Ancora trasporti locali a rischio venerdì 23 aprile, i lavoratori lamentano che durante la pandemia ci sono stati diversi i focolai e i contagiati tra i lavoratori del TPL. Tutti i dettagli, gli orari e le linee interessate
Sciopero a Roma venerdì 23 aprile. Il trasporto pubblico sarà a rischio per 4 ore, dalle 20.30 fino alla fine del servizio diurno, a causa della protesta nazionale indetto dal sindacato Orsa.
L'agitazione interesserà la rete Atac (bus, tram, metropolitane, ferrovie Roma-Lido, Roma-Civitacastellana-Viterbo, Termini-Centocelle) e i bus periferici gestiti dalla Roma Tpl. Lo sciopero riguarderà anche Cotral.
Le motivazioni dello sciopero
"Le recenti ispezioni di NAS e ARPA effettuate in tutta Italia hanno dimostrato quanto la prevenzione sui mezzi di trasporto pubblico sia fondamentale per contrastare la diffusione del contagio da Covid e per tutelare la salute dei lavoratori del settore e degli utenti che ne fruiscono. - si legge in una nota di Orsa
Durante la pandemia sono stati diversi i focolai e i contagiati tra i lavoratori del TPL, che hanno messo a serio rischio la continuità del servizio proprio in un momento in cui c’è assoluto bisogno che lo stesso sia il più possibile efficiente per evitare assembramenti.
Un esempio su tutti: il recente focolaio sulla ferrovia Roma-Viterbo, con decine di corse saltate per mancanza di personale".
"Un servizio, quello di trasporto, senza dubbio essenziale. È stato essenziale durante l’emergenza sanitaria e il lockdown, con i lavoratori in prima linea per garantire gli spostamenti dei cittadini. È essenziale quando si tratta di scioperare, e proprio per questo soggetto a una delle leggi più restrittive in Europa, la 146/90.
È essenziale e pertanto attivo anche durante le festività, la notte di Capodanno, a Natale, negli orari notturni. - spiega il sindacato
Tuttavia, quando a livello governativo sono state indicate le categorie prioritarie da inserire nella campagna volontaria di vaccinazione, questi lavoratori sono stati lasciati inspiegabilmente fuori.
E nulla è cambiato con il recente protocollo ministeriale sottoscritto da sindacati e associazioni datoriali.
Che apre alla possibile vaccinazione nelle aziende, a prescindere dal settore di appartenenza e comunque sulla base delle liste regionali, e che suscita inoltre forti dubbi relativi alle modalità con le quali le aziende potranno conservare i vaccini a determinate temperature".
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