Scale mobili e ascensori fermi, scontro tra Comune e ministero

Scale mobili e ascensori fermi, scontro tra Comune e ministero


Sulle scale mobili e gli ascensori fuori servizio va in scena il ping pong di numeri tra Atac e Comune e, dall’altra parte, Ansfisa, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie che è organo del ministero dei Trasporti. 


Ansfisa sostiene che in realtà sono solo «solo» 17 e non 45 - come continua a sostenere Atac - gli impianti fermi perché pronti ma in attesa del collaudo. 

Insomma, le carenze e soprattutto i ritardi sarebbero da addebitare alla municipalizzata capitolina e non certo ai tecnici del dicastero. 

Al netto delle discrepanze, comunque, dal ministero arrivano anche buone notizie, e cioè che le visite dell’Unità operativa territoriale dell’agenzia in quei 17 siti avverranno a breve, nei prossimi dieci giorni lavorativi.

Fin dal suo insediamento la nuova amministrazione, in particolare l’assessorato ai Trasporti guidato da Eugenio Patanè, ha insistito per riaprire il prima possibile scale e ascensori guasti da troppo tempo. 

Il Campidoglio, leggendo i dati di Atac aggiornati al 25 gennaio scorso, ha contato 118 impianti fermi su 656, 45 perché in attesa del collaudo e altri 73 in attesa delle lavorazioni. 

Ansfisa, invece, ridimensiona la parte dei collaudi, che appunto rappresentano il lavoro finale in carico proprio all’agenzia: «Solo 17 impianti - sottolinea l’organo ministeriale - sono attualmente pronti per il collaudo da parte di Ansfisa: otto nelle stazioni della linea A, due nelle stazioni della linea B1-B e sette in quelle della ferrovia Roma-Lido».


I sopralluoghi sono stati programmati per i prossimi dieci giorni lavorativi. «Gli altri 101 impianti - continua l’Agenzia - risultano invece bloccati per diverse causa tecniche: l’assenza di idonea manutenzione da parte di Atac, la presenza di prescrizioni a tutela della sicurezza da parte dell’organo vigilante oppure la mancata richiesta di visite e prove da parte del gestore nei confronti della stessa Ansfisa».

Nel dettaglio, la struttura del ministero dei Trasporti precisa che le prescrizioni «già da tempo impartite ad Atac sono relative alla sostituzione integrale di componenti di sicurezza come il sistema di frenatura di emergenza (paracadute e dispositivo contro l’eccesso di velocità) e altri primari componenti dei sistemi di sicurezza, prescrizioni che se non ottemperate rendono assolutamente impossibile l’esercizio pubblico degli impianti».

da Corriere della Sera

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