Atac: troppi disagi, sarà class action?

Guai in vista per Atac, se non altro dal fronte degli utenti. “I disagi causati da Atac sono cronici e impattano su storie individuali: ritardi al lavoro, impegni saltati per corse lentissime, panico per gli incidenti, sconforto per assenza di informazioni, fuga dal mezzo per le pessime condizioni di trasporto, se non per il pericolo”, si legge in una lettera di Altroconsumo, spedita a 250 mila romani



[ Radio Colonna ] E questo perché le conseguenze dei disservizi “sono storie carambolesche per ciascun consumatore; la scelta estrema e diffusa di non usare i mezzi pubblici a Roma perché non affidabili è chiara ma non basta a vedere compensati i disagi per i disservizi ripetuti. 

Altroconsumo sta distribuendo in queste ore una lettera nelle caselle di posta di 250mila cittadini romani: si invitano gli utenti a voler vedere compensati i disagi di un servizio fruito a metà (o non fruito del tutto) ma pagato a prezzo pieno. La lettera è in distribuzione nelle zone più coinvolte dalle criticità dei mezzi romani, compresa la linea Ostia Lido dei pendolari”.

Con la class action la richiesta è del 50% di risarcimento sull’abbonamento per i servizi che Atac non ha dato negli ultimi 3 anni, dal 2015 al 2017. 

Esempio: con una spesa di 250 euro per l’abbonamento annuale Atac il risarcimento calcolato dai giuristi di Altroconsumo sarebbe di 125 euro all’anno, per un totale di 375 euro, calcolando gli ultimi tre anni. 

Intanto l’esecutivo targato Giuseppe Conte potrebbe rappresentare un trampolino di lancio per le ambizioni di una Roma guidata dal M5s, per esempio la richiesta di almeno 2 miliardi di euro destinati in primis alle nuove linee tranviarie e alla linea C, fino alla concessione dei poteri speciali per la città. 

Senza contare la sponda fondamentale che potrebbe avere nel Governo sulla questione Atac.

Il sindaco Virginia Raggi oggi può così davvero sperare di dare una svolta alla sua agenda di lavoro in vista della seconda parte della sua consiliatura. 

Prima di tutto va sfatato un luogo comune: la Lega di Matteo Salvini potrebbe chiudere i rubinetti alla Capitale per favorire Milano. 

Gli attenti osservatori delle dinamiche politiche locali sanno che le cose non andranno cosi’, perche’ sotto i loro occhi si sono gia’ materilizzati i primi segnali.

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