Atac: tagliati due milioni di premi ai dirigenti

Disastro Atac, tagliati due milioni di premi ai dirigenti


Stop ai premi. No ai bonus per i manager di Atac. Così, al termine di una serie di riunioni riservatissime, hanno deciso i nuovi vertici della municipalizzata dei trasporti.


Perché il servizio offerto ai romani e ai turisti lascia a desiderare. E ogni giorno fioccano a decine le proteste dei pendolari, che venerdì hanno segnalato persino una scala mobile che nella stazione Cipro marciava al contrario.

Insomma, non ci sono le condizioni per versare i 2,1 milioni di euro extra che 29 dirigenti e 150 quadri attendevano di vedersi bonificare per i risultati che sarebbero stati pienamente raggiunti - al 100% - nel 2020.

Il condizionale è d'obbligo. Perché, come si dice per i corridoi di via Prenestina, il nuovo management è convinto che neanche forzando i parametri di valutazione è possibile premiare le performance dell'azienda di via Prenestina così com'è stato messo nero su bianco nel bilancio approvato a metà 2021.

Nemmeno il Covid e gli effetti che ha avuto sul settore del trasporto pubblico possono cancellare milioni e milioni di chilometri di corse non effettuate. 

Per questo, quando il management planato a Roma da Milano si è trovato davanti ai documenti da firmare per dare il via libera ai premi per il 2020, è arrivato il passo indietro sul dossier bonus.

Giù la penna. Nessun nullaosta, neanche a fronte dei pareri vidimati da legali esterni ad Atac a sostegno delle valutazioni ereditati dalla precedente gestione.

Nel corso delle riunioni sarebbe stata vagliata anche la possibilità che dallo stop nascano contenziosi tra i dirigenti e la controllata del Campidoglio. 

Si vedrà. Certo è che ogni eventuale lamentela verrà vagliata dal nuovo management tanto sul piano personale che professionale.

Il nodo è quello dei parametri di valutazione, di una metodologia che ha finito per distribuire premi a pioggia. 

Questione di numeri: se in Atac la stragrande maggioranza dei dirigenti e dei quadri ha raggiunto il 100% degli obiettivi fissati a inizio anno, nelle migliori aziende si raggiunge circa il 75%.

E, come detto, visti i reclami e i dati di produzione pare difficile premiare la regolarità del servizio offerto da Atac e la puntualità delle corse. Le modalità di registrazione della customer satisfaction, il livello di soddisfazione dei passeggeri, saranno riviste.

Di più, dettaglio che avrebbe fatto inalberare il nuovo management, nella rendicontazione utile a calcolare la quota di raggiungimento degli obiettivi sono stati considerati anche i ristori del governo per i mancati incassi da servizio generati da lockdown e misure restrittive anti-contagio.

L'idea adesso è quella di rivedere il sistema di valutazione per premiare chi durante la pandemia ha lavorato il doppio, senza distribuire bonus a pioggia.

Novità, filtra dal Campidoglio, arriveranno con il prossimo contratto di servizio che legherà il Comune ad Atac dal 2023 in poi: subito più controlli (e più approfonditi) per accertare il livello di produttività sulla falsariga di quanto fatto da Arrigo Giana, membro chiave del nuovo cda di Atac, quando era amministratore delegato di Cotral.

Un'operazione di cui si occuperà il nuovo direttore generale Alberto Zorzan, affiancato da Mario D'Angelo, direttore del personale con lunghe esperienze nell'ex Alitalia e in Astaldi appena assunto dalla municipalizzata.

Presto entreranno in squadra anche nuovi manager operativi. Le selezioni bandite dall'azienda sono in fase avanzatissima.

da Repubblica

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