Atac, per il virus si rischia buco in bilancio da 100 milioni

Atac, per il virus si rischia buco in bilancio da 100 milioni

L’emergenza Covid pesa come un macigno sui conti di Atac, già in difficoltà per il maxi debito (1,4 miliardi) da risanare attraverso la procedura di concordato - Per la cronaca, a noi utenti preoccupa anche il disservizio continuo





Da quando è scattato il lockdown, la municipalizzata ha perso tra i 15 e i 20 milioni al mese di mancati incassi da bigliettazione: entro la fine dell’anno, si stima un passivo di 150 milioni. 

La società trae il 25% dei ricavi dalla vendita dei titoli di viaggio, azzerata nei due mesi di blocco e ancora ai minimi storici con scarse prospettive di riallinearsi ai volumi del passato. 

Molto dipenderà da quanto il governo, con finanziamenti una tantum o attraverso il Recovery fund, sarà disposto a sostenere l’azienda di trasporto pubblico. 

I sindacati, che ieri hanno incontrato il direttore del Personale, Cristiano Ceresatto, non sono ottimisti: «Nella migliore delle ipotesi dall’esecutivo arriveranno 50 milioni - riflette Daniele Fuligni (Filt-Cgil) -. Rischiamo di chiudere il 2020 con un buco di 100 milioni». 

Senza contare che la crisi sanitaria ha rivoluzionato in modo radicale i flussi e i picchi di traffico: «Almeno il 50% dei dipendenti amministrativi rimarrà in smart working: con la metà dei pendolari Atac perderà 50 milioni, per questo è fondamentale rimodulare l’offerta in previsione di scenari non più sovrapponibili a quelli precedenti. Abbiamo chiesto di aprire un tavolo alla sindaca e al prefetto, ma ancora non ci hanno convocati. 


La Regione lo sta facendo, dal 1° gennaio il servizio verrà ricalibrato su undici bacini territoriali: Roma non può restarne fuori». 

Nel frattempo, non si è ancora conclusa la procedura per l’assunzione di 300 autisti e 84 operai (a luglio arriveranno 300 nuovi mezzi ibridi): «La commissione comunale Trasporti ha confermato l’impegno, ma la decisione deve essere approvata in Consiglio», spiega Roberto Ricci (Fit-Cisl).

A proposito di concordato, entro giugno la società è pronta a liquidare i creditori privilegiati per un importo di oltre 1oo milioni (80 della municipalizzata, 34 del Comune sotto forma di debito fuori bilancio): «Dentro ci sono tutti i dipendenti che hanno fatto causa per il Tfr quando sono andati in pensione - rivela Ricci -, parliamo di almeno 8mila cedolini». 

Entro la fine del mese è prevista la convocazione del Cda per la proroga o il rinnovo degli organi societari: in quella occasione si insedierà il nuovo presidente, Giovanni Mottura, che ha già iniziato a leggere le carte. 

Il manager si troverà davanti a un bivio: mantenere l’attuale piano industriale, modificandolo per centrare comunque gli obiettivi nonostante le perdite macroscopiche, oppure redigerne uno nuovo aggiornato al contesto radicalmente mutato.






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