“Atac, pasticcio sulla nomina del nuovo AD”. Così titola l’edizione romana de La Repubblica, un caldo benvenuto, non c'è che dire. Vediamo cosa è successo
“Regolamenti alla mano, la nomina di Giovanni Mottura alla guida di Atac non è valida – si legge nel pezzo firmato da Lorenzo d’Albergo e Marina de Ghantuz Cubbe.
Il commercialista chiamato dal Campidoglio grillino a liquidare Roma Metropolitana non può sommare le due cariche.
In Comune dicono di saperlo e così, a giorni, il manager si dimetterà dall’azienda che si occupa della realizzazione e della gestione delle infrastrutture dei trasporti della capitale. (…)
La promozione di Mottura a successore di Paolo Simioni, migrato in Enav, aprirà per forza di cose un buco nell’organigramma della malmessa Roma Metropolitane.
È una questione, quella dell’incompatibilità tra le due cariche, di cui non si fa menzione nella nota con cui è stato annunciata la promozione di Mottura.
Ma che a palazzo Senatorio è subito diventata di strettissima attualità. Per coprire il posto di Mottura si studia già la pista interna, andazzo ormai consolidato dai 5 Stelle.
A subentrare al neopresidente di Atac nel ruolo di liquidatore sarà con tutta probabilità il manager Andrea Mazzotto.
Arrivato in azienda a fine 2019 sommando quattro contratti di consulenza per un totale di 46 mila euro, in questo nuovo valzer di nomine dovrebbe arrivare a guadagnarne 86 mila all’anno.
La stessa somma che spettava a Mottura prima del passaggio in Atac (…)”.
Da LavoroLazio
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