La situazione della Termini-Centocelle



Termini-Centocelle, i cittadini si rivolgono al ministero: "Allargare i binari non ha senso". I cittadini del comitato di Tor Pignattara in merito alle prescrizioni del ministero sul progetto di rilancio della tratta


Sul futuro della linea ferroviaria Termini-Centocelle i cittadini del comitato di Tor Pignattara si rivolgono al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. 

Al centro dell’attenzione c’è il progetto di ristrutturazione e trasformazione della tratta in una tramvia veloce avanzato dal Comune di Roma, che nei prossimi mesi dovrebbe ‘ereditare’ la proprietà dell’infrastruttura dalla Regione Lazio.

 Il ministero, che ha tempo fino al 30 aprile 2020 per portare a termine l’istruttoria relativa al progetto, ha avanzato una serie di prescrizioni tecniche.

Ed è proprio una di queste al centro delle considerazioni dei cittadini: “A quanto pare la principale riguarda l'attuale scartamento (distanza tra le rotaie) di 950 millimetri, che il progetto voleva mantenere. È plausibile, quindi, che sia stato chiesto di valutarne l'aumento ai 1.445 millimetri, lo scartamento della restante rete tranviaria. Non si tratta quindi di una bocciatura ma di un approfondimento tecnico”.

Per i cittadini, che da anni lavorano in difesa della linea e si battono perché venga rilanciata, questa scelta potrebbe comportare una serie di conseguenze sui tempi e sui costi del progetto. “Il mantenimento dello scartamento ridotto avrebbe garantito di poter impostare i lavori di riqualificazione con il modello dei micro lotti”, si legge ancora nella nota. 

“Una progettazione molto efficiente che avrebbero garantito un basso impatto sull’esercizio. Modificando lo scartamento, invece, si rischia la paralisi della linea per tanto (troppo) tempo con un inevitabile incremento dei costi realizzativi”.



Non solo: “Il cambio di scartamento pone problemi sul nodo di Porta Maggiore, sia per la congestione del nodo, sia per questioni che riguardano la natura archeologica dell’area”. In quel punto, infatti, le rotaie passano sotto ad un varco delle mura e qualsiasi modifica andrebbe vagliata alla luce della tutela archeologica del sito. 

Anche nel tratto del nodo del Pigneto, che proprio in questi mesi vedrà avviarsi il cantiere per la nuova stazione, un eventuale ‘scartamento ordinario’ con binari più distanziati gli uni dagli altri, comporterebbe una modifica dell’attuale tracciato.

“Se le questioni che poniamo hanno un senso (e noi crediamo lo abbiano), pensiamo sia utile far arrivare al Ministero la voce, forte e chiara, che questa scelta sia assolutamente priva di senso e prospettiva”, concludono i cittadini. 

“Alla luce di quanto detto organizzeremo le prossime azioni condivideremo con voi e con tutta la comunità che sta lavorando per garantire al nostro amato trenino un futuro”.








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7 Commenti

Anonimo ha detto…
Come vedete, era come dicevo io: sono d'acordo che non conviene molto modificare lo scartamento, per i motivi che ho esposto nei miei commenti scritti nell'articolo inerente i mncati finanziamenti ministeriali per questa ferrovia, motivi che coincidono con quelli qui descritti.
Giuseppe Panzera ha detto…
Io invece continuo a pensare che integrare con il resto della rete sia la soluzione migliore magari trasformandola nella circolare est.
La sede è già predisposta ed oggi il trenino è poco frequentato perché scomodo (per i mezzi usati e per i due capolinea lontani da stazioni della metro).
Aspettando il tombamento del vallo si può fare un capolinea al pigneto.
Il progetto va fatto insieme alla tranvia Togliatti.
Eliminare la linea a porta maggiore semplifica l'incrocio ed elimina la parte che già oggi crea vibrazioni al tempio di Minerva Medica che potrebbero in futuro causare il blocco della linea stessa.

Anonimo ha detto…
Giuseppe, la ferrovia attuale è poco utilizzata ora perché non arriva da nessuna part ed anche a causa dell'arredamento del capolinea lato Termini alle Laziali, che già fece perdere traffico alla ferrovia negli anni cinquanta. Io continuo a pensare che bisognerebbe invece mantenerla così com'è, riportandolo fino a Termini da un lato è a Tor Vergata dall'altro. È un progetto più modesto, ma sicuramente più facile da attuare e meno costoso, e modificarne lo scartamento complicherebbe enormemente tutto quanto, perché vorrebbe dire chiudere tutto e rifare tutto ex novo. Per carità, probabilmente sarebbe un progetto più completo quello che tu proponi, ma qui a Roma servono interventi da realizzare in poco tempo e minor spesa.
Anonimo ha detto…
Tralasciando il fatto che l'aumento dello scartamento porterebbe solo disagi, l'idea della Circolare Sud spero francamente che venga depennata poiché significherebbe uccidere definitivamente la Roma Giardinetti. L'unica strada è il mantenimento dei 950 mm e i prolungamenti verso Tor Vergata e Piazza dei Cinquecento. Da pendolare, avanzo un'ulteriore proposta (estremamente utopistica, lo riconosco): interrare la stazione di Porta Maggiore e il tratto Villini-Berardi.
Anonimo ha detto…
Sono d'accordo totalmente con Anonimo 7 gennaio 2020. Circa l'interramento di Porta Maggiore, in effetti esiste da tempo un progetto che prevedeva qualcosa del genere, arrivando a Termini in sotterraneo. Però siamo alle solite: sarebbe senz'altro un progetto migliore sotto vari aspetti, ma per contro sarebbe anche molto più costoso, senza poi contare il problema potenziale dei ruderi. Comunque, se ci fossero i finanziamenti, anche io sarei per l'interramento.
Anonimo ha detto…
Tra l'altro, giova ricordare che, quando la ferrovia arrivava ancora a Fiuggi e Alatri, fu redatto un piano di ammodernamento radicale della ferrovia (verso il 1950). Il piano prevedeva quanto segue: rettifica e modifica di ben 52 curve sull'intero percorso, una eventuale variante di tracciato a Cave e, forse, anche a Fiuggi per evitarne l'attraversamento in sede stradale, la penetrazione in sotterraneo da (più o meno) Torpignattara a Termini, l'abbassamento della linea aerea per consentire una maggiore velocità nelle curve e il totale rinnovo del parco treni. Purtroppo, di tutto questo, fu realizzato solo il totale rinnovo del materiale rotabile, mentre di tutto il resto venne fatto molto poco, e la ferrovia ha fatto la fine che sappiamo, riducendosi all'attuale moncone.
Per chi fosse interessato alla storia di questa sfortunata ferrovia, la può trovare qui:

http://www.tramroma.com/tramroma/rete_ext/sfv/sfv_ind.htm
Anonimo ha detto…
In modo particolare, consiglio la lettura di questo paragrafo:

http://www.tramroma.com/tramroma/rete_ext/sfv/storia/sfvsto06.htm