Una cinquantina tra cittadini ed ecologisti hanno impedito l’avvio dei lavori per la costruzione delle barriere fonoassorbenti che porteranno ad un lungomuro in cemento armato alto fino a 8 metri a Ostia Levante. Osservatoriocivico13: “Un intervento obbligatorio. Le alberature da abbattere sono in tutto 31 ma l’Atac ne ripiantumerà 150”.
Una cinquantina tra cittadini ed ecologisti questa mattina si sono incatenati agli alberi in via Capo dell’Argentiera, a Ostia Levante, impedendo che fossero abbattuti.
E impedendo così che partisse il cantiere per la realizzazione delle barriere fonoassorbenti previsto sulla Roma-Lido lungo un tratto di 5 chilometri compreso tra la stazione Lido nord e quella di Cristoforo Colombo. La clamorosa dimostrazione per opporsi alla costruzione di un vero e proprio “lungomuro” in cemento armato alto fino a 8 metri, che stravolgerebbe il contesto urbano esistente nel quartiere. Senza contare che per realizzarlo dovranno essere tagliati oltre 200 alberi, tra eucalyptus e pini secolari. “Una vera e propria strage”, la definiscono i Verdi ed il comitato Sentinelle degli alberi che in pochissimo tempo ha raccolto oltre 2mila firme.
LAVORI SENZA IL PROGETTO - Alla mobilitazione, tra gli altri, era presente Nando Bonessio, presidente regionale dei Verdi.
Ed è proprio l’esponente ambientalista, a nome dei tanti residenti, a chiedersi i motivi dell’accelerazione della cantierizzazione dei pannelli antirumore quando il problema, ammesso che lo sia, esiste da decine di anni ed il progetto definitivo resta ancora da approvare.
In una lettera del 17 aprile cm, l’ufficio legale dell’Atac, la società che realizzerà l’opera ad un costo di oltre 6 milioni, informava il leader e consigliere dei Verdi, Angelo Bonelli, che “è in corso di approvazione il progetto esecutivo dell’opera presentata dall’appaltatore” e che pertanto sarebbe “nostra cura informarla”. Nella nota dell’azienda, altresì, “l’esecutivo è previsto per la fine del mese di maggio”. Sono dunque giorni che i comitati si chiedono come si possa dare l’avvio ai lavori mancando il progetto. Eppure è successo. Senza che nessuno informasse i cittadini. Questa mattina alle 8 gli operai della ditta incaricata si sono presentati ma ad attenderli hanno trovato un nutrito gruppo di persone incatenate agli alberi.
E domani si replica perché l’opposizione va avanti ad oltranza
L’ATAC – Nel corso del presidio, un ingegnere di Atac ha tuttavia dichiarato che “non ci sono margini di discussione poiché il progetto è approvato”. Una dichiarazione che, se non ambigua, risulterebbe tuttavia contradditoria con quanto messo nero su bianco. Per il presidente Bonessio e Andrea Gasparini, rappresentante dei Verdi del municipio XIII, la realizzazione dei due muri paralleli dell’altezza tra i 3 e gli 8 metri, per 5 chilometri tra le stazioni di Lido nord e Cristoforo Colombo “non è un’opera di manutenzione straordinaria, come sostiene Atac, bensì una vera e propria trasformazione urbana” che quindi deve essere sottoposta alle procedure di partecipazione dei cittadini previste dalla delibera comunale 57/2006 Partecipazione dei cittadini ai processi di trasformazione urbana. A questo punto, i due esponenti Verdi si domandano come mai, visto che l’Atac è al 100% di proprietà comunale, il sindaco Gianni Alemanno ed il presidente del XIII municipio, Giacomo Vizzani, abbiano autorizzato “un’opera così devastante e poco opportuna nelle modalità di realizzazione per Ostia”. A questo proposito il comitato Sentinelle degli alberi sollecita da tempo un incontro con l’amministrazione municipale.
UN’OPERA IMPATTANTE – A far sorgere dubbi anche i materiali con i quali la barriera sarà costruita. Sembrerebbe infatti, come afferma Roberto Costantini, presidente di Sentinelle degli alberi, che potrebbero essere utilizzati materiali non idonei. “Oltre all'abbattimento degli alberi, infatti, sarebbe prevista la realizzazione delle barriere con materiali plastici, invece che ecocompatibili, cosa che aggraverà l'impatto dell'opera”, spiega il presidente Costantini.
A FAVORE – In questo coro di “no”, si leva la voce contraria, e favorevole, di Osservatoriocivico13. Il comitato, che il 17 aprile scorso ha incontrato il minisindaco Vizzani, ritiene l’abbattimento di 17 alberi lungo la tratta della Roma-Lido un “intervento obbligatorio per mettere in sicurezza il transito dei convogli visto che “letto di caduta” accidentale non deve assolutamente compromettere la sicurezza della linea ferrata”. Saverio Di Lillo, portavoce dell’Osservatorio, tranquillizza poi su tagli&co in quanto “l'Atac si è resa disponibile, per iscritto, alla ripiantumazione in numero triplo della piante che verranno abbattute: ciò consentirà quindi anche la messa in opera in modo ecologicamente vantaggioso delle ormai famose "barriere antirumore". Avremo”, spiega Saverio Di Lillo, “più sicurezza, il triplo degli alberi e le barriere fonoassorbenti”. Insomma, quanti alberi da tagliare? Secondo il portavoce, le piante da abbattere sarebbero in tutto 31. E quelle che verrebbero piantumate - altezza 4 metri e diametro 35 cm - 150. Numeri ben diversi da quelli denunciati da cittadini ed ecologisti.
E impedendo così che partisse il cantiere per la realizzazione delle barriere fonoassorbenti previsto sulla Roma-Lido lungo un tratto di 5 chilometri compreso tra la stazione Lido nord e quella di Cristoforo Colombo. La clamorosa dimostrazione per opporsi alla costruzione di un vero e proprio “lungomuro” in cemento armato alto fino a 8 metri, che stravolgerebbe il contesto urbano esistente nel quartiere. Senza contare che per realizzarlo dovranno essere tagliati oltre 200 alberi, tra eucalyptus e pini secolari. “Una vera e propria strage”, la definiscono i Verdi ed il comitato Sentinelle degli alberi che in pochissimo tempo ha raccolto oltre 2mila firme.
LAVORI SENZA IL PROGETTO - Alla mobilitazione, tra gli altri, era presente Nando Bonessio, presidente regionale dei Verdi.
Ed è proprio l’esponente ambientalista, a nome dei tanti residenti, a chiedersi i motivi dell’accelerazione della cantierizzazione dei pannelli antirumore quando il problema, ammesso che lo sia, esiste da decine di anni ed il progetto definitivo resta ancora da approvare.
In una lettera del 17 aprile cm, l’ufficio legale dell’Atac, la società che realizzerà l’opera ad un costo di oltre 6 milioni, informava il leader e consigliere dei Verdi, Angelo Bonelli, che “è in corso di approvazione il progetto esecutivo dell’opera presentata dall’appaltatore” e che pertanto sarebbe “nostra cura informarla”. Nella nota dell’azienda, altresì, “l’esecutivo è previsto per la fine del mese di maggio”. Sono dunque giorni che i comitati si chiedono come si possa dare l’avvio ai lavori mancando il progetto. Eppure è successo. Senza che nessuno informasse i cittadini. Questa mattina alle 8 gli operai della ditta incaricata si sono presentati ma ad attenderli hanno trovato un nutrito gruppo di persone incatenate agli alberi.
E domani si replica perché l’opposizione va avanti ad oltranza
L’ATAC – Nel corso del presidio, un ingegnere di Atac ha tuttavia dichiarato che “non ci sono margini di discussione poiché il progetto è approvato”. Una dichiarazione che, se non ambigua, risulterebbe tuttavia contradditoria con quanto messo nero su bianco. Per il presidente Bonessio e Andrea Gasparini, rappresentante dei Verdi del municipio XIII, la realizzazione dei due muri paralleli dell’altezza tra i 3 e gli 8 metri, per 5 chilometri tra le stazioni di Lido nord e Cristoforo Colombo “non è un’opera di manutenzione straordinaria, come sostiene Atac, bensì una vera e propria trasformazione urbana” che quindi deve essere sottoposta alle procedure di partecipazione dei cittadini previste dalla delibera comunale 57/2006 Partecipazione dei cittadini ai processi di trasformazione urbana. A questo punto, i due esponenti Verdi si domandano come mai, visto che l’Atac è al 100% di proprietà comunale, il sindaco Gianni Alemanno ed il presidente del XIII municipio, Giacomo Vizzani, abbiano autorizzato “un’opera così devastante e poco opportuna nelle modalità di realizzazione per Ostia”. A questo proposito il comitato Sentinelle degli alberi sollecita da tempo un incontro con l’amministrazione municipale.
UN’OPERA IMPATTANTE – A far sorgere dubbi anche i materiali con i quali la barriera sarà costruita. Sembrerebbe infatti, come afferma Roberto Costantini, presidente di Sentinelle degli alberi, che potrebbero essere utilizzati materiali non idonei. “Oltre all'abbattimento degli alberi, infatti, sarebbe prevista la realizzazione delle barriere con materiali plastici, invece che ecocompatibili, cosa che aggraverà l'impatto dell'opera”, spiega il presidente Costantini.
A FAVORE – In questo coro di “no”, si leva la voce contraria, e favorevole, di Osservatoriocivico13. Il comitato, che il 17 aprile scorso ha incontrato il minisindaco Vizzani, ritiene l’abbattimento di 17 alberi lungo la tratta della Roma-Lido un “intervento obbligatorio per mettere in sicurezza il transito dei convogli visto che “letto di caduta” accidentale non deve assolutamente compromettere la sicurezza della linea ferrata”. Saverio Di Lillo, portavoce dell’Osservatorio, tranquillizza poi su tagli&co in quanto “l'Atac si è resa disponibile, per iscritto, alla ripiantumazione in numero triplo della piante che verranno abbattute: ciò consentirà quindi anche la messa in opera in modo ecologicamente vantaggioso delle ormai famose "barriere antirumore". Avremo”, spiega Saverio Di Lillo, “più sicurezza, il triplo degli alberi e le barriere fonoassorbenti”. Insomma, quanti alberi da tagliare? Secondo il portavoce, le piante da abbattere sarebbero in tutto 31. E quelle che verrebbero piantumate - altezza 4 metri e diametro 35 cm - 150. Numeri ben diversi da quelli denunciati da cittadini ed ecologisti.
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