La privatizzazione del Trasporto Pubblico, qual è la verità?

In questi giorni si è parlato molto di privatizzazione del trasporto pubblico. Da una parte Radicali hanno lanciato un referendum per la privatizzazione (anche se in realtà si parla di affidamento del trasporto pubblico a gestori terzi tramite bando) e dall'altra parte l'assessore Meleo ha immediatamente respinto l'ipotesi difendendo la natura pubblica della gestione dei trasporti. Ma qual è la verità?



Qui gli articoli che riportano le due posizioni:


Inanzitutto è bene ricordare che a Roma già il 20% delle linee di superficie è esercitato dal consorzio privato Roma TPL, che negli scorsi mesi abbiamo imparato a conoscere per le vicende legate agli stipendi degli autisti.


In secondo luogo l’art. 61 della l. 99/2009 ha stabilito che le autorità competenti all’aggiudicazione di contratti di servizio possono avvalersi delle previsioni di cui all’articolo 8, par. 2, del Regolamento (CE) 1370/2007. Tale ultima disposizione, poi, stabilisce, da un lato, che l’aggiudicazione di contratti di servizio pubblico di trasporto per ferrovia o su strada si conforma al dettato di cui all’art. 5 a decorrere dal 3 dicembre 2019 e, dall’altro, che durante tale periodo transitorio gli Stati membri adottano misure per conformarsi gradualmente alle modalità d’affidamento dei servizi di cui all’articolo 5, al fine di evitare gravi problemi strutturali, in particolare per quanto riguarda la capacità di trasporto.

La modalità d’affidamento dei servizi previste dal Regolamento (CE) 1370/2007, che vi invitiamo a leggere almeno nell'art. 5, parla chiaramente di gare d'appalto per l'affidamento dei servizi urbani della durata massima di 10 anni. Sono escluse le ferrovie nazionali, per le quali l'ente pubblico può avvalersi dell'affidamento diretto a soggetti già designati.

In questo senso la Regione Lazio si sta già cautelando, sfruttando le connessioni delle linee Roma-Lido e Roma-Civita Castellana-Viterbo alla rete nazionale FS per evitare di "mettere sul mercato" le due infrastrutture considerandole come "ferrovie connesse". Queste connessioni appaiono piuttosto labili, visto che la prima ferrovia dispone di un solo binario che si allaccia a Roma Ostiense mai utilizzato e la seconda è connessa a Fabrica di Roma ad un'altra ferrovia dismessa, la Civitavecchia-Orte.

In sostanza il referendum dei radicali e la controrisposta dell'assessore Meleo sono pure azioni forfettarie: dal 3 dicembre 2019 il trasporto pubblico andrà a gara in qualsiasi caso.
Lo sforzo che si dovrebbe fare in questi ultimi due anni sarebbe quello di mettere Atac in condizione di essere una degna concorrente di fronte ad altri operatori esteri.


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