Fondo Trasporto Rapido di Massa: assegnati i finanziamenti 2022. Cosa è previsto per Roma?

Fondo Trasporto Rapido di Massa: assegnati i finanziamenti 2022. Cosa è previsto per Roma?


La Conferenza Unificata ha dato l’intesa a tre schemi di decreto del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili: al via nuovi fondi per le infrastrutture di Roma e per l’acquisto massiccio di autobus ecologici.

173,18 milioni per il completamento della TVA, la tramvia Termini-Vaticano-Aurelio, e 11,28 milioni per la riconversione del deposito di Centocelle Est (c.d. Parco di Centocelle): questi sono i finanziamenti che il Piano di Riparto del Fondo Nazionale per il Trasporto Rapido di Massa ha assegnato alla città di Roma per il 2022. Entrambi i progetti rientrano nel piano di commissariamento delle opere giubilari, guidato dall’arch. Maria Lucia Conti.

Alla città di Roma sono stati riconosciuti anche 292,57 milioni di euro per l’acquisto massiccio di autobus ecologici: i target minimi da raggiungere sono 109 mezzi da acquistare entro il 2024 e 411 in servizio entro il 30 giugno 2026.

Tali fondi sono parte dei 1,9 miliardi di euro del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) destinati a 55 città italiane per l’acquisto di autobus urbani a zero emissioni, con alimentazione elettrica (o a idrogeno) e alla realizzazione delle infrastrutture di supporto per la ricarica.

Il piano di elettrificazione della flotta autobus di Atac prevede l’acquisto di veicoli “full-electric” (100% elettrici) in misura non inferiore a 411 mezzi e la trasformazione (parziale o totale) di alcune rimesse per permetterne la ricarica.



Gli impianti di rimessa che saranno oggetto delle lavorazioni finanziate dal PNRR (da realizzare entro il 2026) sono:

  • Grottarossa;
  • Portonaccio;
  • Trastevere;
  • Tuscolana (piazza Ragusa);
  • Vittoria (piazza Bainsizza).

Riguardo la rimessa di piazza Bainsizza, l’Assessore ai Trasporti di Roma Capitale Eugenio Patané ha reso noto che la Giunta ha approvato una Memoria che dà mandato ai Dipartimenti Mobilità e Patrimonio di “procedere con urgenza alla verifica di tutte le procedure amministrative possibili, compreso l’esercizio del diritto di prelazione, per l’acquisizione della Ex Rimessa Vittoria di Piazza Bainsizza”, venduta a privati nell’ambito del Piano di Concordato Preventivo della municipalizzata Atac.

Tale impianto risulta infatti essere fondamentale per lo sviluppo della mobilità della Capitale per via della sua strategica posizione. Collocato infatti in un’area molto centrale, nel quartiere Prati, consente di ridurre notevolmente il tragitto “fuori servizio” dei veicoli del trasporto pubblico, ricoprendo anche un ruolo strategico per il futuro sviluppo della rete tramviaria cittadina.

L’Assessore, ha anche aggiunto che sarà predista una Delibera, da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Capitolina, per l’acquisizione di ulteriori aree ricomprese nel piano di vendite previsto dal Concordato di Atac. Nel dettaglio:

  • area di Via Gino Severini (c.d. Centro Carni) da adibire a deposito tramviario;
  • area di via Libetta/degli Argonauti (zona Garbatella);
  • ex rimessa San Paolo di Via Alessandro Severo;
  • sottostazioni elettriche San Paolo (v.le della Piramide Cestia), San Giovanni (via Monza) e Nomentana (via del Policlinico).

Tornando al piano di elettrificazione della flotta di Atac SpA, è altresì previsto entro il 2030 di raggiungere una quantitativo di 1050 veicoli elettrici, prevedendo anche la conversione delle rimesse di Tor Sapienza, Magliana e Acilia.

I veicoli elettrici che si acquisteranno dovranno inevitabilmente garantire un’autonomia di almeno 350 chilometri con una sola ricarica: il ciclo di servizio quotidiano dei mezzi infatti - salvo turni eccezionalmente lunghi - non supera i 250-300 chilometri.

Soluzioni tecnologiche con autonomie minori impongono la ricarica presso i capolinea, che a nostro avviso comporta eccessivi ostacoli. In primis, sarebbe necessaria la realizzazione di una imponente ed estesa rete infrastrutturale di ricarica anche al di fuori dei depositi, con costi di realizzazione e gestione maggiori; in secondo luogo, tali soluzioni comporterebbero una bassa flessibilità dell’esercizio, che potrebbe andare incontro a problematiche di gestione in caso di ritardi e perturbazioni del servizio ordinario.

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