PUMS il libro dei sogni della mobilità

PUMS il libro dei sogni della mobilità


Il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS) è stato introdotto ufficialmente il 5 agosto 2017 con Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), a firma Del Rio (PD). 



Il D.M. obbliga tutte le città metropolitane con più di 100.000 abitanti (sono in tutto 45 città) a predisporre un Piano per la mobilità entro Agosto 2019, per poter accedere ai finanziamenti statali a favore del trasporto rapido di massa (ferrovie, metropolitane, tram).

Lo scopo del Decreto era nobile: mettere ordine in un settore dove girano fiumi di Milioni€ senza una visione d’insieme sulla città, dove ognuno faceva la sua politica di breve periodo e ad ogni cambio di Amministrazione si cambiavano obiettivi. Tutte cose che a Roma abbiamo già visto.

Il PUMS obbliga ad una pianificazione nel breve, medio e lungo periodo (10 anni), definendo 4 aree di interesse:
  • Miglioramento del sistema della mobilità (pubblica e privata)
  • Riduzione dell’inquinamento ambientale ed acustico
  • Riduzione dell’incidentalità stradale, con particolare riguardo per pedoni, ciclisti, bambini e over 65
  • Riduzione dei costi della mobilità
Il Decreto inoltre inserisce l’OBBLIGO per l’Amministrazione  di sviluppare il Piano con la partecipazione della cittadinanza che, di fatto, con le tasse paga le opere che verranno realizzate.

Vediamo nella pratica com’è andata.

La Sindaca Raggi a settembre 2017 (un mese dopo la pubblicazione del Decreto DelRio sulla Gazzetta Ufficiale) scrive questo post:

“Nessuno prima di noi aveva fatto una cosa del genere: noi realizzeremo il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile con il supporto dei cittadini. Perché vogliamo disegnare la Roma del futuro insieme a voi”.


Partita l’OBBLIGATORIA condivisione con i cittadini, queste furono le proposte più votate nel 2018: in sintesi più Metro, più ciclabili, e una tramvia.


Alla prima presentazione dei risultati, questa graduatoria fu già “taroccata” dalla solita “manina”.

I progetti prioritari inviati al MIT per la richiesta di finanziamento furono quindi: Funivie (in totale disprezzo della volontà dei cittadini), e tramvie.


Il Comune a tutt’oggi è in attesa della delibera dei finanziamenti richiesti a Dicembre 2018.

Nella stesura definitiva del PUMS (adottato ad agosto 2019)  il Comune ha messo dentro di tutto di più. Un modo per prendere velatamente in giro i cittadini.


Quello che conta infatti sono le opere finanziabili, altrimenti resta un “libro dei sogni”. 

E infatti nella richiesta fondi al MIT per il 2019 sono state aggiunte solo 2 voci: il prolungamento della tramvia da Piazza Vittorio fino a Piazza Venezia, e la tramvia Termini-Venezia-Risorgimento (1ª parte della TVA - Il progetto).


Ecco come l’Amministrazione 5 stelle ha ridicolizzato alla nascita un Decreto che aveva nobili intenti.

A proposito, la 1ª città metropolitana ad adottare il PUMS è stata Bologna, 9 mesi prima di Roma (rileggete ora il post della Raggi).


Di Mercurio Viaggiatore uno che mal sopporta la falsa manipolazione dei dati, per cui li analizza e li presenta in modo semplice e chiaro, spesso mostrando che il re è nudo. Per informazioni o segnalazioni mercurio@odisseaquotidiana.com

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1 Commenti

Anonimo ha detto…
Avete detto bene: è il libro dei sogni e tale resterà...