Nelle scorse puntate abbiamo espresso più volte la necessità di attestare le metropolitane almeno al limite del GRA: le prossime tre puntate riguarderanno proprio questo difetto della linea B che, pur essendo la metro più lunga, è quella che meno tocca la periferia della città.
Cominciamo dal prolungamento Rebibbia-Casal Monastero, che è stato il più vicino alla realizzazione. Nel 2011 l’allora sindaco Alemanno diede mandato di elaborare un project financing per realizzare la linea: dei 508 milioni necessari, solo 167 erano disponibili nelle casse della collettività.
Le somme restanti dovevano provenire da compensazioni immobiliari, ovvero leggasi colata di cemento, nelle zone a nord della città. 700 mila metri cubi di cemento che non furono ritenuti sostenibili a causa della presenza di vincoli urbanistici e ambientali sulle aree.
Il successore Ignazio Marino tentò di salvare il prolungamento cancellando la stazione di Torraccia e il deposito secondario previsto a Casal Monastero ed infine nel 2019 l’assessora pentastellata Linda Meleo ha issato bandiera bianca: la situazione non è recuperabile e si andrà in contenzioso legale con la Salini, ora gruppo Webuild.
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Con Movete Roma riteniamo che la situazione, sebbene molto compromessa, potrebbe essere salvata in extremis: da una parte c’è un’impresa che costruendo la metropolitana genererebbe molti posti di lavoro diretti e indotti, dall’altra tutte le istituzioni si sono dichiarate favorevoli alla metropolitana.
Pensiamo quindi che il prossimo sindaco debba sedersi col ministro dei trasporti per richiedere il finanziamento mancante dell’infrastruttura attraverso le voci concesse dal bilancio nazionale.
Questo sia per evitare le conseguenze legali, ma soprattutto il danno materiale della mancata costruzione della metropolitana che già si sta perpetrando in questi anni. Roma ha già poche infrastrutture, non rinunciamo a quelle che potremmo avere. Candidati, movéte Roma!
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