Le priorità per la Metro C

Le priorità per la Metro C

Prima le cose importanti: "Come chiamo la nuova stazione della Metro C?". Roma è bloccata sulle formalità, mentre le priorità non sono cambiare nome alle stazioni ma completare in fretta Lavori Metro C. Il punto della situazione da CeSMoT




In questi ultimi giorni stiamo assistendo ad uno stucchevole teatrino sul web dove personaggi forse in cerca di fama e gloria o forse annebbiati dall’afa  hanno alzato un vero caso mediatico chiedendo di cambiare nome alla futura stazione Amba Aradam/Ipponio della Metro C. 

Purtroppo, come spesso accade, la politica ha preso sul serio quella che avrebbe dovuto essere una semplice sparata estiva e sull’argomento c’è stata dapprima una mozione in VII Municipio e, successivamente, addirittura l’intervento della sindaca in persona che ha assicurato che in settimana verrà discussa in Aula Giulio Cesare una mozione per cambiare nome alla stazione.  

Premettendo che riteniamo siano ben altre le priorità per Roma,e che il progetto della Metro C ha subito,purtroppo,  pesanti ritardi proprio per le indecisioni della maggioranza capitolina, desideriamo ricordare che basterebbe consultare il “Sistema Informativo Toponomastica” di Roma Capitale per rendersi conto che Via Amba Aradam è semplicemente intitolata ad un “Massiccio Montuoso del Tigrè in Etiopia” senza alcun riferimento ad imprese belliche.  

Anche la delibera di attribuzione, redatta nel lontano 1937 dal Governatore di Roma, Piero Colonna, non fa alcun riferimento alle vicende belliche. 

E, ci permettiamo di dubitare, che ci sia qualche romano che si sia interrogato sul nome della via, così come dubitiamo che il promotore di questa iniziativa, Massimiliano Coccia, fosse presente nel 1937 all’intitolazione della strada ed abbia “captato” le intenzioni del governatore. 

Intitolare la stazione a tal Giorgio Marincola non ha alcun senso, sia perchè esiste già una strada a Roma intitolata a questa persona,in Zona Cesano,  sia perchè si tratterebbe di un nome totalmente avulso al quartiere. 

Già abbiamo le stazioni di Numidio Quadrato e Subaugusta che non hanno più alcun riscontro nella toponomastica (Via Numdio Quadrato, proconsole della Siria, è stata soppressa nel 1980 ed ora al suo posto vi sono dei palazzi, mentre la Circonvallazione Subaugusta nel 1976 venne intitolata a Palmiro Togliatti), ma tali stazioni ormai sono di comune conoscenza. 

Sarebbe si formalmente corretto cambiare nome alla stazione della Metro C, ma solo in quanto non avendo alcuna uscita su Via o Largo dell’Amba Aradam, dovrebbe chiamarsi semplicemente Ipponio, visto che sorgerà sull’omonimo piazzale

Come CeSMoT siamo fermamente contrari a qualsiasi ondata di revisionismo storico: se andiamo a scavare, non sono pochi i personaggi a cui sono intitolate strade a non essere stati “politicamente corretti” nel corso della loro vita: Lenin fece fucilare l’intera famiglia Romanov, tra cui Aleksej Nikolaevič Romanov (l’erede al trono) di soli 14 anni;l’impresa di Garibaldi e dei Mille per unificare l’Italia ebbe diverse ombre (vedi il massacro di Bronte); Pio XI dopo la firma dei Patti Lateranensi indicò Mussolini come “uomo della provvidenza”; Marconi e D’Annunzio non nascosero mai le loro simpatie per il fascismo; per non parlare di gran parte delle strade dell’attuale II Municipio che hanno nomi di stati o città africane (Libia, Etiopia, Somalia, Addis Abeba, Dire Daua…) proprio per ricordare le “imprese coloniali italiane”. 

Ma non ci sembra che qualcuno abbia mai obiettato dell’opportunità di avere una stazione della Metropolitana denominata Marconi o Libia.  

E chissà quante altre strade dovrebbero cambiare nome: si innescherebbe una spirale senza fine. 



Ci permettiamo invece umilmente di consigliare alla sindaca di concentrarsi sui reali problemi della città e a non impegnare l’assemblea capitolina con discussioni futili ed inutili,piuttosto dovrebbe dare, ad esempio, una risposta a tutti quei romani che ancora attendono di sapere se avranno o meno diritto al rimborso dell’abbonamento metrebus non utilizzato durante i mesi di “lockdown” , oppure dovrebbe specificare se intende oppure no rispettare il valore della mozione con la quale l’assemblea chiedeva unanime la riapertura della ferrovia Centocelle – Giardinetti, chiusa da anni da ATAC con scuse motivazioni astruse e pretestuose. 

Oppure, impegnarsi non solo per far andare avanti spediti i lavori del prolungamento della Metro C ma anche ad arrivare ad approvare un progetto definitivo oltre Piazza Venezia prima del termine della consiliatura. 

Se poi davvero la sindaca volesse davvero intitolare la futura stazione della Metro C ad un personaggio “chiave” della storia di Roma, lanciamo una “provocazione” : potrebbe farla  denominare “Porta Metronia – Francesco Totti” , in onore del calciatore nato proprio nel quartiere:  probabilmente la parte cittadina di fede biancoceleste non approverebbe l’iniziativa e storcerebbe il naso, ma avrebbe invece sicuramente l’eterna e sicura riconoscenza da parte di tutti i cittadini di fede giallorossa





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