Un People Mover al posto della Funivia Casalotti – Battistini?

Un People Mover al posto della Funivia Casalotti – Battistini?


Un people mover (un sistema di trasporto leggero, simile a un tram, che si muove su un’unica rotaia di superficie) al posto della funivia che dovrebbe collegare il quartiere Casalotti alla stazione Battistini della linea A della metropolitana. 

La proposta, elaborata dalla giunta di Valter Veltroni, l’ha ripescata l’assessore capitolino ai trasporti Eugenio Patané, ma non è piaciuta alle opposizioni municipali. 

I costi più alti, il progetto da rifare, i tempi che si dilatano: queste le preoccupazioni dei consiglieri di minoranza, che si scontrano con la posizione dell’amministrazione in carica. 

Ma, nelle maglie del confronto, il gruppo di Aurelio in Comune, lancia l’idea di un referendum per mettere tutti d’accordo facendo scegliere la cittadinanza.

IL PEOPLE MOVER – L’idea del people mover risale al 2011 ma non fu mai realizzata. Nel 2014 accogliendo le richieste dei comitati cittadini l’amministrazione ipotizzò la realizzazione di una funivia. 

Nel 2016 il Movimento 5 stelle sposò il progetto e lo inserì nel Piano urbano della mobilità sostenibile, fino a ottenere un finanziamento ministeriale da 105 milioni nell’ambito di un pacchetto di fondi destinato a più opere per la mobilità. 

Il centrosinistra fin dalla campagna elettorale ha bocciato la funivia e ora sta ragionando su una nuova soluzione. “Non rinunceremo al finanziamento ma discuteremo con il Mims per capire se lo si può usare per altro, ad esempio un people mover”, ha annunciato l’assessore Patané nel corso di una commissione capitolina.

LE OPPOSIZIONI – La notizia ha fatto velocemente il giro dei quartieri e non è piaciuta alle opposizioni municipali. “Per fare un people mover c’è bisogno di un progetto che porterebbe via molti anni. 

Quello della funivia è stato approvato, è finanziato e i tempi di realizzazione sono brevi, circa due anni”, spiega la capogruppo del M5s, Giuseppina Castagnetta. “Il people mover costa il triplo, ha tempi lunghi e necessita di un cantiere invasivo. 

Il Pd ha bocciato la funivia e ora cerca un’alternativa per non ammettere che questa è la soluzione più rapida e vantaggiosa. 

L’interesse dei cittadini va messo davanti a quello della politica”, sostiene Claudia Finelli, consigliera della lista Calenda. “Siamo sempre stati scettici sulla funivia ma avremmo auspicato che la nuova amministrazione proponesse un’alternativa valida e concreta: ancora una volta non si dà una risposta efficace alla mobilità del quadrante”, chiosa il consigliere di Fratelli d’Italia, Simone Mattana.

LA MAGGIORANZA – “L’obiettivo che ci siamo posti è collegare la periferia ai servizi essenziali. Con l’assessore Patané stiamo valutando i progetti esistenti, tra cui quello della giunta Veltroni”, replica l’assessore ai trasporti del Municipio XIII, Salvatore Petracca. 

“È chiaro che ora vanno fatte le verifiche tecniche, il contesto urbano è cambiato in questi anni. E questo vale anche per la funivia: ad esempio, dove dovrebbe andare un pilone della funivia sta sorgendo un’area di servizio”, precisa. 

A chi sostiene che i costi del people mover sono superiori a quelli della funivia, Petracca risponde: “In questo momento i soldi non mancano e siamo felici se finalmente vengono destinati alle periferie”. 

Sui tempi di attesa, infine, l’assessore assicura: “Stiamo già studiando risposte sul breve periodo, con navette bus express che colleghino Casalotti a Battistini velocemente, in attesa di una soluzione definitiva per la mobilità del quadrante”.

IL REFERENDUM – Lo scontro però promette di non fermarsi qui, e un’idea per una soluzione condivisa a maggioranza arriva dal gruppo di centrosinistra all’opposizione, Aurelio in Comune. 

“Le persone che vivono a Casalotti hanno bisogno di risposte concrete e in tempi ragionevoli”, spiega il capogruppo, Lorenzo Ianiro. “La funivia – aggiunge – è una soluzione di breve o medio termine che non esclude la metropolitana, né altre soluzioni di lungo periodo. 

Avevamo già proposto, e rilanciamo ora l’idea, di far esprimere la cittadinanza attraverso un referendum municipale: dare voce alle persone e aprire un dibattito pubblico sul tema, in occasione di un referendum, è la soluzione migliore per risolvere, in modo partecipato sul territorio, il corto circuito che si è creato”.

Il Caffè di Roma

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