Né venerdì 8 maggio né martedì 12 maggio la Giunta di Roma Capitale ha dato il via libera agli atti che servono per far ripartire Shira e Filippa, le talpe della Metro C ferme ormai sottoterra da due mesi E basterebbe un ok di Roma Metropolitane, secondo il Mef
Né venerdì 8 maggio né martedì 12 maggio la Giunta di Roma Capitale ha dato il via libera agli atti che servono per far ripartire Shira e Filippa, le talpe della Metro C ferme ormai sottoterra da due mesi.
Roma Capitale dovrebbe in teoria soltanto “recepire” i 10 milioni già stanziati dal Cipe 60 giorni fa, ma tensioni in giunta tra l’Assessore al Bilancio e l’Assessore alla Città in Movimento stanno bloccando la misura per controlli ulteriori.
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Lo stop non è a costo zero: gli spostamenti dei tecnici, l’energia per tenere attive e manutenute ogni giorno le gigantesche talpe sotto via dei Fori Imperiali, e tutte le misure per far fronte al contagio, sono infatti costate 113.000 euro al giorno secondo le prime stime. 8 milioni di euro in 2 mesi, in sintesi.
Intanto, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha inviato una lettera protocollata in cui striglia sia Roma Capitale, che è tenuta ad “informare tempestivamente il Cipe circa la successiva fase procedurale”, ma soprattutto Roma Metropolitane, il soggetto aggiudicatore dell’opera, a cui compete dare l’ok alla variante dei lavori di scavo.
Tra burocrazia e mancate responsabilità, il solito spreco, la solita inutile perdita di tempo
Da Repubblica
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