Sotto il bunker della Metro A

Sotto il bunker della Metro A


La linea A della Metropolitana di Roma è il servizio d’eccellenza del trasporto pubblico di ATAC. Pensate come sia ridotto tutto il resto



Ma bando alle facili ironie, fino a qualche anno fa scendevi sotto la Metro quasi dimenticandoti Roma, lasciandoti alle spalle caos, rumore, traffico, clacson, scooter che sfrecciano, luci che lampeggiano. 

Prendevi un paio di giornali gratis (Metro News, Leggo), arrivavi in banchina e sapevi che avresti aspettato al massimo 3 minuti. 

Per arrivare da una stazione all’altra ci mettevi sempre lo stesso tempo. 

Non sempre ti sedevi ma non c’era mai troppa folla. Questo accadeva almeno fino al 2013. 

Spostando poco più indietro le lancette al 2011 , non c’era nemmeno la rete telefonica né internet, niente telefoni che squillano, conversazioni ad alta voce, youtube sui cellulari senza cuffie. Sotto la Giunta Alemanno erano anche quasi spariti borseggiatori e musicanti (per lo meno sotto la Metro).

La Metro A era quasi un’oasi di pace.

Nel giro di pochissimo tempo c’è stato il tracollo. Da un paio d’anni scendi sotto la Metro e già ti assale l’ansia. Ascensori transennati, scale mobili smontate e pezzi sparsi ovunque, continui annunci in ricerca CON LA MASSIMA URGENZA di tecnici degli ascensori, delle scale mobili, dei validator, delle MEB (Macchinette Emettitrici di Biglietti). 

Per non parlare dei continui assordanti allarmi incendio, il 99% delle volte falsi, ma senza nessuno che si preoccupi di avvisare o tranquillizzare i passeggeri

Continui annunci di stazioni chiuse, di rallentamenti, di malori.

Entri in stazione, se entri, e non sai dove uscirai. Capitano spesso le banchine affollate, o la lunga fila per risalire. A bordo treno fin troppo spesso l’indicazione delle stazioni è sbagliata, altrettanto spesso non c’è l’annuncio sonoro. 

Devi stare attento alla tua stazione, cercare di guardare fuori, mentre sei schiacciato tra la folla. Perché le Metro passano con frequenze casuali. 

Ci mettono un tempo variabile: becchi quella che sfreccia nel tunnel e quella che va a passo d’uomo. Sulla stessa tratta, nello stesso giorno, puoi metterci 16 o 24 minuti. Non hai più certezze, a parte quella del disagio.

Arrivi, se sei fortunato, nella tua stazione. 

Muffa nera e verde alle pareti, pozze d’acqua sul pavimento, decine di luci fulminate, un senso di sporco e di opprimente. 

Finalmente sei arrivato, almeno per oggi. Esci e ti allontani sollevato, come dal bunker di una città bombardata.




Di Mercurio Viaggiatore uno che mal sopporta la falsa manipolazione dei dati, per cui li analizza e li presenta in modo semplice e chiaro, spesso mostrando che il re è nudo. Per informazioni o segnalazioni mercurio@odisseaquotidiana.com

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