Raggi su Atac: Interrompiamo un circolo vizioso con degli obiettivi ben precisi e inderogabili

Alta lettera d'intenti del Sindaco su Atac "da un anno a questa parte non ci siamo limitati a registrare lo sfacelo ereditato dalle passate gestioni. Abbiamo già iniziato un lavoro di rilancio della società" - "Salveremo un patrimonio che appartiene a tutti i romani"- "Grazie al nostro intervento l’Atac ha migliori margini reddituali con trend di crescita positiva" - "In tanti cercano di darci lezioncine su come si salva Atac" - "Interrompiamo un circolo vizioso con degli obiettivi ben precisi e inderogabili". Vediamo come... - "Chiediamo ai cittadini e ai dipendenti di Atac di sostenerci" - Chi è disposto a farlo?




Dalla pagina Facebook di Virginia Raggi

Oggi abbiamo la possibilità di riferire ai cittadini in merito agli esiti di un lavoro compiuto nel corso dell’ultimo anno.

Un lavoro di analisi e approfondimento dei problemi e delle potenzialità della principale società partecipata di Roma Capitale: parliamo di Atac, la più grande azienda dei trasporti d’Europa.
Questo lavoro ci consegna una certezza che voglio subito anticiparvi: per effetto di politiche sciagurate, che negli l’hanno condotta ad accumulare oltre un miliardo di debiti, Atac rischiava il fallimento. Noi la salveremo, mantenendola saldamente in mano pubblica.


Salveremo un patrimonio che appartiene a tutti i romani. Salveremo migliaia di posti di lavoro e gli stipendi dei dipendenti, rilanceremo un servizio pubblico fondamentale per i cittadini della capitale e per i turisti e pendolari che la vivono e visitano ogni giorno.

Lo strumento per concretizzare questo impegno, che stiamo studiando ormai da un anno, si chiama “concordato preventivo in continuità”. Una procedura che, sotto l’egida del tribunale, prevede la realizzazione di un piano per onorare gli impegni della società nei confronti dei propri debitori e in accordo con gli stessi debitori. Consentendo all’Atac di proseguire la sua attività sulla base di un piano industriale che dovrà restituire all’azienda efficienza operativa e qualità del servizio.

Sia chiaro: da un anno a questa parte non ci siamo limitati a registrare lo sfacelo ereditato dalle passate gestioni. Abbiamo già iniziato un lavoro di rilancio della società dal punto di vista operativo. 

Questa azione ci ha consentito di rimettere in strada 45 filobus, che giacevano abbandonati in un deposito come simbolo di spreco e finiti in un’inchiesta per presunte tangenti; di sbloccare l’acquisto di 150 autobus ai quali se ne aggiungeranno 80 entro l’autunno; di prevedere in Bilancio 430 milioni di euro per gli investimenti nelle infrastrutture, di stanziare 18 milioni per la manutenzione delle Metro A e B; di attivare 487 telecamere sugli autobus per la sicurezza; di potenziare la lotta all’evasione tariffaria, grazie a nuove task force di controllori.

Grazie al nostro intervento l’Atac ha migliori margini reddituali con trend di crescita positiva. E sarà in grado di produrre utili. Stiamo insomma dimostrando che la gestione pubblica può funzionare e proprio questo è il presupposto per accedere al concordato preventivo.

Tuttavia l’azienda è gravata da un fardello insostenibile: 1 miliardo e 300 milioni di debiti accumulati con banche, fornitori e con il socio Roma Capitale. E malgrado questo debito mostruoso cosa abbiamo trovato? Un parco mezzi devastato, vetusto, con autobus che hanno un’eta media di 12 anni; un sistema di manutenzione abbandonato a se stesso.

Una situazione spaventosa, che chiama tutti a un’assunzione di responsabilità: chi, alcuni più di altri, ha avuto il compito di gestirla; chi non ha vigilato sugli aspetti operativi e finanziari; infine noi che siamo chiamati a trovare una soluzione.

In tanti cercano di darci lezioncine su come si salva Atac... mi verrebbe da chiedere: e allora perché non l'avete salvata quando governavate piuttosto che spolparla? Ma non ho tempo né voglia di chiedervelo... siamo qui per lavorare per i romani... è finito il tempo delle chiacchiere.

Avremmo potuto fare come hanno fatto tutti gli altri. Girare la testa dall’altra parte e far finta di nulla, continuando a vivacchiare. Potremmo rifinanziare la società avallando l’ennesimo spreco di risorse pubbliche, senza cambiare nulla. Magari solo per ottenere facili consensi o ritorni elettorali.

Invece no. Abbiamo deciso di mettere le mani nel disastro ereditato. Noi oggi scoperchiamo una volta per tutte il rapporto malato tra il Comune di Roma Capitale e Atac, tra la politica e le società che nel tempo si sono trasformati in serbatoi di voti e clientele.

Interrompiamo un circolo vizioso con degli obiettivi ben precisi e inderogabili: 

  • Mantenere Atac pubblica;
  • Salvaguardare i livelli occupazionali e i salari dei dipendenti;
  • Risanare l’azienda per assicurare un servizio efficiente e di qualità.

Per raggiungerli non è accettabile l’ipotesi di ricapitalizzare l’azienda, tappare i buchi con i soldi dei romani, rinviare il problema caricandolo sulle spalle di chi verrà dopo, come è stato fatto con noi.

Allo steso modo, privatizzare Atac non è la soluzione. Molti di coloro che in passato la osteggiavano oggi la caldeggiano come rimedio a tutti i mali dell’azienda, di cui in parte sono responsabili. 

Cambiare idea è legittimo, ci mancherebbe, ma non quando si è convinti delle proprie idee e si ha una visione chiara che ha ricevuto il consenso dei cittadini che hanno votato un programma elettorale.

Quindi lo ripeto: per noi, privatizzare non è la soluzione. Equivarrebbe a svendere l’azienda. E appare evidente come questo fosse l’obiettivo finale di un’operazione che ha lentamente “spolpato” un patrimonio che appartiene a tutti i cittadini romani. Non si spiega altrimenti la propaganda sulla liberalizzazione del trasporto pubblico locale che altri schieramenti politici stanno cavalcando, da mesi, per interessi che appaiono poco chiari.

Per noi è invece chiaro che cedere Atac ai privati vorrebbe dire consegnarla a logiche di profitto che trascurano le necessità del servizio pubblico: si produrrebbero linee di serie A e linee di serie B, con tratte maggiormente servite perché più convenienti e altre, magari periferiche, penalizzate perché poco remunerative; nessuno potrebbe escludere un aumento del biglietto mirato ad aumentare i ricavi nell’immediato e a ripianare la situazione finanziaria; il taglio dei costi andrebbe a incidere sulle tutele e sui salari dei dipendenti, nonché sulla qualità generale del servizio.

Non possiamo permetterlo, nell’interesse dei cittadini che ci hanno conferito l’onore di governare. La soluzione sta pertanto in un percorso di rinnovamento totale dell’azienda di trasporti di Roma, che passa attraverso il concordato preventivo e che punta a risanare l’azienda proseguendo nel cammino di rilancio, per migliorare tutte le linee bus, ammodernare la flotta, potenziare il servizio di metropolitana, ridurre i tempi d’attesa.

Chiediamo ai cittadini e ai dipendenti di Atac di sostenerci, perché il nostro obiettivo è quello di mantenere Atac pubblica e di rilanciarla. Mi rivolgo in particolare ai lavoratori e ai sindacati: nel reciproco rispetto dei ruoli, il mio invito è quello a costruire insieme una normalità che manca da troppo tempo. Trasformiamo la nostra azienda, la vostra azienda, in un organismo efficiente, moderno, sano. 

Facciamola rinascere.

Abbiamo bisogno della vostra esperienza e del vostro coraggio: per contrastare la propaganda di chi vuol far fallire l’azienda e svenderla ai privati, per disinnescare gli allarmismi sulla sorte dei lavoratori. Ribadisco che vogliamo mantenere i livelli occupazionali e salariali. I lavoratori onesti non hanno nulla da temere, mentre non devono essere più tollerate rendite di posizione e meccanismi clientelari. Con i licenziamenti degli assunti di Parentopoli abbiamo dimostrato di non fare sconti a nessuno. Con la stessa determinazione ci impegniamo a tutelare e valorizzare chi svolge il proprio lavoro con onestà e competenza.

Abbiamo l’opportunità di compiere tutti insieme - cittadini, lavoratori e istituzioni – una vera e propria rivoluzione. Di lasciare entrare aria nuova, di chiudere i conti con il passato e di fare pulizia. Non sprechiamo questa opportunità. Rendiamo Atac un’azienda di cui tutti i romani possano andare orgogliosi.

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