Roma, scale mobili metro. Dirigente Atac intercettato: «Su 700 ne sarebbero venute giù altre 3 o 4»


Distopia pura: "Se famo er calcolo delle probabilità su 700 ne sarebbero venute giù altre 3 o 4, dai" questo era il direttore di esercizio delle Metropolitane di Roma. Atac ci pensa un po' e poi esala un comunicato di normalizzazione degno del Ministero della Verità



"Se famo er calcolo delle probabilità su 700 ne sarebbero venute giù altre 3 o 4, dai". A parlare è il direttore di esercizio delle metropolitane di Atac che di mestiere, tra l'altro, gestisce unità organizzative complesse, ad alto livello tecnologico, gestisce il servizio di trasporto garantendo i livelli di servizio ed effettua il monitoraggio e la manutenzione e delle infrastrutture funzionali alla rete di trasporto pubblico.

La conclusione che condivido da Leggo è che a D'Amico non interessa affatto l'eventualità che su quelle 3 o 4 scale ci siano sopra delle persone - sottolinea il gip nell'ordinanza - Per lui è solo una questione di numeri e percentuali, ma ci si consenta di osservare che saranno solo tre o quattro scale quelle che possono rompersi ma se c'è qualcuno sopra rischia di farsi male e per davvero!!!

Di fronte a questa situazione che farebbe tremare qualsiasi azienda, Atac rimane muta per quasi tutta la giornata, poi alle 16.40 esce il comunicato dove - almeno - chiede scusa, ma solo per il disagio, non per aver trattato gli utenti con un disprezzo simile. 

Il comunicato Atac

Preso atto delle notizie di stampa che riportano gli sviluppi delle indagini sui fatti avvenuti sulle scale mobili di alcune stazioni metro, Atac, nel ribadire la piena fiducia nel lavoro della magistratura, alla quale è stata offerta piena collaborazione, sottolinea che l'azienda è impegnata per garantire la piena sicurezza degli impianti, nelle stazioni che ricadono sotto la sua responsabilità, insieme con la continuità del servizio. 

Lo confermano le decisioni sin qui intraprese, che tra l'altro hanno condotto alla risoluzione del contratto con la ditta di manutenzione e alla stipula del contratto con Otis, costruttore degli impianti, per una verifica e revisione straordinaria delle scale mobili. 

Ciò allo scopo di garantire la loro sicurezza e funzionalità, pure se al costo di chiusure prolungate delle stazioni.

L'azienda si scusa per i disagi procurati.



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2 Commenti

Anonimo ha detto…
Se a dirigere questa azienda ci si mettono i Quaqquaraqua, questi sono i risultati. Si dessero all'ippica, che forse sarebbe molto meglio (se ci riescono, poi.). Quanto ad aver fiducia nel sistema giudiziario italiano...stendiamo un velo pietoso, che è meglio.
Anonimo ha detto…
Pensate che differenza, in peggio, rispetto al passato, quando le aziende di trasporto romane avevano come dirigenti ingegneri con i fiocchi, come ad esempio Giovanni Sirletti, che ideò il treno navetta sulla Roma-Lido negli anni Trenta, o Roberto Saglio, che progettò il tram romano tipo MRS, od anche Mario Urbinati, il progettista della rivoluzionaria articolazione (giostra Urbinati) che fu brevettata nel 1938 con la Stanga di Padova ed applicata per la prima volta al mondo su un tram romano (la 401 STEFER Tramvie dei Castelli, oggi in restauro dinamico a Torino, dove tornerà a circolare come tram storico, certo non a Roma...). E tutti questi dirigenti che ho dianzi citato sicuramente prendevano compensi di gran lunga inferiori a quelli di oggi, pur avendo una competenza ed una passione ormai scomparse.