Atac esce dal concordato preventivo

Atac esce dal concordato preventivo


In Campidoglio, il Sindaco Roberto Gualtieri, con l’Assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, e il Direttore Generale di Atac, Alberto Zorzan, hanno annunciato l’uscita di Atac dalla procedura concordataria.


"Si tratta di un risultato importante per l’azienda e per tutta la città ottenuto grazie all’impegno della Giunta, dei Dipartimenti interessati e dell’Assemblea Capitolina attraverso un lavoro congiunto che ha permesso in poco più di un anno di recuperare quasi 180 milioni per permettere ad Atac di estinguere i debiti con i creditori chirografari, con un fabbisogno residuo, al 30 novembre 2022, di 117 milioni di euro", spiega il Comune in una nota.

"Si è lavorato su quattro voci di finanziamento: l’incasso dei crediti residui per 24 milioni verso Roma Capitale - fermi da lunghissimo tempo e che attraverso il lavoro degli uffici sono stati sbloccati e pagati – 23 milioni dalla vendita di immobili strategici al piano depositi e alle politiche della mobilità e recuperato quasi 15 milioni dalla chiusura, dopo 13 anni, della transazione tra Roma Capitale e la Società Roma Tpl".

Secondo il Sindaco Gualtieri: “Stiamo parlando della chiusura di una procedura che incombeva su Atac dal 2017, partita con 1,3 miliardi di debito e con la nuova amministrazione che si è trovata un fardello di 180 milioni da trovare in un anno. 

Adesso Atac riacquisisce capacità finanziaria e di investimento, può tornare a bandire gare, può impegnarsi su nuove frontiere di sviluppo e di business, in particolare in ambito tecnologico che è per noi fondamentale nel quadro della Mobility as a Service, e può prevedere nuovi investimenti senza necessità di accantonamenti. 

Aver portato a termine un’attività di questa portata nell’arco di un anno è un risultato storico”.

“La positiva conclusione del concordato – ha spiegato l’Assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè - è una straordinaria notizia perché rappresenta il presupposto fondamentale per gli obiettivi che la Giunta ha posto al centro del proprio progetto politico di miglioramento della mobilità pubblica e collettiva a scapito del trasporto privato. 

Chiudere positivamente il concordato è estremamente importante anche perché nell'orizzonte temporale di quattro anni che sarà posto alla base del nuovo contratto di servizio, Atac sarà chiamata a completare il processo di risanamento economico-finanziario e a migliorare in modo progressivo e costante le proprie performance quantitative e qualitative di servizio. 

Con la chiusura del concordato, dal primo gennaio 2023 l’azienda potrà tornare finalmente a fare grandi investimenti”.

“Esprimiamo vivo compiacimento per la conclusione positiva e anticipata del piano concordatario - ha commentato il Direttore Generale di Atac, Alberto Zorzan – e ora potranno riprendere investimenti e altre attività a partire dalla possibilità di lanciare una gara da mezzo miliardo per i tram, la più importante in Europa. 

Le vetture arriveranno entro il Giubileo. Inoltre, rinnoveremo anche il deposito di Porta Maggiore oltre ad attrezzare il nuovo nell'ex Centro Carni”.

da Roma Mobilità






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2 Commenti

Paolo ha detto…
Finalmente! Tutto è bene ciò che finisce bene! I dipendenti ATAC continueranno a beneficiare del loro posto fisso, con la certezza quasi sicura di non venir mai licenziati, neanche se invece di vigilare nelle stazione, vanno a prendere un caffè col collega o se mettono in mostra i propri gioelli mentre guidano un autobus, i dirigenti continueranno a incassare premi su premi, i politici avranno il loro pacchettto di voti sicuro e certificato a ogni elezione, gli uten... ah no, loro possono pure andare a piedi (cit. la stessa giunta comunale)
Anonimo ha detto…
A me potrebbe pure star bene che questa azienda sia stata salvata. Il discorso è che però non la si deve lasciare così come è stata finora (altrimenti il cavolo è tutt'uno, come si suol dire), ma va profondamente riorganizzata e, soprattutto, gestita con criteri tecnici e non politico-sindacali, affinchè il suo obiettivo sia sempre e comunque l'efficacia del servizio che essa è chiamata a svolgere.