Elezioni Roma, le nostre pagelle ai programmi mobilità

Elezioni Roma, le nostre pagelle ai programmi mobilità


Mentre continuano gli scontri politici della campagna elettorale, arrivata ormai agli sgoccioli, con Odissea Quotidiana abbiamo seguito da vicino quest’ultima fase con interviste ai candidati ed approfondimenti sul tema mobilità. Oggi vi presentiamo i nostri giudizi, le nostre pagelle in ordine crescente, sui quattro “big” e sui candidati che si maggiormente esposti nel presentare un’idea di nuova mobilità cittadina: un giudizio a tutto tondo, non limitato ai programmi, con il quale intendiamo fornirvi degli spunti di riflessione alla vigilia del voto.




Enrico Michetti

L’ultimo dei candidati ad essere sceso in campo, con il tempo non ha saputo recuperare il gap dettato dalla mancanza di un programma elettorale, anzi. Il candidato ha vissuto sostanzialmente della rendita di consenso del centrodestra unito ed in particolare del supporto attivo di Giorgia Meloni. Guardando alle interviste pochi contenuti e tanta, tanta retorica sulla Roma di “come eravamo” e di quanto si stava meglio quando si stava peggio: un esempio concreto? Leggasi l’intervista a Il Faro sulla ferrovia Roma-Lido. Oltre a questo, le uniche uscite pubbliche sul tema mobilità per mesi si sono limitate a qualche cartello pubblicato sul profilo Facebook: “SÌ” al bigliettaio e “NO” alla funivia, ma nulla che possa neanche lontanamente definirsi un programma elettorale. Alla fine il programma elettorale è arrivato a soli 15 giorni dal voto, ma la pezza è risultata peggio del buco: pagine intere scopiazzate, dai discorsi di Mario Draghi fino agli articoli di Odissea Quotidiana, naturalmente presi senza chiedere il permesso. Anche leggendo il programma, che per lo più si limita a dire “bisogna far passare i bus e i treni”, non abbiamo la benché minima idea della visione di Michetti per la mobilità cittadina. A chiudere, l’involuta presenza nelle liste di personaggi no-vax ex 5 stelle.

In un primo momento l’intenzione era quella di porre Michetti S.V. (Senza Voto), ma sinceramente a pochi giorni dalle urne il beneficio del dubbio ormai non regge più, soprattutto se si pensa ai tre grandi partiti che sostengono la candidatura e alle risorse che hanno a disposizione. Michetti è un candidato inesistente del quale non sentivamo affatto il bisogno.

VOTO: 3 || Giudizio: La grande pochezza

Virginia Raggi

La sindaca uscente sconta indubbiamente luci ed ombre dei 5 anni di governo. Bene il PUMS e i fondi ottenuti dal Ministero per i tram, male, malissimo la metro C e la manutenzione ordinaria delle infrastrutture esistenti. Durante questa consiliatura abbiamo visto veramente di tutto: dallo stop delle talpe meccaniche, all’inaugurazione e cessazione del filobus della Laurentina, passando per il disastro della rete tramviaria esistente. Anche sulle partecipate si son fatti figli e figliastri. Da una parte Atac è stata artificialmente risanata, e per questo dobbiamo atto dell’arrivo di 767 nuovi autobus (non 900, visto che i primi 150 Urbanway erano stati acquistati da Marino). Di contro Roma Metropolitane è stata completamente affossata: si sarà pensato che le metropolitane non servivano più a Roma, chissà.

Sull’operato della Sindaca hanno gravato pesantemente i 3 anni dell’evanescente assessora Linda Meleo, che ha fatto poco e nulla al di fuori dei proclami: eclatante è stato il caso di Roma TPL, il consorzio privato che doveva essere “cacciato” salvo poi riconfermargli il contratto con quattro anni di proroghe. Ci ha agghiacciato vedere rinnovata la fiducia alla Meleo, finite nelle ultime settimane nelle liste elettorali del Movimento 5 Stelle.

Con Calabrese qualche nota è cambiata solo grazie all’ingresso di una mente brillante del Comitato MetroXRoma nello staff assessorile, ma certamente la musica è rimasta stonata.

In conclusione risulta difficile sintetizzare il tutto in un giudizio solo. Alla fine il PUMS, per quanto sia splendido, è rimasto sostanzialmente libro dei sogni del quale neanche un metro di binario è diventato realtà. E se è vero che le gare richiedono tempo, la Raggi è stata in grado di gestirle? Visti i recenti trascorsi noi pensiamo proprio di no.

VOTO: 5 || Giudizio: Il vento s’è fermato

Monica Lozzi

La minisindaca nel VII municipio si è distinta in questi anni per la buona amministrazione del suo territorio ed i tanti interventi di riqualificazione urbana, realizzati con le limitate risorse riservate ai municipi. Dopo l’addio al Movimento Lozzi tenterà la fortuna del Campidoglio con la sua lista Revoluzione Civica. Probabilmente Lozzi è penalizzata dal fatto di essere poco conosciuta al di fuori dell’Appio Tuscolano, ma le realizzazioni fatte nella circoscrizione territoriale meritano di essere menzionate: il salotto urbano di via Flavio Stilicone, la riqualificazione di piazza Rosarno, basta farsi un giro sul profilo della Lozzi per capire la serietà e la capacità amministrativa della minisindaca. Il programma elettorale risulta essenziale, molto incentrato sulla sicurezza stradale e vago sulle infrastrutture del trasporto pubblico. I punti, sebbene chiari, vengono esplorati in maniera molto generica e poco incisiva. Un programma elettorale per certi versi insipido, che cerca di accontentare i gusti di tutti, ma che non rispecchia la fermezza ed i valori con i quali Lozzi ha governato in questi 5 anni. Il risultato è una sufficienza stiracchiata.

VOTO: 6 || Giudizio: Se non sarà Revoluzione, andrà bene lo stesso

Roberto Gualtieri

Per queste elezioni il Partito Democratico ha deciso di schierare un nome forte, ma completamente avulso dalla politica locale e pagando per questo uno svantaggio iniziale in termini di consenso. Dopo la vittoria bulgara alle primarie, Gualtieri ha finalmente pubblicato il suo programma elettorale. Abbiamo scelto di caricarlo nel nostro Google Drive perché, a seguito di alcuni aggiornamenti, il sito di Gualtieri Sindaco è diventato un oggetto nel quale è terribilmente difficile districarsi. In un certo senso anche il programma elettorale assume nella forma questo stile “barocco”: sebbene molte proposte siano di buon senso e condivisibili, il programma è costellato di artifici retorici che il dem avrebbe potuto anche risparmiarci. La città dei 15 minuti, la Mobility as a Service (MaaS), la digitalizzazione… Slogan che ben poco hanno a che fare con Roma e che difficilmente potranno essere attuati nell’arco di un mandato. A pesare sul giudizio anche la presenza di liste elettorali che sostengono tutto ed il contrario di tutto, dal radicale Sapienza promulgatore della rediviva “messa a gara” del TPL, a Pastore di Metrovia, dei quali non condividiamo assolutamente le posizioni contro le tramvie del PUMS.

In conclusione anche il programma di Gualtieri assume la vaghezza come valore fondamentale: non è chiara la scala di priorità, non è chiaro come si otterranno le risorse necessarie, eccessivo il servilismo nei confronti della Regione Lazio, richiamata come salvifica praticamente in ogni capitolo.

VOTO: 7 || Giudizio: Qualunquemente

Carlo Calenda

Calenda è stato il primo candidato outsider a scendere in campo, nonché il primo a consegnare alla città un programma elettorale. Una scelta che forse lo ha penalizzato nella lunga maratona verso il voto, ma che vogliamo tenere in positiva considerazione. Oltre al video di pochi minuti che riassume in punti salienti, i contenuti del programma sono presentati in forma di elenco asciutta e ben delineata: ogni punto ha una definizione certa, sono indicati i costi, i tempi e la disponibilità di risorse. Una comunicazione che piace e che fa scivolare agevolmente le 40 slide di presentazione. Segnaliamo anche che è l'unico dei "4 big" ad essersi prestato ad un'intervista per Odissea Quotidiana. Di contro non convincono alcuni argomenti non sufficientemente approfonditi, come la “revisione” della funivia Casalotti-Battistini oppure il problema di gestione ed investimento sulle ferrovie ex concesse. Altresì non piacciono affatto le ambiguità su Atac, alla quale dovrebbero andare secondo Calenda le linee a maggior rischio industriale, ossia le linee periferiche, quando in tutta Europa si fa il contrario. Ambigua anche la posizione sulla partecipazione dei privati nella gestione del trasporto pubblico. Punti scivolosi, sui quali Calenda ha sempre glissato, sbagliando.

VOTO: 8 || Giudizio: E tu che sei Carletto, non farci un dispetto!

Micaela Quintavalle

Già “pasionaria” dell’Atac (soprannome che personalmente non ci è mai piaciuto), già autista, già fondatrice dell’organizzazione sindacale Cambia-Menti M410, Micaela Quintavalle è oggi un futuro camice bianco che ha sostituito in corsa il defunto Claudio Puoti, candidato sindaco del Partito Comunista. Nonostante gli studi e la nuova carriera, Quintavalle ha mantenuto sempre alta l’attenzione nel mondo degli autoferrotranvieri di Roma, continuando a farsi portavoce delle istanze dei lavoratori. L’ultima battaglia l’ha combattuta di recente, presidiando via Candoni a seguito dei ripetuti lanci di pietre contro gli autobus dell’Atac. Una donna di forti principi e senza sovrastrutture, che, sebbene non abbia un programma elettorale, potrebbe dare un bel contributo in commissione mobilità.

Voto: S.V. || Giudizio: Una rispettabile combattente





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