A Roma non esiste una cultura del trasporto pubblico moderna ed evoluta


"Il trasporto pubblico è solo per i poracci" è un'idea che abbiamo solo noi, spostandoci di poco, possiamo vedere come cambia la percezione delle persone. Il problema vero siamo noi. Ricevo e pubblico le opinioni dei lettori.


Tempo fa ho pubblicato un post intitolato:"Atac, ai ricchi di Roma il bus fa schifo", che faceva un'analisi di come nei quartieri bene il trasporto Atac sia avversato perché inquina, fa rumore e toglie posti ed i treni per il mare siano considerati "per fagottari", queste le considerazioni dei lettori di Odissea Quotidiana.

Questo è  uno dei classici esempi del provincialismo italico, maggiormente centro-meridionale. In Svizzera ad esempio, dove la cultura è molto diversa, il trasporto pubblico è utilizzato anche e soprattutto dalle classi sociali medio-alte, nonchè dai politici stessi, in molti casi. 

In alcuni comuni turistici di montagna, come Zermatt, nel canton Vallese, ci si va solo con il treno: le auto non sono ammesse, si lasciano a valle, a circa 6 chilometri. 

Al nord Italia già esiste una cultura più simile a quella svizzera (vedasi ad esempio in Trentino-Alto Adige), ma purtroppo Roma sotto questo aspetto tende a non evolvere.

Anonimo

A Zurigo, in Svizzera, il trasporto pubblico è usato pure dai ricchi e dai politici. Inoltre, in alcune località montane le auto non sono ammesse: ci si va solo con il treno.Cari romani, guardate ed imparate

Anonimo 2

Sono, infatti, discorsi da provinciali. In Germania, Austria e Svizzera il trasporto pubblico è usato da tutti, anche dalle classi sociali benestanti, proprio perchè c'è una cultura diversa, sicuramente molto più evoluta di quella del romano medio.

Anonimo 3

Purtroppo questo è un vecchio discorso che va avanti da anni, specialmente al centro-sud Italia: non esiste una cultura del trasporto pubblico realmente moderna ed evoluta. 

L'automobile è ancora vista come simbolo si status, e una volta acquistata tende ad essere indiscriminatamente usata anche in situazioni ed in percorsi sui quali non converrebbe. Lo dimostrano anche le recenti opposizioni di taluni abitanti nella zona di Vigna Clara, con le loro assurde proteste su un'opera fondamentale per la mobilità romana, preludio tra l'altro alla chiusura dell'anello ferroviario.

Inoltre, sempre più al centro-sud Italia (meno al nord) il trasporto pubblico è quasi sempre stato visto come un contentino offerto per pietà ai miserabili, non come una reale alternativa all'automobile. E, sostanzialmente, è così ancora oggi: infatti, le aziende di trasporto romane avevano come missione principale l'assorbimento della disoccupazione piuttosto che la reale efficacia del servizio. 

In città più evolute come Milano e Torino il discorso è già diverso, e lo è ancora di più in nazioni molto evolute, come la Svizzera ad esempio, dove non è così come a Roma: l'automobile c'è e si usa, ma con molta più moderazione; il trasporto pubblico, molto su ferro e poco su gomma, è usato da tutti, dal ministro all'operaio, e conseguentemente funziona bene. Ed in certi paesi di montagna turistici, sempre in Svizzera, le automobili non sono ammesse: si lasciano a valle e si prende il treno, e così dev'essere, in un posto civile ed evoluto.

Anonimo 4

Se vuoi, puoi dare la tua opinione, lasciando un commento nel box qui sotto, ma ho una preghiera: metti il nickname almeno, quasi tutti i commenti sono opera di Anonimo, pare che me li faccio da solo. Che figura ci facciamo, essù...

In alternativa puoi scrivermi direttamente su andrea.castano@odisseaquotidiana.com


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