Atac ti sfido: la mia Alcatraz su rotaia


I treni Atac di Roma sono ormai diventati tante cose nell’immaginario collettivo di tutti coloro che vivono nella Capitale. 

La cosa triste è che spesso i peggiori incubi di ognuno di noi finiscono per realizzarsi sui bus e sui treni di questa compagnia di trasporto leggendaria, che come motto dovrebbe adottare: “usa Atac e mori gonfio”.

L’Atac ti sfido di oggi ci racconta così come alcune situazioni che si creano sulla Roma-Lido ti possano far sentire come nel carcere più famoso del mondo.

Buon lunedì a tutti!

Atac ti sfido: è un martedì di un febbraio discretamente freddo. Prendo il treno con una corsa bella intensa. Una volta salito con il fiatone, sul vecchio rottame trovo posto a sedere: l’emozione mi travolge e mi siedo rapidamente.

Grave errore.

In un attimo, appena toccato il sedile, mi ritrovo in una baita canadese, seduto sul bidet alla temperatura di -18 gradi (già è assurdo che mi immagino in Canada, figuriamoci su un loro bidet).

Le mie chiappe hanno perso la circolazione, non me le sento più, non so se sarò in grado di alzarmi per evadere dalla mia Alcatraz su rotaia.

Arrivato a Vitinia, penso che sia il momento di tentare: la via più facile per scaldarsi sarebbe quella di sostituire il loffatore professionista, oggi non pervenuto, e di creare il clima del disgelo. Ma dopo tanto gas nervino respirato posso fare questo ai miei fratelli pendolari?

No, io no. Così trovo un’altra idea: strofino le chiappe sul sedile tipo swing fino a farle andare sopra lo 0 celsius e mi alzo in piedi con un formidabile scatto. Rischiando lo strappo sono in piedi pronto ad uscire.

Signori miei ecco Magliana: l’olfatto del mio vagone è salvo e io ancora cammino!

Emiliano


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