Il futuro (nero) dei minibus elettrici

Il futuro (nero) dei minibus elettrici


Torniamo sui minibus elettrici con l'opinione (pessima) di un lettore: Con gli attuali standard manutentivi Atac entro i prossimi due anni è probabile che la quasi totalità del parco circolante elettrico sarà nuovamente accantonata a causa di guasti o batterie esauste



Purtroppo ci troviamo di fronte a un'operazione di revamping portata avanti dall'amministrazione pentastellata per mere ragioni di visibilità politico elettorale; con quegli stessi fondi si potevano più utilmente ricondizionare vetture a gasolio da 12 m invece di minibus caratterizzati da capienza e autonomia estremamente limitate.

Con le ingenti somme stanziate in bilancio per la ricostruzione dei Gulliver (10 milioni di euro) si potevano utilmente revampizzare vetture da 12 m, certamente più capienti e necessarie nella quotidianità dell'esercizio rispetto ai minibus a pile. 

Veicoli che, con l'uso, finiranno nuovamente accantonati entro breve tempo per le loro manifeste e irrisolte criticità legate alle batterie, aggravate da manutenzioni carenti, fondi stradali dissestati e un'anzianità superiore ai 10 anni. 

Si tratta infatti di veicoli introdotti a partire dal 2008 in sostituzione di precedenti autobus a pile realizzati dal medesimo produttore e giunti a fine vita. 

A differenza di questi ultimi, equipaggiati con batterie al "piombo-acido", i nuovi Gulliver attualmente oggetto di revamping dispongono di batterie “zebra”, note anche come batterie al sale. 

Purtroppo, oggi come allora, le maggiori criticità di questi veicoli sono indotte proprio da tali componenti. 

Se i vecchi Gulliver, quelli con le batterie al "piombo-acido", soffrivano principalmente di fenomeni di solfatazione tali da ridurre significativamente l’autonomia e quindi la circolabilità dei mezzi, i nuovi, per mantenere in efficienza le batterie, sono costretti a tenerle continuamente a una temperatura alta e costante. 

Questo genera non poche difficoltà in caso di fermi prolungati in assenza del collegamento alla rete elettrica, evento all'epoca tutt'altro che episodico nella rimessa Trastevere. 

Criticità tali da imporre il loro progressivo accantonamento mano a mano che le batterie smettevano di funzionare; l’ultimo Gulliver si fermò infatti nel settembre 2016. 

Nei primi mesi del 2018 ATAC ha bandito una gara da 10 milioni di euro per la revampizzazione della flotta di minibus comprensiva di 6 anni di manutenzione full-service. 

Tra gli interventi necessari alla messa in marcia dei veicoli è prevista la ricostruzione dei telai, seriamente deteriorati a causa del pessimo stato delle arterie della capitale, il restyling nel colore corporativo di Roma Capitale e la sostituzione delle batterie. 

Ma allora non sarebbe stato meglio investire tutti quei soldi per revampizzare vetture a gasolio da 12 m considerata la loro maggiore capienza, la possibilità di utilizzarle sulla quasi totalità della rete invece che su due o tre itinerari peraltro a servizio di una porzione assai limitata dell'area urbana, e l'endemica penuria del parco circolante indotta dalle ben note abbruciatine? 

A chi si illude che in ATAC ci sia un management in grado di redigere un project financing riguardante un'operazione di revamping, gli vorrei ricordare che questi signori sono stati capaci di stipulare un contratto di noleggio a lungo termine ignorando totalmente le severe normative comunitarie in materia di immatricolazione di vetture usate provenienti da paesi extra europei. Un problemino non da poco al quale ci si sta mettendo la classica pezza all'italiana facendo immatricolare questi veicoli in Germania presso la locale MCTC, certamente più compiacente della nostra. 

Figuriamoci poi se il management dell'ATAC sia in grado di valutare il rapporto costi-benefici di un investimento da 10 milioni di euro. 

A coloro che ancora si illudono che una manciata di minibus a pile possa seriamente limitare i livelli di inquinamento atmosferico che affliggono il centro storico della capitale, vorrei ricordare quanto inquinanti siano le batterie esauste e quanto oneroso sia il loro smaltimento e stoccaggio. 

Mi piacerebbe inoltre sentire da questi ecologisti una critica nei confronti della moltitudine di City Sightseeing che affliggono a tutte le ore del giorno le principali arterie del centro cittadino, intralciando continuamente la marcia agli autobus in servizio di trasporto pubblico e infischiandosene completamente delle più elementari norme del codice della strada.

Di Arnaldo



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