Roma-Lido: Il contratto fantasma



Regione Lazio: Agcm ricorre al Tar e blocca il contratto di servizio da 1,3 miliardi appena dato a Trenitalia senza gara



Un contratto annunciato, ma a due anni di distanza mai firmato con Rete Ferroviaria Italiana per rifare la linea Roma-Lido; 180 milioni di euro stanziati nel 2016, ma non ancora utilizzati; un Contratto di servizio dato senza gara a Trenitalia impugnato dall’Autorità garante sulla concorrenza; la promessa di rinnovare il 100% di una flotta quando in anni recenti si è già investito tanto per comprare nuovi treni senza che questi rispondessero poi alle esigenze dell’utenza.

È il bilancio del rapporto “difficile” della Regione Lazio con il trasporto pendolare su rotaia. Una relazione complicata dall’onnipresenza del monopolista Trenitalia, alla quale per anni – dal governo di Matteo Renzi in poi – sono andati appalti e contratti senza possibilità di reale concorrenza. Nel tempo ne hanno fatto le spese i francesi di Ratp (che avevano provato a proporre un project financing per rendere la Roma-Lido una tratta decente) e recentemente quelli di Arriva Rail Italia, che hanno tentato invano di partecipare alla gara per il trasporto regionale.

«Finalmente sulle ex ferrovie concesse si cambia. Il nuovo contratto di servizio tra la Regione Lazio ed Atac porterà più sicurezza, più qualità e più efficienza, ma soprattutto più attenzione ai bisogni dei cittadini».

Correva l’anno del Signore 2017 addì 4 gennaio, quando il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti commentava così la delibera, appena approvata in Giunta, del valore di circa 85 milioni che prolungava l’affidamento senza gara fino al 2019 del Contratto di servizio delle ferrovie ex concesse Roma-Lido, Roma-Civita Castellana-Viterbo e Roma-Giardinetti.

Per approfondire: "La Roma-Lido cambia" la promessa di Zingaretti

Il presidente in particolare sottolineava come «grazie a questo provvedimento Rete Ferroviaria Italiana spa (Rfi) avrà l’affidamento delle infrastrutture ferroviarie della Roma-Viterbo e Roma –Lido e a Roma Capitale quella della Roma-Giardinetti, mentre la gestione del servizio di trasporto rimarrà ad Atac. L’accordo con Rfi inoltre porterà ad un incremento dei livelli di sicurezza sulle tratte e alla modernizzazione delle infrastrutture». In aggiunta, la Regione ricordava come il Cipe avesse appena stanziato circa 180 milioni con la delibera 54 del 1° dicembre 2016.

Meno di due anni dopo, le uniche certezze sono che Atac è in concordato preventivo; la Roma-Lido vive «ancora gli stessi problemi e una situazione del servizio davvero vergognosa per i ritardi e per la situazione di degrado in cui versano le stazioni. Gli investimenti nel materiale rotabile non si sono ancora visti, così come gli impegni di rilancio della linea, con lo stanziamento di risorse aggiuntive di cui non si ha notizia», come certifica il Rapporto Pendolaria 2018 di Legambiente. E, soprattutto, che Regione Lazio e Rfi non hanno mai siglato alcun accordo per l’affidamento delle infrastrutture. «A oggi non è stato sottoscritto alcun accordo tra Regione Lazio e Rfi per la Roma – Lido e non esiste, ad oggi, un accordo di programma in merito», fanno sapere da Rfi.

Un dettaglio tutt’altro che marginale, visto che proprio quell’accordo era stato utilizzato dall’allora assessore regionale, Michele Civita, per giustificare la scelta di affidarsi ancora alla fallimentare Atac, bocciando il project financing da circa 400 milioni proposto dai francesi di Ratp.

Una scelta che aveva aperto il conflitto con l’Antitrust. Business Insider raccontò tutta la storia, ricordando, come scrivevano i legali di Ratp in uno dei tre ricorsi presentati al Tar (uno dei quali già vinto), che: «Rfi, (avrebbe rilevato, ndr) le attività di gestione senza “aver definito alcun progetto previsionale di ammodernamento della linea, senza aver quantificato il valore dell’investimento e l’elenco delle attività previste, oltre ai necessari tempi di realizzazione”. In pratica, la Regione avrebbe dato la linea senza sapere cosa poi Rfi intendesse farci o quanto si apprestasse a investirci».

Per approfondire: Tutte le promesse fatte da Zingaretti sulla Roma-Lido

Zingaretti, adirato, ci rispose con una nota ufficiale il 17 gennaio 2017: “In merito a quanto pubblicato (…)  si precisa che insieme al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e con la società pubblica Rfi Spa, del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, è stato sottoscritto un accordo di programma (…), per l’affidamento della manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture delle ferrovie ex concesse Roma-Lido e Roma-Civita Castellana Viterbo”, disse. Peccato che a due anni di distanza – e a Contratto di servizio praticamente scaduto – quell’affidamento non ci sia mai stato!

Regione Lazio, interpellata da Business Insider, conferma che quel contratto non c’è; tuttavia fa sapere che con Rete Ferroviaria Italiana sarebbe in vigore un accordo di programma (un’affermazione smentita però da Rfi). Circa i 180 milioni stanziati dal Cipe, la Pisana fa inoltre sapere che saranno investiti per migliorare la Roma-Lido: 61 per l’acquisto di nuovi treni, il resto per interventi infrastrutturali. Peccato che a due anni di distanza la gara per i nuovi convogli non sia stata ancora stata fatta (“ma è una questione di ore, al limite di giorni”, dicono) e che non vi sia traccia di piani approvati di interventi infrastrutturali sulla linea concordati con Atac.

Ma i “problemi” in fatto di trasporto pendolare per Zingaretti non finisco qui.


L’Agcm, infatti, l’8 agosto 2018 ha prima bocciato e poi fatto ricorso al Tar contro l’affidamento (sempre senza gara) del Contratto di servizio per il trasporto pubblico ferroviario regionale dato a Trenitalia per il periodo 2018-2032 del valore di 1,38 miliardi di euro. Una scelta inaudita: molte altre volte l’Autorità per la concorrenza aveva criticato che gli affidamenti dati a Trentalia senza gara fossero una pratica anticoncorrenziale, ma mai era arrivata a scomodare il Tar.

Questa volta, invece, secondo l’Agcm, la giunta Zingaretti avrebbe di fatto impedito ai concorrenti di Arriva Rail Italia S.r.l. di ottenere le informazioni necessarie per poter formulare una proposta competitiva con quella di Fs. Nel provvedimento si legge infatti: “La Regione dà conto quindi del fatto che, in data 25 ottobre 2017, la società Arriva Rail Italia S.r.l. ha fatto pervenire una manifestazione di interesse relativamente al nuovo contratto di servizio per il periodo 2018-2032, alla quale la Regione ha dato riscontro nelle date 5 ottobre 2017 e 22 dicembre 2017, con la richiesta all’impresa di formulare i contenuti di una possibile proposta, al fine di poter verificare l’eventuale sussistenza dei presupposti  (…) per riconsiderare eventualmente la decisione già assunta di procedere all’affidamento diretto a favore di Trenitalia. Sul punto deve rilevarsi che la Regione omette di evidenziare che, a seguito dell’avviso di pre-informazione, Arriva già in data 26 gennaio 2017 ha presentato una formale manifestazione di interesse, in relazione alla quale, tuttavia, non ha ricevuto riscontro”.

E ancora: “si ritiene che la Regione abbia erroneamente deciso di non procedere ad alcun confronto competitivo, sulla base del presupposto che l’affidamento diretto non richieda una valutazione comparativa e che, in ogni caso, nessun’altra offerta vincolante, oltre a quella di Trenitalia S.p.A., era stata presentata”. E aggiunge: “In assenza degli elementi informativi richiesti – che, si evidenzia, sono nella piena disponibilità del solo operatore storico (cioè Trenitalia, ndr) – Arriva non ha potuto presentare alcuna offerta vincolante”. Arrivando infine a sancire che “La posizione assunta dalla Regione ha dunque rappresentato un elemento di indubbio ostacolo allo sviluppo effettivo di uno scenario concorrenziale”. Insomma, una bocciatura su tutta la linea.

Ma cosa ha spinto il Lazio a voler scegliere così tenacemente Trenitalia? La stessa motivazione che ha convinto per la medesima scelta le regioni Sicilia, Puglia, Umbria: la promessa di treni nuovi di zecca. Sotto l’ex ad Renato Mazzoncini Fs ne ha ordinati 300 e con quelli è andata a caccia di contratti regionali. Lo scambio era chiaro: contratto per materiale. Per il Lazio, con il nuovo Contratto è stato promesso il rinnovo del 100% della flotta entro il 2023, a fronte di una spesa di 907 milioni di euro.

Una bella notizia, tuttavia bisogna considerare che Trenitalia nel Contratto di servizio con la regione Lazio del 2009, si era impegnata all’acquisto di:

  • 15 locomotive E 464
  • 75 carrozze Doppio Piano
  • 11 Convogli Metropolitani doppio piano
  • alla ristrutturazione di n. 97 Media Distanza
  •  alla ristrutturazione di n. 35 TAF

Per una spesa complessiva pari a 266,1 milioni di euro, finanziati da Trenitalia per 231,1 milioni e con risorse della Regione Lazio per i rimanenti 35 milioni.

Non solo, visto che quel contratto viene rivisto nel 2015, alla lista della spesa si aggiunsero:

  • 5 complessi tipo Jazz allestimento aeroportuale;
  • 15 complessi tipo Jazz (di cui 3 ancora aeroportuali)
  • di n. 114 vetture tipo Vivalto
  • il revamping di n. 46 TAF

L’investimento totale previsto da questo ulteriore accordo era di 412,3 milioni, 317,3 a carico di Trenitalia, 60 a carico della Regione, oltre i 35 milioni come residuo del sessennio precedente.

Insomma, negli ultimi 9 anni, Regione Lazio e Trenitalia hanno speso oltre 680 milioni di euro per il materiale rotabile, come Trenitalia conferma a Business Insider: “Tutti gli investimenti previsti nei contratti di servizio con la Regione Lazio sono stati rispettati. Con il Contratto di Servizio 2009-2014 è iniziato il rinnovamento della flotta, anche con l’arrivo di nuovi treni (Vivalto e Jazz), proseguito anche con il CdS 2015-2020. Operazione che ha permesso di rinnovare circa l’80% dei treni, inclusi i Treni Alta Frequentazione (TAF). Per dare risposte concrete alla crescente domanda di trasporto nell’area metropolitana e per ridurre l’affollamento dei treni i TAF (capienza complessiva 800 posti) saranno tutti sostituiti con i nuovi treni Rock, elettrotreni più capienti e più performanti (…).

Riepilogando, Trenitalia nel Lazio ha già messo in servizio 20 Jazz; 341 carrozze Vivalto, con l’arrivo dei nuovi treni Rock tutti i treni avranno in composizione otto carrozze Vivalto; e 76 locomotive E 464. Il nuovo Contratto di Servizio 2018-2032 prevede che Trenitalia metterà in servizio nel Lazio 53 Rock a sei carrozze, 12 Rock a 5 carrozze, tre treni bimodali (elettrico/diesel) e quattro convogli con velocità commerciale fino a 200 km/h. Entro il 2023, quindi, la flotta Trenitalia in servizio nel Lazio sarà completamente rinnovata e i treni avranno una età media di 6 anni, con un incremento di oltre il 30% di posti complessivi offerti”.

Buone notizie per i pendolari, che però fanno sorgere più di una domanda:

  • perché in passato si è deciso di spendere tanti soldi (pubblici) per nuovi treni, se dopo nove anni ci troviamo nella condizione di doverli sostituire perché poco capienti?
  • Perché si sono comprati tanti treni Taf che si sono rivelati sbagliati per il tipo di servizio richiesto, tanto che ora devono essere tutti sostituiti?
  • E ancora: non era forse meglio mettere il servizio a gara e vedere se c’era qualche operatore disposto a offrire più treni e prezzi più bassi?
  • A Zingaretti e ai pendolari le risposte.


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