Come gli autisti Atac affrontano il rischio assembramenti

Come gli autisti Atac affrontano il rischio assembramenti

A 24 ore dall’avvio della Fase 2, le immagini di treni e autobus troppo pieni, nelle fasce della prima mattina e nel pomeriggio, hanno mostrato come il nuovo fronte del rischio si sia spostato da un servizio essenziale, quello della sanità, a quello del trasporto pubblico locale.





In queste ore circolano le immagini del personale viaggiante e del personale di stazione delle aziende del tpl di Roma e Lazio, uomini e donne, in prima linea per garantire il diritto alla mobilita’ dei romani”. Cosi’, in una nota, la Cgil e la Filt Cgil di Roma e del Lazio. 

“Questi lavoratori – continua la nota - stanno affrontando, giorno dopo giorno, i rischi connessi agli assembramenti che si vengono a creare sui diversi sistemi di trasporto e la situazione e’ aggravata anche dall’assenza delle migliaia di operatori promessi dalle istituzioni e mai arrivati”.

I sindacati proseguono affermando che “negli altri paesi la gestione del trasporto pubblico locale post Coronavirus e’ stata presa sul serio, con misure di controllo rigide. 

Non vorremmo divenire tristi sibille quando il 18 maggio saranno aperte ulteriori attività e il tpl rischierà di non reggere la nuova onda d’urto”. “Nonostante lo sforzo dei lavoratori di Atac, di Cotral e Trenitalia e delle altre aziende di Tpl di Roma e del Lazio – sottolinea la nota – questa emergenza sanitaria ci rivela diverse questioni: a Roma e nel Lazio la mobilita’ collettiva si fa con bus treni e metropolitane. 

Non si possono fare proposte residuali per affrontare un problema centrale della città e della regione.

Non si può sostituire il trasporto pubblico di massa con modalità di trasporto rivolte ai pochi che possono permetterselo; la fase emergenziale, le caratteristiche che richiede, offrono la possibilità di costruire un nuovo paradigma della mobilita’ della Capitale e insieme del Lazio:

non e’ più possibile rimandare la costruzione di un’agenzia unica regionale e di un’azienda unica regionale della mobilita

Proprio come abbiamo dovuto mettere in campo azioni straordinarie per aumentare i posti in rianimazione e avere un numero sufficienti di ventilatori, cosi’, a Roma e nel Lazio, servono investimenti straordinari in infrastrutture e mezzi per potenziare il trasporto ferroviario e il trasporto locale metropolitano e di superficie. 

Gli ultimi decenni sono stati caratterizzati dalla frenesia delle liberalizzazioni e dalla colpevolizzazione dei lavoratori che hanno pagato sulla propria pelle le sommarie generalizzazioni sulla categoria, fraintese troppo spesso con malsane gestioni che non hanno saputo perseguire il bene collettivo. 

Il ripensamento dei tempi di vita delle città e gli investimenti nelle infrastrutture dei trasporti sono ormai improrogabili, anche in vista del lavoro che sara’ necessario avviare da ora e per i prossimi anni per ricostruire il futuro della Capitale, della regione e del paese. 

Vogliamo ringraziare i lavoratori del trasporto pubblico locale che non hanno mai smesso di lavorare anche quando tutti erano spaventati e che oggi garantiscono il diritto alla mobilità dei romani, nonostante questo voglia dire stare dove il rischio è maggiore e lavorare in emergenza senza gli aiuti necessari e senza le infrastrutture dei trasporti di cui i romani avrebbero bisogno”.







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