San Giovanni aiutaci tu!



Proseguiamo con l'argomento "hot" della nuova stazione Metro C di San Giovanni e affrontiamo l'argomento cercando di far capire che molto è stato fatto, ma moltissimo manca ancora da fare.





Il nodo di scambio è stato ormai inaugurato, taglio del nastro, festeggiamenti e pasticcini sono ormai stati mangiati da un paio di giorni, malgrado alcuni invitati (Zingaretti, regione Lazio e Delrio, Ministero dei trasporti) abbiano dato forfait a causa di inviti pervenuti troppo tardi. 


La festa è finita e adesso si guarda alla realtà poggiando nuovamente i piedi per terra e, a quanto pare, di notizie confortanti per l'utenza ce ne sono pochine.


Diversamente abili

In occasione dell'inaugurazione della stazione, per bocca di Corradina, utente diversamente abile, apprendiamo (con orrore) che il nodo di interscambio non è in realtà totalmente accessibile a chi ha problemi di deambulazione. 

Non che Atac abbia brillato negli ultimi anni in termini di assistenza ai diversamente abili (girano bus non accessibili, se le pedane non funzionano gli autisti abbandonano l'utente al proprio destino) ma un nodo di scambio che non sia tale per chi ha problemi a muoversi con le proprie gambe suona proprio di beffa!


Da un lato infatti abbiamo San Giovanni - Metro C completamente accessibile e 'a norma', dall'altro lato, San Giovanni - Metro A che non lo è. Tutti i diversamente abili che utilizzano la metro C arrivati al capolinea saranno costretti (non si sa ancora per quanto tempo) ad uscire in superficie e arrangiarsi per raggiungere una delle stazioni della linea A accessibili.


Infoatac, interpellata in proposito, non ha fornito alcuna alternativa per poter raggiungere una delle altre stazioni della Metro A (Re di Roma, Manzoni) accessibile ai disabili, ma si è limitata a scrivere che la stazione verrà adeguata, scusandosi.


Anche Enrico Stefàno, chiamato in causa, si è limitato a fornire informazioni solo sui fondi stanziati per la ristrutturazione della stazione senza sbilanciarsi su tempistiche di realizzazione e data fine lavori.



Nessun imbarazzo dunque da parte dell'amministrazione comunale sulla vicenda: sebbene il comune sia  proprietario ESCLUSIVO della linea A, nessuno ha sfruttato l'anno di ritardo dell'apertura della stazione della linea C. 

Si sarebbe potuto sfruttare ad esempio la chiusura forzata della metro A nell'estate 2017 (causa lavori di scavo incrocio metro A/metro C) per mettere a lavoro gli operai e adeguare la stazione della metro A. 


Fatto sta che i lavori di adeguamento saranno fatti non si sa quando, costringendo probabilmente a una nuova chiusura della stazione della linea A.

Linee tagliate e progetti non conclusi


Altra protesta, documentata da Paolo, organizzata il giorno dell'inaugurazione è quella del comitato Pigneto che si è vista tagliare la linea 81 a causa dell'adeguamento della rete di superficie


Anche il comitato "ponte dell'osa" ha voluto ricordare all'amministrazione comunale alcuni problemi di mobilità urbana attualmente irrisolti con i cittadini abbandonati.

Disorganizzazione iniziale e lavori in corso


Non potevamo ovviamente NON registrare i problemi di organizzazione iniziale: confusione e problemi della doppia timbratura nel passaggio da una linea all'altra ostacolano il deflusso dei passeggeri


La realizzazione della stazione successiva della linea C (Amba Aradam) non ancora completata impedisce ai convogli di manovrare rapidamente per cambiare direzione, pertanto la frequenza dei convogli non potrà mai scendere sotto i nove minuti rispettando tutti gli standard di sicurezza:


Anche i servizi della nuova stazione non sono tutti pronti: sembra non sia ancora attiva alcuna biglietteria di stazione, come constata Carlo:


Insomma: per il momento la benedizione del santo non è arrivata.

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