I problemi di Atac e i nuovi mostri

I problemi di Atac e i nuovi mostri

Dopo aver letto "Antropologia dell'autista Atac. I "nuovi mostri" simbolo di Roma", un pezzo un po' pesantino (eufemismo) scritto su Repubblica, USB non la prende bene e tira un comunicato da urlo il cui titolo da solo fa intendere intenzioni bellicose: I problemi di Atac e il giornalismo mostruoso. Buona lettura e preparate i popcorn

Grazie, Francesco Merlo, per il tempo e lo spazio dedicati ai problemi Atac. Grazie per la lezione di antropologia che fa finalmente chiarezza sul trasporto pubblico romano: i veri guai dell’azienda non sono il parco vetture obsoleto, le linee date in appalto, gli autisti precari con contratti a tre mesi, i servizi esternalizzati, i buchi nell’organico (mancano almeno mille autisti e 300 operai) e i turni massacranti, la mancanza di sicurezza, le aggressioni al personale.

No, il vero problema è l’aver affidato la guida dei mezzi, su gomma o su rotaia, a una razza di mostri subumani, come Ella descrive il personale del Trasporto Pubblico di Roma. 

Il tutto elencando tre casi (3) su un totale di cinquemila (5000) autisti, uno dei quali è un incidente evidentemente legato alla fatica della turnazione. 

Lo 0,06%, volendo seguire il Suo perverso ragionamento da cecchino che spara nel mucchio. Siamo curiosi di leggere i risultati di tale brillante metodo d’indagine applicato ad altre categorie, magari partendo dalla Sua.

USB e Orsa TPL rifiutano questo modo di fare disinformazione con il solo obiettivo di rinfocolare l’attacco ai lavoratori del Trasporto Pubblico Locale. 

Da anni denunciamo le malefatte degli amministratori e degli enti locali, per primi nel 2019 abbiamo proclamato uno sciopero contro le aggressioni agli operatori, ma nel Suo scritto di questo, dei problemi incancreniti di Atac, Cotral e aziende appaltanti non c’è traccia. 

Solo insulti a ruota libera e una generalizzazione che è il contrario della corretta informazione, come segnaleremo al Prefetto di Roma.

USB e Orsa TPL prenderanno le adeguate iniziative a tutela dei lavoratori, anche davanti alle sedi dei media che si ostinano a mettere alla berlina una categoria che manda avanti un servizio pubblico essenziale sulla propria pelle, come dimostrano le sette (7) aggressioni al personale di esercizio nel mese di settembre.

Sette (7) è più del doppio di tre (3) e un bravo giornalista avrebbe sicuramente trovato materiale a iosa, anziché arrampicarsi sugli specchi per esporre al pubblico ludibrio un’intera categoria di lavoratori nascondendosi dietro casi isolatissimi.

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