Atac, l'ultimo spreco: vigilanti anti-incendio per i ritardi nei lavori


Ancora sprechi nel trasporto pubblico romano: dei 425 Mln€ dati a #Roma a fine 2017 per l'adeguamento alle norme antincendio delle Metro, NON è stato ancora speso 1 euro. Ed ora sono costretti a mettere, PER SICUREZZA, squadre aggiuntive di Vigilanti in alcune stazioni più affollate - La pronta risposta dell'Assessore Calabrese


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Costerà una trentina di milioni in più l'adeguamento alla nuova normativa antincendio risale al 2015 - delle gallerie e delle stazioni delle metropolitana A e B. Tanti sono i soldi che il Campidoglio è stato costretto ad assegnare ad Atac, gestore delle linee, per garantire i presidi e i servizi di sorveglianza per la gestione delle emergenze nelle more della realizzazione dei lavori. 

Dal novembre del 2018, quando un sopralluogo dei vigili del fuoco rilevò la necessità di procedere all'intervento di modernizzazione, pena anche il rischio di chiudere le due linee metro, ancora praticamente niente è stato fatto. I lavori, la cui esecuzione è in capo a Roma Capitale, sono ancora in là da venire, come spiega Roma metropolitane, la società che si occupa della progettazione, sul suo sito internet. 

Gli interventi alle metro A e B, divisi in più stralci, riguardano tra le altre cose i sistemi di alimentazione elettrica, gli impianti idrici antincendio, impermeabilizzazione delle gallerie. «Per quanto riguarda il primo stralcio di interventi si legge sul sito di Roma metropolitane - sono completati gli studi progettuali preliminari e il progetto di fattibilità tecnico-economica. Per gli stralci di interventi successivi al primo sono completati gli studi progettuali preliminari».


I lavori alle due linee costeranno circa 185 milioni, soldi che provengono dal finanziamento da 425 milioni accordato alla Capitale nel gennaio 2018 a Roma dall'allora governo Gentiloni per la riqualificazione dei trasporti capitolini. A causa dei ritardi però, a questa cifra andranno ad aggiungersi svariati milioni che serviranno ad Atac per garantire i servizi di sorveglianza anti emergenze prescritti dai vigili del fuoco come condizione per mantenere le linee in esercizio. In particolare, i vigili del fuoco avevano chiesto ad Atac sia iniziative di miglioramento delle condizioni di sicurezza dei passeggeri e dei lavoratori, sia un incremento degli addetti all'antincendio, all'emergenza e all'evacuazione. Servizi per i quali Atac è costretta a rivolgersi a società esterne, con un appalto da oltre 30 milioni per 4 anni, ossia per la durata prevista dei lavori di adeguamento.

Soldi che Atac ha chiesto al Campidoglio, proprietario delle infrastrutture e responsabile dei costi derivanti dal suo mancato adeguamento. I servizi appaltati da Atac riguardano la sorveglianza antincendio, il controllo visivo della sicurezza, le procedure di evacuazione, le operazioni di primo intervento in casi di emergenza sismica, allagamento, condizioni climatiche avverse, fughe di gas o sostanze pericolose. Prevista anche un'attività di controllo con addetti alla sicurezza a bordo dei treni. In caso di emergenza, gli operatori dovranno agevolare le operazioni di evacuazione del personale e del pubblico, impegnandosi a far mantenere la calma e ad evitare la diffusione di atteggiamenti di panico, fornendo indicazioni sulle uscite di emergenza. I servizi, assicurati da una squadra di 73 operatori più un responsabile per ogni turno, si svolgeranno tutti i giorni dell'anno, dal lunedì alla domenica.


Pronta la risposta dell'Assessore Pietro Calabrese sulla sua pagina Facebook

Ennesimo falso sul nostro operato. Questa volta Il Messaggero accusa la nostra amministrazione di ritardi e sprechi nei lavori necessari a garantire il rispetto della normativa antincendio nelle metropolitane, senza un minimo di verifica preventiva, né di conoscenza dei reali responsabili.

Abbiamo deciso di destinare risorse per garantire i presidi nelle stazioni della metropolitana semplicemente perché i finanziamenti necessari ai lavori di adeguamento alle norme antincendio non sono arrivati nei tempi adeguati. Il ricorso ai vigilanti nelle stazioni è quindi assolutamente necessario per impedire che il servizio si fermi.

Il decreto relativo alla prevenzione antincendio nelle metropolitane è del 2015, mentre Roma Capitale ha ottenuto i fondi necessari per realizzare i lavori solo nel 2019, ben quattro anni dopo. E’ stato nel gennaio dello scorso anno infatti che abbiamo firmato la convenzione con il Ministero delle Infrastrutture per l’erogazione dei finanziamenti stabiliti nella delibera Cipe del dicembre 2017. E questo perché l’intero iter di assegnazione dei fondi è stato ritardato da un ricorso della Regione Veneto.

I finanziamenti quindi, lo ripeto se non fosse ancora chiaro, sono arrivati nel 2019, quando alcuni dei nuovi obblighi in materia di prevenzione antincendio nelle metropolitane erano già scaduti, fermo restando che molte delle attività previste dalla norma sono già state completate con risorse proprie di Roma Capitale, quando compatibili con il bilancio comunale.

Alla luce di tale evidente sfasamento temporale tra norma e finanziamento, e date le conseguenti prescrizioni dei Vigili del Fuoco, Roma Capitale insieme ad Atac si sono dovuti organizzare per permettere la prosecuzione dell’esercizio in questo periodo transitorio. Un’azione che, è ovvio, risulta difficilmente definibile come uno “spreco”. 

Oltretutto, i presidi attivati riguardano stazioni che non risultano tecnicamente adeguabili alle prescrizioni del decreto, per cui attualmente sono oggetto di un ulteriore approfondimento tecnico, di concerto con le autorità competenti, per definire eventuali criteri di deroga alla normativa. 

Nel frattempo, stiamo portando avanti tutte le azioni necessarie per avviare quanto prima i lavori: il Mit ha recentemente rinviato al 31 dicembre 2021 i termini entro cui impegnare i finanziamenti. Entro quella data avremo rispettato i nostri obblighi.

Ma la notizia sui veri ritardi, semmai, è da imputare ai gran capaci che ci hanno preceduto. Questi adeguamenti sono una delle cantierizzazioni associate alle manutenzioni che abbiamo progettato dall’avvio della nostra consiliatura, adeguando i criteri così come stabiliti nel Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri del maggio 2017, e ottenendo la relativa delibera Cipe nel dicembre successivo, per un finanziamento complessivo che molti ricorderanno nei famosi 425 milioni di euro. 

Non smetterò mai di ricordare che a settembre 2015, a oltre due anni dall’avvio di quella consiliatura, la stima effettuata dai nostri predecessori, ripeto non i progetti né la fattibilità ma la sola stima sul fabbisogno manutentivo delle metro A e B, era di soli 150 milioni. Un terzo di quanto noi abbiamo invece prima preventivato e poi ottenuto, a proposito di ‘ritardi’, dopo solo un anno e mezzo dall’avvio della nostra consiliatura. Una notizia sulla nostra differente capacità mai ribadita né dal Messaggero né da nessun altro organo di stampa.







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