Atac, ai ricchi di Roma il bus fa schifo

Atac, ai ricchi di Roma il bus fa schifo


Succede a Roma dove nei quartieri bene il trasporto Atac è avversato perché inquina, fa rumore e toglie posti. E il treno al mare “porta i fagottari” - E' proprio un problema culturale, ovviamente corroborato dal fatto che il trasporto pubblico della Capitale fa acqua da tute le parti


In margine ai ricorsi al Tar contro l’apertura della stazione Vigna Clara presentati da vari residenti nei quartieri limitrofi (Collina Fleming, Vigna Clara), definibili come “trenoscettici locali”, vorrei qui elencare una serie di casi in cui in anni recenti e remoti si è palesata la diffidenza, se non l'aperta ostilità e avversione, degli abitanti dei quartieri romani abitati dalla cosiddetta upper class nei confronti del trasporto pubblico.

Ostilità che si riscontra soprattutto in municipi come il II (Pinciano, Parioli, Trieste) e il XV (Cassia, Flaminia, Vigna Clara, Collina Fleming, Olgiata), ma anche nei quartieri residenziali dei municipi IX (Eur-Torrino-Mostacciano) e X (Ostia-Axa-Casal Palocco).

Il problema è che a rimetterci sono soprattutto i poveri extracomunitari (collaboratori domestici e badanti) che lavorano nelle abitazioni dei ricchi borghesi. Se fossero soltanto questi ultimi, direi quasi che meriterebbero di non avere mai il treno e altri mezzi pubblici efficienti. Peraltro, ricordo come in quartieri del genere il trasporto pubblico venga spesso poco apprezzato. Menziono qui di seguito alcuni casi esemplari riferiti ai quartieri elencati supra.

1) Quando la giunta Marino nel settembre del 2014 abolì il 48, bus che serviva via dei Colli della Farnesina e via della Camilluccia (XV municipio) con intervalli di una corsa ogni 20 minuti (per lo più rispettati, dato lo scarso traffico e il percorso relativamente breve), nessuno o quasi protestò. 

Al suo posto subentrò la navetta locale 188, che modificò il suo percorso, senza servire più via degli Orti della Farnesina, e che transita circa ogni 40 minuti, con ultima corsa alle 22,00. Inoltre, la domenica il servizio non è attivo e il capolinea di Ponte Milvio non consente l'interscambio con il tram 2, come avveniva a piazza Mancini con il 48.

2) Per molti anni il 911 (Piazza Nostra Signora di Guadalupe-piazza Mancini) ebbe l'ultima corsa alle 21,30, ma per i residenti della Camilluccia (XV municipio) la cosa era indifferente. Solo verso la fine degli anni '90 l'ultima corsa venne spostata alle 24,00 (ma su richiesta degli abitanti di Monte Mario, non certo di quelli di via della Camilluccia), mentre ora è alle 0,20, con capolinea all'Ospedale San Filippo Neri.

3) Quando a Collina Fleming (XV municipio) nel 2014 venne soppresso il 232 lasciando il solo 32 ad accollarsi il carico anche dell'altra linea, con percorso lungo, scarsa regolarità e frequenze complessive peggiorate, ben pochi protestarono.

4) Peraltro, molti anni fa a Collina Fleming (XV municipio) venne istituito il cosiddetto taxi bus, gestito da una società privata, che ebbe anche un certo successo, ma evidentemente non sufficiente per giustificarne la continuazione. Segno evidente che i residenti usavano i tassì normali o la loro automobile.

5) Nei quartieri alto-borghesti del XV Municipio, il trasporto pubblico locale su gomma è ridotto comunque all'essenziale, ma ai più va bene così. Ad esempio, da decenni il solo bus che serve viale Cortina d'Ampezzo è il 446, poco frequente ed irregolare, ma nessuno reclama per averne un altro. A piazza Manfredi Azzarita nel 2014 soppressero il 222, senza sostituirlo con altre linee, almeno non per quella piazza e per le vie limitrofe, ma nessuno ha protestato, benché storicamente ci fosse una linea Atac (il 2) da tempi remoti.


6) A lungo ad Olgiata (complesso residenziale esclusivo sito nel XV municipio, fuori GRA, sul modello delle gated communities straniere) fino agli anni '90 arrivava solo qualche corsa deviata del 201 oltre a qualche bus Cotral all'ingresso Nord, ma ai residenti andava benissimo. 

L'Atac vi prolungò il 201 solo perché i bus da 12 metri avevano problemi a effettuare la manovra di inversione al capolinea di piazza della Colonnetta a Isola Farnese. Tuttora comunque NESSUN servizio di tpl serve le strade interne di Olgiata, accessibili solo ai residenti, ai loro ospiti e al personale di servizio. 

Neppure è prevista una navetta privata per detto personale. Una situazione simile si riscontra nel complesso residenziale di Borgo Colle Monastero (XIII municipio), situato tra via Boccea e via Aurelia, non servito da nessun bus all'interno e con la fermata Atac più vicina, quella del 905, a quasi 1 km di distanza.

7) A Balduina i cosiddetti "Nimby", abitanti intorno a via Appiano, nel 2014 protestarono esplicitamente in una seduta del XIV municipio contro la deviazione del 999 sul percorso del 990, nella convinzione che disturbasse i loro sonni mattutini col rumore del motore. La loro protesta sostanzialmente ebbe successo, perché il 999 venne disattivato.

8) A Casal Palocco (X Municipio) hanno avuto a lungo (da metà anni '70 al 1996) un collegamento Cotral anziché Atac per l'Eur perché con le tariffe più alte extraurbane gli abitanti pensavano che avrebbero avuto meno gente in giro a “disturbarli”. E con ultima corsa alle 22,30. Tuttora la linea Atac 709 (Eur Fermi-Casal Palocco) termina comunque il servizio alle 24,00 senza che vi siano poi bus notturni.

9) In molti di questi “quartieri bene” non esiste tuttora servizio notturno e neppure viene richiesto (zero notturni a: parte dei Parioli, come via Archimede, Colli della Farnesina, Camilluccia, Collina Fleming, Cortina d'Ampezzo, Casal Palocco, Axa, Torrino-Mezzocammino, ecc.).

10) A Fregene (comune di Fiumicino), i ricchi residenti estivi hanno sempre impedito ogni potenziamento della Cotral. Addirittura 30 anni fa l'ultima corsa per Roma, anche d'estate, partiva alle 18,30. Poi fu spostata alle 19,30 e solo di recente alle 20,30. E quando Fregene faceva parte del comune di Roma l'Atac ebbe molti problemi a deviarvi il bus 020 (stazione di Maccarese-Fiumicino): per un anno il provvedimento venne sospeso con la scusa che vi fossero degli alberi a impedire al bus di svoltare per via della Veneziana. Evidenti pretesti per evitare l'assalto dei cosiddetti "fagottari".

11) A Balduina (XIV municipio), negli anni '90 vi furono comitati dei cosiddetti "frontisti" (ossia abitanti degli immobili prospicienti la ferrovia Roma-Viterbo, sobillati specialmente da forze politiche di destra) che ostacolarono a lungo il raddoppio della FL3. Fu una fortuna che si sia riusciti a trovare spazio e modo per raddoppiarla e "tombarla" con la tecnica dello scavo “in trincea”. Altrimenti avremmo ancora il binario unico.

12) Ricordo che quando insegnavo al liceo “Democrito” di Casal Palocco (2000-2004), conobbi il marito di una collega che abitava a Torrino (IX municipio), quartiere residenziale non dissimile da Palocco, ed era assolutamente contrario a un veicolo come il tram per le vie del suo quartiere, perché a sua detta avrebbe comportato maggiore rumore, scilicet inquinamento acustico, e avrebbe poi tolto spazio al mezzo privato, ecc. Non ci fu verso di convincerlo dell'assurdità delle sue tesi. Tuttora Torrino non ha né tram, né filobus, che servirà solo Tor Pagnotta dall'8 luglio 2019.

13) Ai Parioli (II municipio) la navetta di quartiere 231, che collegava la zona di piazza delle Muse con vari punti nevralgici del quartiere, dopo qualche anno dalla sua istituzione è stata disattivata per mancanza di utenza.

14) Negli anni '80 sorsero comitati spontanei a via Flaminia (II municipio) per impedire la costruzione del tram 2, con il pretesto che “avrebbe tagliato in due il quartiere” e con proposte “alternative” surreali (come la costruzione di una stazione della Roma Nord sotto Valle Giulia con relativo tapis roulant). Per fortuna, tali proteste non sortirono nessun effetto, perché prevalsero “gli interessi superiori” dei Mondiali di Calcio “Italia '90”.

15) Quando il vicensindaco e assessore ai trasporti della giunta Rutelli Walter Tocci decise di trasformare via Nizza (II municipio) in una strada verde riservata esclusivamente ai mezzi pubblici, le proteste dei residenti si sprecarono, ma per fortuna il grande assessore tenne duro. Analoghe proteste si verificarono in viale Libia e viale Eritrea, per l'istituzione di tratti di corsie preferenziali (viale Libia diventò anch'essa una strada verde, per breve tempo), che poi la giunta Alemanno si affrettò ad abolire in gran parte.

16) Marina di San Nicola, complesso residenziale balneare composto da ville di un certo pregio, situato nel comune di Ladispoli a circa 35 km da Roma, è attraversata dalla ferrovia regionale FL5 (Roma-Civitavecchia), che però vi transita senza effettuarvi fermata. Il motivo? Non esiste una stazione e i residenti sono ostili alla costruzione di tale infrastruttura, che porterebbe troppi bagnanti di origine “proletaria ed extracomunitaria” nelle loro “preziose” spiagge. Una volta esisteva una stazione a circa 1 km, quella di Palo Laziale, accessibile grazie a un sentiero ciclopedonale. Ma essa venne inspiegabilmente disattivata una quindicina di anni fa e mai più riaperta.






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4 Commenti

Anonimo ha detto…
Concordo con l'articolo: è uno dei classici esempi del provincialismo italico, maggiormente centro-meridionale. In Svizzera ad esempio, dove la cultura è molto diversa diversa, il trasporto pubblico è utilizzato anche e soprattutto dalle classi sociali medio-alte, nonchè dai politici stessi, in molti casi. In alcuni comuni turistici di montagna, come Zermatt, nel canton Vallese, ci si va solo con il treno: le auto non sono ammesse, si lasciano a valle, a circa 6 chilometri. Al nord Italia già esiste una cultura più simile a quella svizzera (vedasi ad esempio in Trentino-Alto Adige), ma purtroppo Roma sotto questo aspetto tende a non evolvere.
Anonimo ha detto…
A Zurigo, in Svizzera, il trasporto pubblico è usato pure dai ricchi e dai politici. Inoltre, in alcune località montane le auto non sono ammesse: ci si va solo con il treno.Cari romani, guardate ed imparate.
Anonimo ha detto…
Sono, infatti, discorsi da provinciali. In Germania, Austria e Svizzera il trasporto pubblico è usato da tutti, anche dalle classi sociali benestanti, proprio perchè c'è una cultura diversa, sicuramente molto più evoluta di quella del romano medio.
Anonimo ha detto…
Purtroppo questo è un vecchio discorso che va avanti da anni, specialmente al centro-sud Italia: non esiste una cultura del trasporto pubblico realmente moderna ed evoluta. L'automobile è ancora vista come simbolo si status, e una volta acquistata tende ad essere indiscriminatamente usata anche in situazioni ed in percorsi sui quali non converrebbe. Lo dimostrano anche le recenti opposizioni di taluni abitanti nella zona di Vigna Clara, con le loro assurde proteste su un'opera fondamentale per la mobilità romana, preludio tra l'altro alla chiusura dell'anello ferroviario.
Inoltre, sempre più al centro-sud Italia (meno al nord) il trasporto pubblico è quasi sempre stato visto come un contentino offerto per pietà ai miserabili, non come una reale alternativa all'automobile. E, sostanzialmente, è così ancora oggi: infatti, le aziende di trasporto romane avevano come missione principale l'assorbimento della disoccupazione piuttosto che la reale efficacia del servizio. In città più evolute come Milano e Torino il discorso è già diverso, e lo è ancora di più in nazioni molto evolute, come la Svizzera ad esempio, dove non è così come a Roma: l'automobile c'è e si usa, ma con molta più moderazione; il trasporto pubblico, molto su ferro e poco su gomma, è usato da tutti, dal ministro all'operaio, e conseguentemente funziona bene. Ed in certi paesi di montagna turistici, sempre in Svizzera, le automobili non sono ammesse: si lasciano a valle e si prende il treno, e così dev'essere, in un posto civile ed evoluto.