Il de profundis di ATAC (aka affitti perduti)




In questa puntata parliamo di questa edicola nuova nuova, che si trova davanti alla stazione di Eur Magliana. Si tratta di un elemento "commerciale" che si va ad aggiungere al preesistente bar, anche esso struttura mobile, che da qualche anno si trova accanto a quest'ultima novità.








Ecco la visione d'insieme guardando dall'entrata della stazione.


Non ci sarebbe nulla da ridire se non ci saremmo fatti una passeggiatina dentro l'atrio della stazione dove, accanto alla biglietteria ATAC, davanti la saracinesca recentemente chiusa scorgiamo questi squallidi cartelli scritti alla menopeggio che ci danno una illuminante informazione: l'edicola si è trasferita fuori, nel piazzale, in quella nuova struttura mobile che da pochi giorni ha aperto.



E qui la prima domanda-riflessione: è giusto consentire l'affissione di questi squallidi cartelli? 

Non sarebbe stato meglio obbligare l'edicolante fuggito a scrivere qualcosa di più decoroso per la stazione, o impedire completamente la presenza di queste scritte raffazzonate?




Ma torniamo all'edicolante che, libero una volta per tutte da tutti i fardelli di ATAC, tra cui l'affitto, può gestire come meglio crede la sua struttura indipendente. 

E qui vi raccontiamo un aneddoto, un cinguettio di un uccellino di stazione, che la dice lunga sullo sfacelo che incornicia l'azienda.

Se nel locale che hai in affitto ti si rompe il soffitto e l'acqua piovana comincia a caderti in testa, non puoi chiamare da te gli operai e riparare il danno, ma devi segnalare ad ATAC tramite il sistemone che utilizzano gli addetti per registrare danni e guasti alle infrastrutture ed aspettare che gli operai vengano a riparare il danno. 

Nel frattempo la merce che hai dentro va a farsi benedire e nessuno ti rimborserà il danno subito. 



Una sorta di metafora del tipo 'cornuto e mazziato' siglata dall'ulteriore balzello dell'affitto da pagare ad ATAC. 

A questo punto la cosa più logica e semplice da fare è abbandonare ATAC e fuggire altrove, magari davanti la stazione.


C'hanno visto bene quelli del baretto, anni prima, nell'abbandonare la decadente struttura della stazione che, nel frattempo è rimasta abbandonata al degrado? Probabilmente sì.



C'ha visto giusto l'edicolante a seguire l'esempio dei baristi e fuggire dalle grinfie di una società il cui nome fa ormai rima con fallimento? 

Probabilmente sì. 

Nel frattempo l'insegna 'bar e tabacchi' in stazione è rimasta li, al suo posto, ad indicare agli utenti uno dei simboli della mala gestione di ATAC. 



Ma il baretto e l'edicola di Eur Magliana non sono l'unico esempio: basta spostarci di qualche stazione per trovare un'edicola chiusa e abbandonata da alcuni anni: Piramide, lato sottopasso Stazione Ostiense, un luogo ameno dove ogni giorno passano moltissimi pendolari, ma dove nemmeno gli addetti del gabbiotto sono presenti.




Non sappiamo in questo caso che fine abbia fatto l'edicolante, trasferitosi altrove e fuggito anche lui dalle nefaste grinfie dell'ATAC, ma un paio di riflessioni bisogna farle. 

Guardando queste foto è innegabile che ATAC ha perso tre affitti, tre gocce d'acqua che probabilmente non avrebbero sanato il mare di debiti dell'azienda, ma che di sicuro avrebbero contribuito a contenere la situazione disastrosa. 

Inutile chiedersi se si poteva evitare ragionando su un affitto più equo o consentendo agli affittuari di riparare in piena autonomia i guasti dei locali, modificando i termini contrattuali dell'affitto.




Ma la riflessione più profonda riguarda ATAC e Comune di Roma, proprietario di ATAC, nel caso di Eur Magliana.

Abbiamo letto della proroga 'illegale' (l'ha detto l'antitrust) dell'affidamento del servizio pubblico ad ATAC da parte del Comune nel disperato tentativo di dare futuro all'azienda. Come mai allora il Comune di Roma permette l'occupazione del suolo pubblico davanti la stazione?

A rigor di logica, se il barista e l'edicolante abbandonano la stazione danneggiando con il mancato affitto l'azienda di cui sei proprietario, il minimo che potresti fare dovrebbe essere impedir loro di accamparsi davanti la stazione e proseguire indisturbati la loro attività commerciale. Sarebbe bastata una mancata concessione di quel suolo pubblico, un atto sicuramente meno illegale dell'affidamento ad ATAC del servizio di trasporto fino al 2021, per 'convincere' questi personaggi a rimanere in stazione.

Lasciamo a voi ulteriori conclusioni.
  

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