Coronavirus, per lavoratori Cotral scongiurata cassa integrazione. Ma resta la crisi in Atac

Coronavirus, per lavoratori Cotral scongiurata cassa integrazione. Ma resta la crisi in Atac

Coronavirus, per lavoratori Cotral scongiurata cassa integrazione. Ma resta la crisi in Atac - Nell’intesa tra azienda e parti sociali smart working e mansioni riconvertite. Sindacati chiedono soluzioni anche per Atac dove in 4mila rischiano perdita salariale del 20%



Niente cassa integrazione per i lavoratori di Cotral nonostante la crisi da Coronavirus. L’azienda e i sindacati Fit Cisl, Ugl, Uil e Filt Cigl hanno definito un accordo sulle azioni di salvaguardia necessarie a superare l’emergenza senza ricorrere a strumenti straordinari di sostegno al reddito attraverso l’accesso al fondo bilaterale di solidarietà del trasporto pubblico.

Coronavirus, niente cassa integrazione per lavoratori Cotral

“Seppure in uno scenario di grave crisi per il settore che ha visto una drastica riduzione dell’utenza e dei ricavi da vendita di biglietti e abbonamenti, l’azienda, reduce da un lungo percorso di risanamento, intende con questo accordo affermare la volontà di affrontare la crisi con strumenti concertativi, in un’ottica innovativa per evitare nel breve e medio periodo drastiche riduzioni degli stipendi dei lavoratori che in questo momento hanno garantito un servizio pubblico essenziale” – ha commentato la presidente di Cotral, Amalia Colaceci.

La manager ha parlato anche di una decisione che è “messaggio di speranza per gli utenti e i per i lavoratori”.

“Cotral – ha sottolineato - intende investire su stessa, con tutte le garanzie dovute, per ripartire dal trasporto pubblico come volano importantissimo per l’economia della nostra Regione”. 

Coronavirus, in Cotral smart working e mansioni riconvertite

Soddisfatti i sindacati per la sigla di un “accordo importante e non scontato”. “L’obiettivo raggiunto con Cotral poggia sulla solidità di un’azienda che fino a pochi anni fa era sull’orlo del fallimento, ma che con il sacrificio dei lavoratori e con una concertazione costruttiva tra i vertici societari e le organizzazioni sindacali firmatarie, adesso è in grado di scongiurare il ricorso agli ammortizzatori sociali” - hanno scritto in una nota i responsabili del Tpl, Filt-Cgil, Fit-Cisl, UilTrasporti e Ugl Fna Lazio. 

Un accesso al Fondo bilaterale di solidarietà evitato grazie all’utilizzo di strumenti come lo smartworking, la riconversione ad altra mansione del personale che temporaneamente ha sospeso l’attività, la fruizione delle ferie pregresse o al ricorso al part-time volontario, fino a un intervento sulla flessibilità oraria. 

“L’intesa prevede inoltre l’estensione della polizza assicurativa, già prevista per i dipendenti che contraggono il Covid, anche a tutti i loro i familiari”.

Ma se per i lavoratori di Cotral non si ricorrerà alla cassa integrazione, è ben altra storia per quelli di Atac con l’azienda che ha chiesto l'accesso al Fondo bilaterale di solidarietà per 4mila dei suoi dipendenti. 

Coronavirus, 4mila lavoratori Atac in cassa integrazione

Con il calo vertiginoso dei biglietti di bus e metro e i mancati introiti delle strisce blu (sosta a pagamento sospesa fino al 13 aprile), le casse dell’azienda, su cui pende anche la procedura di concordato preventivo per scongiurarne il fallimento, ne risentono. 

La lettera all’Inps è già partita per oltre duemila lavoratori: per primi controllori, addetti alla verifica dei pagamenti sulle strisce blu e assistenti front line per la clientela. 

Cassa integrazione che potrebbe toccarne altrettanti tra autisti dei bus e macchinisti metro. Per tutti perdita salariale stimata intorno al 20%. 

“Purtroppo  anche Atac era sulla via del risanamento, ma non ha ancora la liquidità per colmare il ‘gap’ reddituale dei lavoratori in cassa integrazione: è per questo – scrivono i sindacalisti - che richiediamo un intervento urgente e strutturato alle istituzioni".






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