Metro Flaminio, caos e stop lavori: le scale mobili non vengono riparate

Metro Flaminio, caos e stop lavori: le scale mobili non vengono riparate


Flaminio sarebbe chiusa perché la maledizione delle scale mobili-immobili, che giacciono rotte per settimane, ha colpito anche qua, non ieri ma l’11 dicembre 2018, quando sono stati disposti nuovi controlli e sono stati fermati tutti e tre gli impianti



Anche Flaminio, la stazione di piazza del Popolo, sarebbe chiusa se non avesse le vecchie scale fisse, quelle da salire e scendere a piedi, faticose e scomode per i turisti coi bagagli – certo – ma comunque un’alternativa che fin qui ha evitato la cancellazione di questa centralissima fermata della metro A: sarebbe stata la quarta dopo Repubblica, Barberini e Spagna, quest’ultima riaperta, sì, ma con ancora molti problemi. 

Flaminio sarebbe chiusa perché la maledizione delle scale mobili-immobili, che si guastano e poi giacciono lì per settimane, recintate col nastro giallo e usate come bidoni, ha colpito anche qua, non ieri ma l’11 dicembre 2018, quando sono stati disposti controlli aggiuntivi e, alla fine, sono stati fermati tutti e tre gli impianti che – da allora – sono rimasti così, inutili e desolati: la gente scende dal treno, ci passa di fianco, li ignora, si carica la valigia addosso e poi sale su, curva e rassegnata.

Ieri, in verità, a Flaminio c’era anche il caso del soffitto piovoso. «Servono altri secchi, subitooooo». 

Non hanno ben capito, i tecnici Atac presi da questa emergenza, per quale motivo gocciola così tanto anche se non piove – perché invece quando c’è il temporale, dicono, è normale – comunque adesso l’importante è trovare il quinto secchio che quelli che ci sono, tra poco, non basteranno più.

«E dire che Roma vivrebbe di turismo – comincia a parlare veloce Emanuela Romiti, architetto e insegnante in pensione, perché ha poco tempo ma vorrebbe elencarli tutti i problemi. 

Sono arrabbiatissima, da Cipro con la metropolitana potevo spostarmi ovunque, invece ora sono ostaggio dei bus: come è possibile, lo dico anche da architetto, aspettare mesi per riparare una scala? Chiaramente siamo davanti a un crac causato da decenni di mancata manutenzione». 

Dalla stazione Cipro arriva anche Laura Biscardi, assistente Rai, che aggiunge un retroscena: «Anche da noi a Cipro, avrà visto, le scale sono ferme, e vuole sapere la ragione? Mi hanno detto che le hanno smontate perché servivano pezzi sani altrove, fanno cannibalismo per evitare di chiudere altre stazioni».

Flaminio, in effetti, purtroppo, proprio per questa sua caratteristica di avere anche delle scale fisse, non è in cima alle urgenze di Atac. Prima ci sono Spagna, Repubblica e Barberini e poi – poi – Flaminio, dove non si esclude in futuro un ulteriore intervento di Otis, la ditta costruttrice degli impianti già incaricata delle verifiche sulla sicurezza nelle altre tre stazioni. 

Per quanto riguarda invece la manutenzione ordinaria, la cura quotidiana, l’ex appaltatore (la ditta Metro Roma) sostiene di aver ricevuto l’ordine – da Atac – di lasciare fermi gli impianti. «A dicembre vennero effettuati dei controlli – spiega Giorgio Del Vecchio, il capo di Metro Roma che si aggiudicò la gara della manutenzione col 49% di ribasso – ma poi Atac non ci ha mai chiesto di intervenire o di rimetterli in esercizio».

Tra le due aziende, evidentemente, non corre buon sangue, Metro Roma è stata licenziata e per questo ha citato a sua volta Atac, chiedendo pure i danni, quindi ecco le versioni differenti ma il dato certo, acclarato, è che i problemi anche a Flaminio cominciano tantissimo tempo fa. «È sicuramente vero – testimonia Marta Fusco, avvocato, tono scandalizzato –: prendo la metro ogni giorno, di certo le scale sono ferme da dicembre e di certo non ho mai visto operai al lavoro».

E fuori? I commercianti cosa pensano? Allo storico bar Rosati ci sono più clienti, ma anche più disagi: «Con le altre metro chiuse a Flaminio scendono molte più persone, abbiamo notato che c’è più passaggio – sorride la dipendente, Gabriella Cuccaro, che però torna subito seria-: più lavoro, sì, però la gente arriva qua stanca e frustrata».

Da Corriere della Sera


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