotranvieri merita, cordialmente la saluto rendendomi disponibile fin d’ora ad un incontro chiarificatore.




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