Atac: Prossima fermata l'Apocalisse!



A volte pensando ad #ATAC non si può non essere pessimisti, noi lo abbiamo fatto (con ironia) per voi cercando di disegnare i contorni dell'incerto destino dell'azienda trasporti capitolina, sull'orlo di uno spaventoso baratro finanziario. Quanto accaduto negli ultimi mesi si può riassumere così


Anno 2017: ATAC è sull'orlo (ma anche un po' di più) del fallimento, il Comune di Roma, unico proprietario della società, piuttosto che arrendersi e lasciare che venga messa in liquidazione, chiede al tribunale civile di Roma l'avvio della procedura di concordato fallimentare preventivo, che prevede un piano industriale sostenibile per l'azienda e un rientro parziale dal debito. In pratica ATAC deve anzitutto spiegare ai giudici come farà ad arginare perdite e debiti.


Se il piano risulta essere convincente, i giudici si preoccuperanno di chiamare in rassegna i creditori che dovranno decidere (uno a uno) se accettare di ricevere solo una parte del credito vantato sulla società. Se infine tutto andasse bene e i tutti creditori accettassero "il contentino" per togliersi di torno ci sarebbe il lieto fine (insperato).


Facciamo un passetto indietro partendo dal piano di ATAC per tornare ad essere una società virtuosa: abbiamo analizzato "dall'esterno" i buoni propositi che ATAC ha messo in campo in questo articolo su Odissea Quotidiana del 28 gennaio e, facendo una serie di considerazioni da "non addetti ai lavori" siamo arrivati alla conclusione che il piano non funzionerà. Ma noi siamo bloggherucci. Stranamente però il 18 Marzo i giudici del tribunale civile hanno deciso che la proposta presentata da ATAC è inidonea e approssimativa, e hanno chiesto all'azienda di presentare opportuni chiarimenti ed integrazioni entro e non oltre il 30 di Maggio...abbiamo gufato?


Chi lo sa...fatto sta che alla non buona notizia del tribunale, il 16 di aprile si aggiunge un'altra pesante tegola sulle teste di amministratori e dirigenti di ATAC: c'è da pagare il premio assicurativo dei mezzi in circolazione nella capitale e il Ministero dei Trasporti revocherà la licenza se entro 60 giorni non viene fatta una fidejussione di 12 milioni di euro come garanzia. A questo punto Comune di Roma e ATAC, letteralmente nell'occhio del ciclone, cominciano a proclamare "a parole" che le scadenze verranno rispettate e nel frattempo cercano di disinnescare la bomba provando a trattare sulle regole.

Morale della favola: 
16 di Giugno l'autopsia 
del cadavere chiamato
ATAC

Vi sconsigliamo di essere pessimisti come noi ma se i giudici decideranno non convincenti le integrazioni al piano che ATAC è tenuta a presentare entro il 30 maggio l'inesorabile alternativa sarà IL FALLIMENTO. Alcuni bloggerucci ottimisti sono convinti che malgrado tutto il 16 Giugno ATAC continuerà a funzionare come prima fino al momento in cui il servizio verrà fornito da qualche altro gestore. 
Ma è così?


Da un lato abbiamo il reato di "interruzione di pubblico servizio" che in linea teorica obbligherebbe ATAC a non lasciare a piedi l'utenza, dall'altro lato abbiamo la legge che impone la nomina di un commissario straordinario che deve liquidare l'azienda; deve cioè mandare a casa tutti i lavoratori, interrompere il servizio e svendere il patrimonio mobiliare e immobiliare di ATAC per poter coprire parte dei debiti che gravano sulla testa della società. In pratica quello che diceva qualche tempo fa la Regina Linda, al secolo Linda Meleo, sovrana indiscussa del TPL capitolino, è tuttaltro che una ipotesi remota a prescindere dal fatto che abbia regalmente ritrattato il giorno dopo.



Ma non vogliamo fermarci e aggiungiamo pessimismo al pessimismo ipotizzando che il 16 Giugno i dodici milioni di euro di garanzia il Comune di Roma non li trovi e che i bus di ATAC non possano più circolare: l'apocalisse è servita!

Cosa potrebbe succedere dopo?

Tralasciando l'aspetto politico della faccenda le ipotetiche soluzioni per rimpiazzare il cadavere di ATAC potrebbero essere le seguenti:
  • Roma Lido, Roma Civita Viterbo (e forse Roma Giardinetti) essendo di proprietà della regione Lazio potrebbero essere affidate in fretta e furia alle ferrovie dello stato, coronando il sogno nel cassetto del presidente della regione Nicola Zingaretti
  • CotralBus e TPLScarl potrebbero essere chiamate, in via del tutto eccezionale, a coprire alcune tratte strategiche del servizio; da un lato Cotral ha alcuni mezzi adatti alle tratte urbane, dall'altro lato il Comune di Roma potrebbe sopprimere alcune linee attualmente gestite da TPLScarl e affidarne di altre per compensare tali soppressioni. Non sarebbe del tutto campato in aria visto che è accaduto di recente "il contrario" con la linea 720, Laurentina-Ciampino aeroporto, passata da TPLScarl ad ATAC.
  • La metro C, potrebbe passare rapidamente in gestione a MetroC S.p.A. che, ci risulta, attuale proprietaria della struttura; alcuni dipendenti ATAC si vedrebbero così "paracadutati" dentro la nuova società e continuerebbero il lavoro svolto fino ad oggi.
E il resto...boh?


Chi vivrà vedrà; nel frattempo vi consigliamo di allacciare le cinture, di porre lo schienale in posizione eretta, di chiudere il tavolino di fronte a voi e...di preparavi al peggio. Noi la testa ce la siamo già fasciata, ma siamo solo dei bloggerucci social-troni (disinformati, incompetenti e anche un po' gufi).

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