#Romalido racconti: Il posto del mattino

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Il problema è da anni sempre lo stesso: come difendere il posto a sedere tanto faticosamente conquistato sul Trenino Roma Lido?


Di Giorgio Savastano


Premetto che in questa trattazione mi asterrò dal pronunciare un qualsiasi tipo di giudizio morale, la problematica è tremendamente seria e richiede una certa dose di oggettività. In questa disputa ci sono due schieramenti contrapposti, e noi cercheremo di guardare la realtà con gli occhi di entrambe le parti.

Da un lato abbiamo l’aitante e arzilla pensionata, rinvigorita dal trascorrere degli anni, dall’altra il giovane provato dalla stanchezza e appesantito dall’incertezza per il suo futuro.

L’anziana donna può sfoggiare un’esperienza pluriennale e una totale mancanza di scrupoli.

Dal suo punto di vista lei ha ricevuto un’investitura divina che le consente di usufruire di un diritto di precedenza su ogni altro concorrente al posto, privilegio che non esiterà a recriminare a gran voce e con ogni mezzo a sua disposizione.

La sua sveltezza di riflessi le permette di muoversi con estrema sinuosità tra gli ignari passeggeri, scandagliano il trenino alla ricerca di un posto rimasto vacante.

Così come i dissennatori della fortunata saga della Rowling si aggirano tra i vagoni alla ricerca del giovane Harry, allo stesso modo l’astuta vecchietta gironzola sul trenino cercando di incrociare lo sguardo del malcapitato di turno. 

Localizzata la preda tenta in un primo momento di indurla a cederle il posto con pesanti vessazioni psicologiche.

Si posiziona in prossimità della vittima intraprendendo una lunga serie di sospiri e lamentando dolori generici e/o localizzati.

Sta subdolamente cercando di fare leva sulla compassione del giovane, ma è pronta a passare alle maniere più dirette qualora l’ostinato individuo dovesse manifestare un certo disinteresse.

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