Agenpress – Mentre la Sindaca, Virginia Raggi, soprannominata NubifRaggi, prosegue nel racconto onirico dei cambiamenti climatici che hanno determinato gli allagamenti nella Capitale, cosi come le ha suggerito il suo ufficio stampa e comunicazione, i romani si trovano alle prese con un altro problema: lo sciopero odierno dei mezzi pubblici e relativo traffico in tilt. La Sindaca Raggi, sempre nel suo viaggio onirico, probabilmente comunicherà che i disagi sono stati limitati e che la città ha superato indenne lo sciopero Atac.
Oggi il Consiglio di amministrazione di Atac dovrebbe deliberare il ricorso al concordato e approvare il bilancio 2016 (!), ma a fronte di un debito che veleggia su 1,4 miliardi di euro, potrebbe spuntare l’idea (è frutto della nostra scellerata fantasia), di aumentare i prezzi dei biglietti della metropolitana, legandoli al tragitto percorso.
Serve a far cassa a spese dell’utente.
Con il concordato preventivo, l’Atac ha bisogno di soldi con i quali giustificare l’operazione. Questa idea potrebbe portare nuovi fondi alle casse della municipalizzata dei trasporti che ne ha bisogno come l’acqua a un assetato nel deserto.
L’operazione potrebbe essere facilmente giustificata: perche’ un utente che usufruisce di un tragitto breve (una fermata) deve pagare lo stesso prezzo del biglietto di chi fa tragitti lunghi? D’altronde è quanto fatto per le tratte ferroviarie. Dunque, si potrebbe partire da un prezzo base che sarà aumentato via via che aumentano i km di percorrenza.
Il problema è che Roma ha un sistema di metropolitane irrisorio, una struttura urbanistica disordinata e un trasporto di superficie del tutto insufficiente; non a caso la Capitale ha il più alto numero di motocicli in Europa (circa 600 mila).
Pensare di aumentare il costo dei biglietti, legandolo alla percorrenza, incide sulla fascia della popolazione che usufruisce della metropolitana per necessità. Insomma, i costi graveranno sui meno abbienti.
Ma si sa, questa idea è frutto della nostra fantasia e tutto ciò non accadrà.
Primo Mastrantoni, segretario Aduc
2 Commenti
Accade in tutte le capitali del mondo, non vedo perchè non debba essere così anche da noi.
Io abito ad Ostia e, per lavoro, devo arrivare a Rebibbia. Come è possibile che il viaggio costi come ad una persona che prende la metro a Piazza Bologna? E' iniquo. E' come dire che a me e alla persona che abita a Piazza Bologna fare il tragitto con la macchina debba costare tanto quanto me...il concetto "maggiore distanza = maggior costo" mi sembra logico.
Condivido la proposta e se ATAC la realizasse ne sarei contento.