Voci dalla Cabina

Basta siamo stufi. 

L'episodio di questa mattina ci lascia senza parole. Non ne abbiamo per commentare quel vigliacco gesto di un pendolare, esasperato, giustamente, dal servizio. Vogliamo, invece, soffermarci sul perché di quel gesto. Prima di tutto non siamo noi gli artefici di come è ridotto il servizio. Noi, come voi e con voi, viviamo il servizio dalla mattina alla sera. Non facciamo dispetti contro i viaggiatori, anzi, vi vogliamo portare a casa senza problemi, in tranquillità.

Come voi, leggiamo preoccupati le sorti della nostra, intendiamo dei cittadini romani, Azienda. I treni sono nostri, ognuno di noi ha contribuito all'acquisto. 

Quel folle gesto ci riporta indietro nel tempo di un anno e mezzo circa, dove è stata scritta una pagina nera tra gli autoferrotranvieri e i passeggeri. Credevamo di aver dimenticato quei tristi, caldi giorni di luglio. Credevamo che, giorno dopo giorno, con molta fatica, di aver ricostruito quel rapporto sano andato in frantumi.

Proprio come quel finestrino oggi. L' immagine di quel finestrino andato in frantumi ci fa capire che, forse, come conduttori, dobbiamo impegnarci ancora di più con voi viaggiatori per far capire cosa noi viviamo ogni giorno.
Forse, tutti insieme lavoratori e viaggiatori, dovremmo iniziare a prendercela con i politici che promettono risorse che poi si perdono per strada.

Tutti noi quando andiamo all'estero rimaniamo meravigliati di come funzionano i servizi pubblici. Li i finanziamenti arrivano, non si fermano.
Ma forse non vediamo che i viaggiatori hanno più rispetto dei treni, degli autobus, dei lavoratori alla guida o al box. Ecco quello che ci manca: il rispetto.

Solo col rispetto verso i lavoratori, i treni, i tornelli, gli autobus potremmo salvare quest'azienda perché se sta così la colpa è di tutti, non solo ed esclusivamente dei lavoratori.
 
Dal profilo collettivo Cond_MetroB




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