Verso le elezioni: Intervista a Svetlana Celli

Verso le elezioni: Intervista a Svetlana Celli


L’ultima, ma non per importanza, del nostro ciclo di interviste per le prossime elezioni è Svetlana Celli, candidata al consiglio comunale con il Partito Democratico, già consigliera eletta della lista civica Roma Torna Roma per Giacchetti Sindaco.


Lei ha vissuto questi 5 anni di Raggi da vicino: cosa sente di salvare e cosa boccia?

Guardi, l’Amministrazione uscente, fin dall’inizio della consiliatura ha assunto un comportamento arrogante e distaccato sia con i cittadini sia con l’Assemblea Capitolina. Consideri che io da capogruppo sono riuscita a parlare con la Sindaca 1 volta sola in 5 anni. La Raggi in questi anni ha deciso di non decidere, bloccando opere urbanistiche (abbiamo ancora quartieri senza acqua e fogne) il sociale, il turismo, la cultura, lo sport e i trasporti: temi importantissimi, volano di Roma, che bisogna ricostruire da zero. Siamo stati ostaggio della loro improvvisazione e immobilismo. 
Personalmente ho cercato con tutte le forze di collaborare, garantendo molto spesso il numero legale e presentando numerose proposte per la Città, perché il bene di Roma e dei romani viene prima delle appartenenze politiche. Tra queste la delibera sui ristori ai concessionari di impianti sportivi comunali e dei Centri Sportivi Municipali, in tutto 1 milione e 272 mila euro, come sostegno rispetto alla crisi pandemica. Oppure gli emendamenti in bilancio, elaborati insieme ai comitati di quartiere ed ai cittadini, con i quali sono riuscita a garantire opere pubbliche per un totale di 2 milioni di euro nel quadrante Est della Città, maggiormente carente. Tanto per fare degli esempi. 

…ma quindi non si salva proprio nulla?

(ride) Posso essere ironica? La campagna elettorale sicuramente. Nel 2016 Virginia Raggi è stata di raccogliere un consenso senza precedenti e i suoi successivi 5 anni sono stati una propaganda ininterrotta. Ecco, se c’è qualcosa in cui il Movimento 5 Stelle è capace, è proprio la campagna elettorale.

Veniamo al suo programma, lei è una dei pochi consiglieri ad aver presentato un programma elettorale piuttosto dettagliato. Ci spieghi la ragione di questa sua scelta.

Ci tengo a precisare che il mio non è un programma, è un contributo concreto in materia di Sport e cultura; Lavoro e politiche giovanili; Periferie e rigenerazione urbana; Emergenza casa; Trasporti e mobilità; rifiuti e verde pubblico, che intendo proseguire in Assemblea Capitolina. In questo compendio ho voluto raccogliere l’esperienza maturata in questi anni e le proposte condivise con i cittadini per metterlo a disposizione del nostro candidato sindaco Roberto Gualtieri.

Parliamo di mobilità: lei nel programma mette al primo l’esecuzione dei progetti già finanziati dal governo. Perché?

Porre delle pregiudiziali ideologiche su proposte valide e di interesse pubblico è lontano dai miei principi. Nel PUMS sono state inserite 10 nuove linee tranviarie, concretizzando tra l’altro le idee e lo spirito del piano elaborato da Walter Tocci, 3 progetti, ovvero la Metrotranvia Linea G Termini-Tor Vergata, la tranvia Verano-Tiburtina e la tranvia Ponte Mammolo-Subaugusta, sono stati già oggetto di finanziamento del Governo. Il PNRR punta alle tranvie, noi abbiamo il dovere e la costanza di portarli avanti. Lo sostengo da sempre: Roma ha bisogno di ferro e pedali, ha bisogno di una rete sostenibile e integrata, anche con la mobilità dolce, ha bisogno di tranvie e metro, è l’unico modo per abbattere il traffico, difendere l’ambiente e rilanciare l’economia, il turismo e le relazioni sociali. Occorre terminare al più presto la Metro C, tirar fuori dai cassetti di Roma Metropolitane, un’eccellenza massacrata dall’Amministrazione uscente, i progetti dei prolungamenti della Metro A e B e i progetti della Metro D. E poi bisogna chiudere l’Anello ferroviario e realizzare il Grande Raccordo Anulare delle Bici. Abbiamo il Giubileo alle porte, ci dobbiamo sbrigare. Roberto Gualtieri, il nostro candidato sindaco, è la persona giusta per fare tutto questo.

Restando in ambito partecipate, Atac rischia il fallimento del suo concordato…

Bisogna dire che questa amministrazione ha messo in serio pericolo il concordato, con i suoi comportamenti e non decisioni. A giugno il Direttore Generale ha scritto una lettera puntuale al Campidoglio, rimproverandolo di non aver rispettato gli impegni presi all’inizio dell’anno davanti ai commissari giudiziali, all’azienda e ai cittadini. È nostro compito dare certezze al concordato, ovvero Roma Capitale deve tornare a ricoprire il ruolo di azionista, ma sul serio, in modo concreto e non a chiacchiere. Dobbiamo affrontare le sfide del futuro a cominciare dal rinnovo del contratto di servizio. Occorre riaprire un dialogo con le organizzazioni sindacali e motivare i lavoratori, che spesso vengono insultati e aggrediti, altro punto da risolvere, come fossero i responsabili dei disservizi.

Domanda secca: come vede la partecipazione dei privati in Atac?

Atac è un bene pubblico e deve restare pubblica. I trasporti sono un bene primario e inalienabile proprio per il ruolo che ricoprono nella vita sociale. E possono funzionare! Cotral, società della Regione Lazio, è un esempio lampante, il suo risanamento ci dice che un’azienda di trasporto pubblica può funzionare, se ben gestita.

Da candidata deve affrontare la concorrenza sia degli altri partiti, che dei candidati di coalizione. Perché un cittadino dovrebbe votare Svetlana Celli?

Perché sono testarda e battagliera quando serve, così almeno dicono, e quando prendo un impegno lo porto avanti fino alla fine, senza prendere in giro nessuno. Vede io vengo dal municipio VI, un territorio difficile nel quale bisogna essere più schietti possibili per risultare credibili. 

Se dovesse essere eletta, quale commissione vorrebbe presiedere?

Affronteremo il tema dopo le elezioni: adesso l’obiettivo sono le urne. Non le nascondo, tuttavia, che vorrei proseguire il mio impegno nell’ambito del sociale, divenuto di centrale importanza dopo la crisi pandemica, ma anche i trasporti, o settori spesso dimenticati come la cultura. Noi siamo una città che ha delle potenzialità infinite in questo senso. In questi anni ho combattuto, vincendo, la battaglia contro la demolizione dei treni storici dell’Atac. Ora voglio portare a termine questo impegno sviluppando un piano per la conservazione sia dei rotabili d’epoca sia degli archivi aziendali, per la realizzazione di un Museo/Polo dei trasporti di Roma e Lazio, per la promozione della cultura metroferrotranviaria e dei trasporti sostenibili, attraverso treni/tram storici. Penso anche a battelli sul Tevere, mostre ed eventi, progetti editoriali e digitali, coinvolgendo associazioni, comitati, scuole, e centri anziani. Questa forma di turismo rilancia l’economia dei territori.

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