Atac: sistema antincendio su quattrocento autobus



Centraline di spegnimento nel motore di 397 mezzi: 90 della rimessa di Acilia, 60 a Magliana, 74 a Tor Vergata e 173 a Portonaccio. Appalto da un milione di euro. Il dg Paolo Simioni: «Il concordato non priva l’azienda della disponibilità del patrimonio»



Contro il preoccupante fenomeno dei «flambus» - i bus che improvvisamente prendono fuoco, 21 casi quest’anno, punto forte della campagna dei Radicali per la liberalizzazione del servizio di trasporto locale, referendum in programma tra meno di un mese, l’11 novembre - arriva l’antincendio a bordo.

Sembra una beffa, e invece no: con l’ultima gara per l’acquisto dei nuovi 320 bus andata deserta e, intanto, un parco mezzi che ha ormai 13 anni, ecco che anche questi «piccoli» interventi di spegnimento automatico degli incendi – tecnicamente, come recita l’Atac «impianti automatici di segnalazione e spegnimento di principi di incendio nel vano motore» — potrebbero rivelarsi provvidenziali.

Quello dei «flambus», tutti sanno, è diventato un caso a Roma. Per l’assiduità degli episodi (48 tra 2016 e 2017, 21 del 2018) e anche per la teatralità di alcune esplosioni: a via del Tritone, a maggio, davvero c’è chi pensò a una bomba. Atac è consapevole, infatti l’idea dell’antincendio direttamente nei motori nasce tempo fa, nel 2017, e adesso – sebbene in ritardo sulla tabella di marcia iniziale – trova finalmente una sua concretezza con l’aggiudicazione dell’appalto (1 milione 200 mila euro) nonostante la procedura di concordato preventivo riduca al massimo le possibilità di spesa aziendali.

Per approfondire: Perchè gli autobus prendono fuoco?

«L’ammissione alla procedura di concordato preventivo in continuità – specifica il direttore generale Paolo Simioni nell’aggiudicare questa gara — non priva Atac della disponibilità del proprio patrimonio (inteso come amministrazione dei propri beni ed esercizio dell’impresa) ma ne limita l’operatività gestionale prevedendo – da un lato – che tali attività siano svolte “sotto la vigilanza di un Commissario Giudiziale” e – dall’altro – limitando i poteri gestori agli atti di ordinaria amministrazione, con ciò intendendosi, a livello patrimoniale, quegli atti che appaiono ineludibili nell’ottica della continuità aziendale e strettamente funzionali all’operatività d’impresa». 

Ecco, questo intervento è davvero ineludibile: «Direttamente e strettamente funzionale – giustifica la spesa Atac - alla prosecuzione delle attività d’impresa».

Se la procura, da un lato, ha escluso la pista del sabotaggio – percorsa dai vertici di Atac alla notizia dell’ennesimo incendio in strada – d’altro canto ci sono comunque dei fattori ricorrenti, già approfonditi in quella commissione Mobilità in cui nacque l’idea di questa gara: anomalie all’impianto elettrico, avarie meccaniche che generano il contatto di olio e componenti caldi nel vano motore, problemi nei collettori di scarico dei fumi, inefficacia dei mezzi a polvere o ad aerosol che avrebbero dovuto limitare gli episodi di autoinnesco delle fiamme.

I nuovi sistemi antincendio, così, saranno installati su una specifica selezione di mezzi, 397 in totale: 90 della rimessa di Acilia, 60 di Magliana, 74 di Tor Vergata e 173 di Portonaccio. Un inizio, l’antincendio nel vano motore, una mossa d’emergenza quando però la scintilla è già accesa. Per soluzioni «definitive», si aspettano i nuovi bus.

Da Corriere della Sera



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