Da Roma Trasporti News |
Ci eravamo molto sorpresi quando ieri mattina, vedendo i dati sulla situazione del Trasporto Pubblico a Roma, avevamo visto che le vetture in circolazione per Roma Tpl erano solo 190. La spiegazione, purtroppo, era che dalle 4.50 fino alle 7.20 nessun mezzo è uscito dalla rimessa di via Raffaele Costi per la protesta degli autisti che ancora - e da mesi - non sono pagati. A sbloccare la situazione l'intervento della Polizia
Un gruppo di lavoratori aveva deciso di bloccare il deposito, impedendo l'uscita dei mezzi. E così è stato. Dalle 4.50 fino alle 7.20 nessun mezzo è uscito dalla rimessa. A sbloccare la situazione l'intervento della Polizia che è riuscita a mediare e convincere i lavoratori. Rimosso il bus posizionato di traverso, gli autobus sono usciti.
Gli effetti sono stati pesanti soprattutto per la periferia est della Capitale. Fino alle 8 infatti molte zone sono rimaste prive dei consueti collegamenti di periferia. Una sorta di sciopero, indotto dal perdurare di una situazione ormai ingestibile. "Come sindacati", racconta a RomaToday un rappresentante sindacale che chiede l'anonimato, "non riusciamo più a mantenere la rabbia dei lavoratori. Ieri anche a Maglianella c'è stato il caos, ma per fortuna la situazione è rientrata senza disagi e lì stamattina non ci sono stati blocchi".
@TplRoma buongiorno sarebbe carino sapere che cosa è successo stamane parliamo Delle linee 041 e 040. A piedi da Settecamini a Rebibbia dopo un ora di attesa
— ocus focus (@ocusfocus5) 10 luglio 2018
I ritardi negli stipendi sono ormai cronici e "mandano in bolletta" gli autisti. Spiega Michele Frullo di Usb: "C'è chi si trova con i mutui non pagati, chi protestato per il conto in rosso, chi non riesce a mettere la benzina, chi non riesce a fare la spesa. La situazione è drammatica ed ormai non possiamo che prendere atto dell'incapacità di questa amministrazione a porre rimedio ad una situazione che si protrae da tempo".
Tra i lavoratori mai come oggi il Movimento Cinque Stelle scatena rabbia. Tanti i voti raccolti nelle rimesse del vettore privato, grazie alle promesse, tante, in campagna elettorale di Raggi&co. Tutti speravano in una soluzione, ma da subito la più volte evocata (quando M5s era all'opposizione) revoca del contratto di servizio, è diventata impossibile.
Il primo a capirlo è stato Enrico Stefano che, rivoluzionario all'opposizione, è diventato (pur evocato sempre dai lavoratori), silenzioso sull'argomento. A parlare, per l'amministrazione, è stata invece l'assessora Linda Meleo che a lungo ha continuato ad invocare la revoca del contratto di servizio.
Una linea mutata un anno fa, quando si è cominciato ad indicare nella gara europea, che si diceva ormai prossima alla pubblicazione, la svolta. Si arriva ad oggi, con la gara in ritardo e con la necessità di una proroga a gennaio 2020.
Nel frattempo però il privato continua a pagare in ritardo, nonostante le fatture dal Campidoglio arrivino addirittura in anticipo. "Questo è il privato", conclude Frullo, "quello tanto invocato e che fa ricadere il rischio di impresa sulle spalle dei lavoratori". La situazione appare ormai ingestibile e da parte dei lavoratori non sono escluse, nei prossimi giorni, altre clamorose iniziative.
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