Roma, guasto sulla metro A: bus sostitutivi e pendolari ammassati

Roma, guasto sulla metro A: bus sostitutivi e pendolari ammassati


Quasi un anno di convivenza con il Coronavirus, con una pandemia che ha stravolto le nostre vite e abitudini. Tanti i Dpcm che si sono rincorsi, poche ma efficienti le regole che ci hanno ripetuto in ogni dove, come se fossero dei mantra. 





“Mascherine, distanziamento sociale, niente assembramenti” – tre accorgimenti che abbiamo imparato a fare nostri, tre armi per sconfiggere o quantomeno arginare il più possibile il virus. 

In un anno instabile e fatto di pochissime certezze, c’è chi invece sa a cosa va incontro quando deve salire su un autobus o una metro a Roma. 

In questi mesi le immagini dei mezzi pubblici presi d’assalto hanno fatto il giro del web (e non solo): da Milano a Napoli, la situazione dei trasporti sembra essere sempre la stessa. 

Pendolari ammassati, l’uno sopra l’altro: tutti con mascherine sì, ma senza alcun distanziamento sociale. 

E se è vero che Atac, l’azienda capitolina dei trasporti, ha affidato corse in più ai privati per migliorare i servizi, è altrettanto vero che le cose non sembrano essere cambiate. 

O, almeno, non come si sperava!

Roma, guasto sulla Metro A

Basta un guasto e subito i trasporti della Capitale vanno in tilt. Dalle 16 di oggi la tratta della Metro A, tra le stazioni Anagnina-Manzoni, è stata interrotta. 

E ora, per sopperire a questo, è stato istituto un servizio di bus sostitutivi, che effettuano le fermate in prossimità delle stazioni interessate.

Bene, penseranno in molti: la soluzione al disservizio è stata trovata. Eppure, non sembrerebbe essere proprio così. 

Stando alle immagini che circolano sul web, gli autobus sono stati presi d’assalto dagli utenti e quel distanziamento sociale, di cui tanto si parla, proprio non c’è. 

Ed ecco che si torna tristemente e inevitabilmente indietro nel tempo, a quasi un anno fa, e le domande di molti sono sempre le stesse: Chi tutela i pendolari? Come garantire un servizio sicuro a chi ogni giorno, se dovesse sempre viaggiare così, rischierebbe in qualche modo di contrarre il virus? 

Quello che fa rabbia e fa indignare è che molte attività (palestre, cinema, teatri) continuano a restare chiuse da mesi, a combattere contro il virus e la crisi economica. 

Poi, però, gli assembramenti ci sono, ma si continua a chiedere rigore ai cittadini. 

Immagini che anche oggi ricordano quelle di qualche mese fa. Cosa è cambiato? E la colpa di tutto questo di chi è? Di chi vorrebbe solo essere tutelato? Di chi deve andare a lavorare e di chi ogni mattina si sveglia con la paura? 

da Il Corriere della Città




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