Lo spettacolo impietoso, andato in scena con il consiglio straordinario
sul TVA del 7 dicembre scorso, ci racconta di una città che forse non è pronta
a cambiare il paradigma di una mobilità incentrata solo sulle automobili.
Mala tempora currunt. Il consiglio straordinario sulla
tramvia Termini-Vaticano-Aurelio ha mostrato, in più di 7 ore al cardiopalma, la
scontro netto tra due fazioni contrapposte.
Da una parte i consiglieri delle opposizioni, guidati da
Marco di Stefano (Noi Moderati-Forza Italia), con il sostegno di Valerio Casini
(Italia Viva), Fabrizio Santori (Lega), Giovanni Quarzo, Federico Rocca e Francesca
Barbato (Fratelli d’Italia), compatti nell’affermare i danni irreparabili della
tramvia. Dall’altra il sindaco Gualtieri, l’assessore Patané e la maggioranza di
sinistra, con il supporto di Linda Meleo (M5S) e di Francesco Carpano (Azione) in
sostegno all’opera.
Non manca, tuttavia, il fuoco amico. Dopo la relazione del Sindaco,
due consiglieri della lista civica Gualtieri (Giorgio Trabucco e Rocco Ferraro)
voltano le spalle alla maggioranza, minacciando di non votare l’ordine del giorno
che dovrebbe dare al primo cittadino il “supporto a proseguire” nella
realizzazione del tram. Salta il numero legale, si chiede un’altra formulazione
della mozione, salvo poi tornare indietro incalzati dalle opposizioni. Alla
fine l’ordine del giorno 523/2023 passa con soli 24 voti su 29 consiglieri di
maggioranza e il supporto dei cinque stelle, che si vedono votato anche il successivo odg 524/2023.
Un vero e proprio dramma politico, che racconta di una città ancora legata a provincialismi di pochi che, opportunamente amplificati da una nota testata locale, riusciranno – forse – a prevalere sull’interesse collettivo. A tal proposito sono emblematiche le parole che Carpano pronuncia in discussione di voto: “Non vogliamo una città che per paura del futuro vive in un passato che non funziona”.
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