Recovery fund, il Comune chiede 12 miliardi per la mobilità

Recovery fund, il Comune chiede 12 miliardi per la mobilità


Il punto nella commissione mobilità: il Comune di Roma ha manifestato al Governo la necessità di ricevere 12 miliardi per imprimere una forte accelerazione alla realizzazione del PUMS, il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile. Dentro anche il completamento della metro C, la metro D e la trasformazione della Roma-Lido in metro E, che da sole valgono ben metà del finanziamento.



Il Next Generation EU è alle porte e l'Italia è pronto a discuterlo per inserirlo nella Legge di Bilancio 2021. Dopo anni di tagli agli Enti Locali, la ripartenza del Paese potrebbe passare proprio attraverso le infrastrutture di mobilità pubblica. I principi fondamentali infatti per accedere ai finanziamenti del Recovery Fund saranno tre: aumentare la resilienza dei territori, transizione verde e digitalizzazione dei servizi. Tutto ciò rispettando tuttavia un vincolo che si cercherà di allentare in sede di Commissione Europea: che i progetti descritti siano realizzabili entro 6 anni dall'ottenimento dei fondi e la stipula dei contratti.

Documenti: Il Piano Urbano Della Mobilità Sostenibile a Roma

Atac, Roma Metropolitane, l'Agenzia per la Mobilità e Risorse per Roma, ossia le partecipate del Comune, sono state coordinate in questi giorni dal Dipartimento per la razionalizzazione della spesa - Centrale di Committenza per produrre i contenuti della Memoria di Giunta n° 48 del 28 agosto scorso. I contenuti sono vastissimi e non si limitano solo alla dotazione di nuove metropolitane e tramvie: Atac ha avanzato la proposta di dotare tutte le rimesse capannoni di rimessaggio autobus al coperto, che si autoalimenteranno con pannelli solari, trasformando in particolare quella di Portonaccio per soli bus ibridi (100 arriveranno nel corso del 2021) ed altrettanti elettrici. C'è inoltre la volontà di sostituire completamente la flotta a metano, solo parzialmente integrata dai nuovi Citymood, per fornire un servizio migliore alle rimesse di Tor Pagnotta e Tor Sapienza. E ancora: due tecnopoli completamente elettrici, uno a sud come quello di Trastevere ed un altro da individuare a nord per servire il Centro Storico solo con mezzi elettrici tra metro, tram e autobus. In ultimo rendere sistematica la sanificazione di tutti i mezzi attraverso speciali strutture semiautomatiche e sostituzione integrale delle Macchine Emittitrici Biglietti (MEB) e delle validatrici per favorire la dematerializzazione dei pagamenti e dei titoli di viaggio.

L'Assessore ai Trasporti Pietro Calabrese ha sottolineato che, per evitare l'effetto "lista della spesa", le schede dei progetti richiesti saranno suddivisi tra i realizzabili "entro i Giubileo" e quelle post Giubileo 2025, citando tra le prime la tramvia Termini-Vaticano-Aurelio e la metro C per permettere una sistemazione definitiva di via Nazionale e corso Vittorio Emanuele.

Sebbene l'intenzione fosse quella di evitare la scrittura di un libro dei sogni, dagli esiti della commissione odierna sembra proprio si sia andati in questa direzione. Nè nella memoria pubblicata, nè tantomeno in sede di commissione è emersa un qualche tipo di gerarchizzazione delle opere, che si sarebbe potuta fare in base al numero di persone attratte sul trasporto pubblico dai singoli interventi.

Qualora si dovesse decidere tra il proseguire la metro C e il fare la metro D quale sarà il criterio di scelta?

Il cammino del Recovery Fund è certamente ancora lungo, ma il percorso per il Comune di Roma appare già incerto.


Di Carlo - TreninoBlu è dottore in Ingegneria Civile, un cittadino di Roma appassionato di trasporto pubblico che mal sopporta l'inefficienza e la mancanza di idee per la mobilità. Per informazioni o segnalazioni carloandrea.tortorelli@odisseaquotidiana.com




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