Roma ha 59 kilometri di metropolitane, Milano 94. Atac ricava dalla bigliettazione 265 milioni di euro mentre l’omologa milanese – l’ATM – ben 412 milioni all’anno
Dati che dipingono i trasporti pubblici della Capitale lontani anni luce – in termini di qualità ed efficienza – rispetto a quelli milanesi. Nulla di nuovo, si dirà. Ma tra le pieghe di numeri e grafici si scorgono i mali cronici dei trasporti romani e dove sarà opportuno intervenire per curarli.
PERSONALE, COSTI ED EFFICIENZA
Un capitolo molto interessante del report riguarda il costo del personale di Atac e ATM e la sua produttività.
Per quanto riguarda i costi, in questa tabella si può vedere come i costi del personale – rispetto a quelli operativi – tra Atac e ATM siano simili, con trend di crescita quasi analoghi negli ultimi quattro anni:
Ma è sulla produttività del personale Atac in termini di vetture km prodotte che si vedono le differenze maggiori tra la partecipata romana e quella milanese:
Il problema di Atac, rileva l’agenzia, sembra essere non tanto il numero complessivo di dipendenti ma la produttività dei lavoratori, nonché un rapporto poco equilibrato tra personale amministrativo e personale operativo.
EVASIONE
È uno dei temi più delicati nel rapporto tra le due realtà. Citiamo testualmente il rapporto.
I ricavi da biglietti per Atac sono pari a 264,8 milioni di euro a fronte di 1,1 miliardi circa di passeggeri trasportati in un anno. Nel capoluogo lombardo invece, i ricavi da vendita di biglietti sono pari a 412,1 milioni di euro a fronte di 0,6 miliardi di passeggeri trasportati in un anno.
Grazie agli strumenti di contrasto all’evasione di cui è dotata Milano, l’evasione nelle linee metropolitane è del 1% mentre per il TPL di superficie è tra il 10% e il 15%; l’obiettivo dell’azienda è poi di portarla al di sotto del 10% grazie all’introduzione dei tornelli in entrata ed in uscita in tutte le stazioni e ad un controllo più costante dei passeggeri.
Stando a questi dati la percentuale di evasione “reale” nella Capitale dovrebbe essere di circa il 35% mentre il relativo danno economico potrebbe arrivare ai 90 milioni di euro, risorse che sarebbero essenziali per finanziare gli investimenti sul parco mezzi o l’acquisto dei materiali di ricambio.”
Da Radiocolonna
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