I bus fantasma di RomaTpl

I bus fantasma di RomaTpl


Secondo Roma Mobilità ogni giorno in periferia alle 9 escono 340 bus, ed i sistemi di trasmissione dati funzionano al 99%, ma dal rilevamento in tempo reale, in tutte le 24h risultano in servizio solo 290 bus. Quale 'è il problema?


Troppi i bus con GPS non funzionante e quindi non tracciabili dalle app, ma soprattutto al Comune ne risulta una frazione del reale. Così i cittadini soffrono un disservizio e il Comune neanche lo sa

Siete alla fermata, l’app non vi dà bus in arrivo ma improvvisamente eccone uno che appare davanti ai vostri occhi increduli e felici. Quante volte vi è successo? Ebbene secondo il Comune quei bus sono un evento del tutto eccezionale.

Da un accesso agli atti fatto sulle 100 linee con logo ATAC che circolano in periferia, gestite in realtà dal consorzio privato Roma TPL, è risultato che circa il 99% degli autobus ha il GPS funzionante (il sistema si chiama  AVM – Automatic Vehicle Monitoring), e quindi ogni giorno solo 4 bus si aggirano come “fantasmi” per le periferie di Roma.

In questa tabella, adoperata dal Comune per il calcolo delle penali, sono riportate le percentuali di bus con AVM guasto, al netto dei giustificativi. La tolleranza massima accettata è del 4%, e pertanto non è stata mai applicata alcuna penale.


Da un precedente accesso agli atti sulla sola linea bus 146 (che passa per varie scuole ed Ospedali, tra cui il Policlinico Gemelli), risultava una percentuale di AVM guasti di circa 10 volte superiore.

La percentuale riscontrata per la linea 146 è stata confermata per l’intera flotta, confrontando le comunicazioni di Roma Servizi per la Mobilità (RSM) su Twitter sui bus fisicamente usciti dalle rimesse alle ore 9, ed il monitoraggio dei bus circolanti con AVM funzionante, ottenuti dai file GTFS sempre di RSM (parzialmente imprecisi ma che comunque rispecchiano quello che gli utenti vedono alle fermate). Anche per altri 2 mesi presi a campione gli AVM guasti sono risultati di molto superiori a quelli indicati dal Comune.


Nell’arco del 2021 ci sono state inoltre diverse giornate con il sistema AVM non funzionante a livello di server centrale (testimoniate anche da post di RSM su Twitter), ma di queste non c’è alcuna traccia nella lettera del Comune.

Questa differenza abissale, peraltro riscontrabile in diversi altri parametri di valutazione sulla qualità del servizio di Roma TPL e ATAC, è racchiusa nella frasetta “al netto dei giustificativi”: la situazione considerata dal Comune ed adoperata per le penali non è quella reale, ma quella scremata di tutti gli eventi di cui il gestore riesce a fornire un giustificativo, come previsto a contratto. Ne esce fuori un quadro non rappresentativo di quanto vissuto dai cittadini.

 

Il monitoraggio della rete del trasporto pubblico è un servizio essenziale: il cittadino ha necessità di sapere nel modo più preciso possibile se e tra quanto arriverà il bus, anche per valutare eventuali alternative. Gli autobus con AVM indisponibile devono tendere a zero; un utente che sull’app non vede il bus in arrivo perché non tracciato, preferirà ricorrere all’auto privata, pagando 2 volte: per l’auto e per l’autobus di cui vorrebbe e potrebbe usufruire, senza però usufruirne per una banale assenza di informazione.

Il Comune dovrebbe valutare l’affidamento dell’intero servizio AVM per tutta la rete bus e tram di Roma ad un unico gestore esterno. Dovrebbe inserire il funzionamento dell’AVM tra i parametri di valutazione sulla qualità del servizio, e pubblicare sempre e per ogni parametro anche la percentuale “lorda”, oltre a quella “netta” decurtata dei giustificativi. Infine dovrebbe rivedere le modalità con qui vengono valutati i parametri del servizio, in modo che siano concordanti con la realtà vissuta dai cittadini.

da Diario Romano

Posta un commento

0 Commenti