L’azienda non sarà più unita a Roma Servizi per la Mobilità,
ma cambierà comunque nome.
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Non più Roma Metropolitane, bensì Roma Infrastrutture per la
Mobilità. Così muterà la denominazione della società di progettazione delle
nuove opere a Roma: un cambiamento psicologico e sostanziale, che segnerà il
ritorno operativo dell’azienda.
Rispetto alle prospettive del recente passato è tramontata la prospettiva di fusione nell’agenzia Roma Servizi per la Mobilità, in quanto il
Campidoglio sembra essersi orientato maggiormente su un semplice in bonis della
società. A dover essere chiusi dovranno essere prioritariamente i contenziosi
con Metro C SpA da 854 milioni di euro e con Roma Capitale da 374 milioni,
dopodiché resterà un ammanco di “soli” 24 milioni che il Campidoglio potrebbe
chiudere mediante una ricapitalizzazione.
La prospettiva è quella di concludere l’operazione all’inizio
del 2026, alla stipula del nuovo contratto di servizio e dell’avvio dei
cantieri della linea C.
A tal proposito i rappresentanti di Roma Metropolitane hanno
sottolineato di essere a lavoro per convalidare il progetto definitivo della
tratta T2 Venezia-Clodio entro il prossimo 30 giugno, termine dell’obbligazione
giuridicamente vincolante posto dal MIT, mentre il progetto della tratta T1 Clodio-Farnesina sarà chiuso entro il 31 dicembre.
Da lì si deciderà se esercitare l’opzione della tratta T1, originariamente
non prevista dall’affidamento in essere della tratta fondamentale, ma la cui
realizzazione contestuale alla T2 consentirà di risparmiare tanti cantieri e
anni di traffico in zona Prati.
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