Da Roma un ordine di 320 nuovi autobus

Da Roma un ordine di 320 nuovi autobus


Virginia Raggi venerdì 20 a Flumeri (AV), nello stabilimento da poco riaperto che produrrà 320 bus per Roma - 101 Mln€ di soldi nostri - in soccorso ad ATAC. Invitati alla festa anche Simioni, DeLuca e Sibilia



“Avrete sicuramente visto i nuovi autobus che stanno circolando per le strade della nostra città con la scritta +BusXRoma. Bene, dal 2020 ne arriveranno altri: oltre 320. 

E viaggeranno dal centro alle periferie. La flotta di Atac continua a crescere: è partito anche l’ultimo ordine di acquisto per 128 nuovi bus, con un investimento di 41 milioni di euro”.

Lo annuncia la sindaca di Roma Virginia Raggi su Fb. “Garantiremo così più mezzi per le nostre periferie. 

Sull'argomento abbiamo l'approfondimento di Mercurio Viaggiatore: La Raggi, la gita e l’azzardo...

Non solo. Si tratta di investimenti che confermano il piano di risanamento di Atac: in concreto vuol dire migliorare il trasporto pubblico e renderlo sempre più efficiente per i cittadini. 

Domani sarò in visita allo stabilimento di Industria Italiana Autobus a Flumeri, in provincia di Avellino, per salutare operai e dipendenti che con il loro lavoro contribuiranno alla realizzazione dei nuovi bus per Roma”, conclude Raggi.

Da Irpinia News





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4 Commenti

Anonimo ha detto…
Come ho già avuto occasione di scrivere, questi ormai pensano che per migliorare il trasporto pubblico basta "comprare nuovi veicoli". Per carità, ben vengano mezzi nuovi, ma certamente non è questo che basta.
Anonimo ha detto…
Con questa fornitura spero possiamo dire addio finalmente alla flotta arrivata nel biennio 2001-2003; quindi addio a gli ultimi Cityclass Cursor circolanti e Citaro blu.
Anonimo ha detto…
Il discorso di base è che taluni acquisti di nuovi autobus, tram o treni si fanno anche per "dare una mano" a talune ditte costruttrici nostrane. Ora, chiaramente gli autobus hanno, mediamente, una "vita media" molto minore rispetto ai tram o ai treni (circa 14 anni i primi, almeno 40 anni i tram e i treni), quindi obiettivamente a Roma c'è una certa necessità di rimpiazzare diversi modelli di autobus, gran parte dei quali sono pure ridotti ai minimi termini anche per la cronica carenza di manutenzione da tempo esistente qui a Roma. Però diversi altri acquisti di materiale rotabile ferroviario (e parlo in campo anche nazionale) spesso vengono più effettuati per il motivo che ho detto all'inizio del discorso. Qui nel Lazio, per esempio, sono in arrivo ben 65 elettrotreni Hitachi-Rail Caravaggio, commercialmente nominati "Rock" da Trenitalia, a due piani, dei quali 12 a 5 casse ed i restanti a 6 casse: per carità, ben vengano, ma potevano benissimo continuare a restare i treni TAF, dato che quest'ultimi sono pure in corso di ammodernamento. Sì, è vero che quest'ultimi saranno trasferiti ad altre regioni, ma diciamo pure che commesse come questa sono fatte pure per far lavorare ditte nostrane. Questo non sarebbe poi così sbagliato, ma evidentemente denota la mancanza di consistenti commesse di veicoli ferroviari italiani all'estero (infatti, i Rock finora sono stati ordinati solo in Italia, mentre all'estero, come elettrotreni a due piani, almeno finora stanno venendo acquistati essenzialmente treni a due piani "Kiss" della svizzera Stadler, che li sta vendendo pure negli USA).
Anonimo ha detto…
Comunque, restando in tema di nuovi acquisti, non capisco un'altra mania romana che sta prendendo piede: le vetture da 12 metri a 2 porte. Questo tipo di autobus, che una volta venivano classificati come suburbani (oggi classe I, come gli urbani), a Roma vanno bene soltanto per linee a bassa domanda di trasporto, mentre per le altre le vetture debbono avere almeno 3 porte, anche perchè è inutile illudersi che si salga solo davanti e l'autista possa, qui, fare da controllore: lo sta provando a fare la COTRAL, ma vedo anch'essa applicare tale norma con molta elasticità e tolleranza: troppa, forse. Questo sistema si può adottare in città con un livello di civiltà fondamentalmente elevato, dove esiste nel cittadino comune il senso del rispetto delle regole (Londra, ad esempio) ma non qui a Roma, dove il rispetto e l'osservanza delle leggi e dei regolamenti è, oggi, bassissimo. Inoltre, servirebbero anche e forse soprattutto altri autosnodati da 18 metri, per linee autobus a domanda medio-alta non "tramviarizzabili": quelli attualmente disponibili sono pochi come entità numerica.