Atac, nessun guasto a scala mobile a Magliana


"Atac, nessun guasto a scala mobile a Magliana ma azionamento improprio pulsante arresto". La psicosi delle scale mobili ed un'azionamento improprio del pulsante di arresto ha portato all'incidente di lunedì mattina a Magliana.



Continua il comunicato: "L'impianto, fermato per controlli, adesso è regolarmente in funzione. Subito soccorso passeggero caduto"

Non è stato un guasto ma un probabile azionamento improprio del pulsante di arresto a provocare il blocco di una scala mobile alla stazione Eur Magliana, di cui a notizie di stampa. I tecnici, intervenuti immediatamente, non hanno riscontrato malfunzionamenti e l'impianto è tornato regolarmente in funzione.

Il personale Atac ha subito soccorso un passeggero caduto dopo il blocco dell'impianto e rimasto lievemente ferito.

Dal sito Atac

Fa piacere sapere che non si è trattato di guasto, anche perchè sono subito tornati alla mente i fatti di Policlinico e quello ancora peggiore di Barberini, in questo caso il comunicato spiega esattamente cosa sia successo e non ci sono motivi per contestarlo, non si devono creare allarmismi.

La situazione è già abbastanza grave.





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21 Commenti

Anonimo ha detto…
Se fosse come dicono all'azienda, i loro addetti di stazione dove stavano? Non dovrebbero osservare gli schermi per guardare cosa accade in stazione? E i soldati che piantonano quest'ultima che fanno, le belle statuine?!
Al.Ce. ha detto…
Scusa, ma premere un bottone è questione di nanosecondi. Come sarebbero potuti intervenire soldati e addetti di stazione?
Anonimo ha detto…
Se controlli con attenzione lì vedi e come gesti anomali. Certo che se stanno a chiacchierare è diverso...ma non vedete con quel incuria e lassismo si opera a Roma?
Anonimo ha detto…
Vogliamo scommettere che se provi a spegnere abusivamente le scale mobili sulle metropolitane di Parigi o Londra ti beccano subito?!
Anonimo ha detto…
Io comunque, da quando specialmente mi è capitato di leggere questo articolo, non mi meraviglio più di niente su quanto sta accadendo a Roma. Posto il link:

https://it.quora.com/Cosa-si-pu%C3%B2-fare-per-salvare-ATAC

Del resto non mi sorprende anche perchè, come appartenente ad una associazione di studiosi e tecnici di trasporti e mobilità, ho visitato i "dietro le quinte" di molte aziende di trasporto italiane, e posso dire con certezza che la situazione di degrado organizzativo ed operativo che ho trovato qui a Roma non l'ho visto in nessun'altra azienda italiana, sia a nord che a sud.
Anonimo ha detto…
A proposito di scale mobili: vogliamo un po' parlare della vergognosa situazione della stazione di Valle Aurelia della metro A, dove le stesse sono tutte smontate e non si capisce quanto tempo ci voglia a riattivarle?!
Al.Ce. ha detto…
Francamente credo che non sia così semplice come la fai tu... Quanto ai soldati, non possono avere sotto controllo la stazione in ogni istante, senza contare che sono lì per altri compiti. In qualsiasi caso il passeggero è stato soccorso subito, quindi chi stava lì non si girava i pollici.
Andrea ha detto…
Per Al.Ce quello postato è il comunicato ATAC ed essendo una nota ufficiale a quello mi devo attenere
Anonimo ha detto…
Caro AL.ce: Forse non vuoi capire il senso del mio discorso. Sono più di 30 anni che mi occupo di trasporti e mobilità, ed ho visitato molte aziende di trasporto, i "dietro le quinte" in special modo, e ti dico nuovamente che l'andazzo degradato che c'è qui a Roma in altre parti non l'ho visto, o almeno non è a questi livelli, e credo sia sotto gli occhi di tutti. Siccome qui c'è tendenzialmente lassismo, incuria ed indifferenza, ed è un andazzo tipico di questa città di questi ultimi anni, non è una questione di farla facile: è constatazione a posteriori. E mi dispiace dirlo, perchè ho una certa età e Roma, città che mi ha dato i natali, una volta, non era così. Poi magari un soggetto che spegne una scala mobile magari potrà pure sfuggire, potrei pure essere d'accordo su questo, ma rimane il fatto che qui nessuno controlla veramente. Tanto per farti un paragone, sulla metropolitana di Napoli (a parte il nord Italia, che è comunque un altro capitolo) ho visto il personale addetto avere un atteggiamento molto più serio e professionale rispetto a Roma. E mi ricordo pure di quando arrivarono le MA.100 ex linea A a Napoli: i tecnici campani rimasero allibiti di come rano ridotti quei treni, con evidente carenza di manutenzione qui a Roma. Questo è il punto del discorso.
Anonimo ha detto…
"Il passeggero è stato soccorso subito": e vorrei vedere pure. A quel punto, penso che anche un cieco se ne sarebbe accorto. Però queste situazioni vanno prevenute, certamente per quanto possibile. E questo si fa controllando con maggiore costanza, sempre ovviamente per quanto possibile. A parte poi il fatto che pure un semplice cittadino potrebbe richiamare chi spegne le scale mobili, senza che intervenga chi dovrebbe farlo. Purtroppo, qui a Roma non esiste tale mentalità, ma questo è un altro discorso.
Anonimo ha detto…
Comunque, a parte le eccezioni sia in negativo che in positivo riguardo a certi episodi che possono occasionalmente accadere, come questo in oggetto, se si vuole capire la situazione del trasporto pubblico di Roma esaminandola a 360 gradi, inviterei nuovamente a leggere un articolo scritto da un ex assessore al traffico ed alla mobilità di Roma, che esamina pure un certo "andazzo" delle aziende di trasporto romane, da chi dirige in giù. Lo si può trovare qui:

http://www.romafaschifo.com/2018/04/lagonia-di-atac-e-il-colpo-di-grazia.html
Al.Ce. ha detto…
sì sì certo! Il mio commento era una risposta all'anonimo ;-)
Anonimo ha detto…
Comunque, a parte questo caso specifico che magari può, obiettivamente, anche accadere, anche io noto che, a Roma, nelle aziende di trasporto locali (ma non solo in quelle) si è andata quasi totalmente a disperdere quella professionalità e quel senso di appartenenza ed attaccamento all'azienda che aveva il personale di una volta, salvo poche eccezioni che però, purtroppo, non possono fare molto. Anche io confermo che, quando metro B e Roma-Lido erano gestite dalla vecchia società STEFER, quindi fino agli anni settanta, era un altro mondo: agli ingressi delle stazioni c'erano controlli ferrei, con i treni ci si poteva regolare l'orologio, gli ingressi erano separati, ad Ostia, a seconda se prendevi il rapido per Termini o l'accelerato (e diretto, anche) fino a Porta San Paolo, e nessuno si sarebbe mai azzardato a spegnere abusivamente, ad esempio, una scala mobile. Questo andazzo positivo è durato, in parte, anche sotto la gestione ACOTRAL, quindi dal 1976, ed anche negli anni ottanta e, tutto sommato, novanta era diversa la situazione: mi ricordo che, quando nel 1980 inaugurarono la metro A (io ero ragazzo), personale e guardie giurate erano attentissime nell'espletamento delle loro funzioni. Mi ricordo che quest'ultime passeggiavano avanti ed indietro nelle stazioni continuamente, e la minima cosa che non andava o che notavano strana intervenivano subito. Oggi questo "andazzo" non esiste più: si lavora senza un minimo di passione, di serietà, di senso di appartenenza all'azienda, che nel bene o nel male ti dà il pane per vivere, e poi non esistono più i dirigenti di una volta (dei quali alcuni li conobbi personalmente: Angelo Curci, Guido Ziccardi, Sergio Maestri, ecc.), i quali trasmettevano la loro professionalità, passione e competenza a tutti i dipendenti. Io questo noto semplicemente: tutto qui. E' una amara constatazione a posteriori della situazione attuale. Certo, va anche detto che era un po' tutta la società romana diversa da quella di oggi: sotto questo aspetto, tutta Roma è parecchio peggiorata. E chi ha una certa età, come chi scrive, questa differenza tra oggi ed allora la nota e come.
Anonimo ha detto…
A proposito di controlli, vorrei ricordare questo:
L'art. 6 «Norme di esercizio» del decreto ministeriale 18 settembre 1975, «Norme tecniche di sicurezza per la costruzione e l'esercizio delle scale mobili in servizio pubblico», punto 6.1 «Regolamento di esercizio», quinto comma, terzo punto «divieto di posare sui gradini ombrelli, carrozzine, carrelli, cani, pacchi, ecc.», è così modificato: «divieto di posare sui gradini ombrelli, carrozzine, carrelli, pacchi ecc. e di far transitare sui medesimi gradini animali; fanno eccezione i cani guida per persone non vedenti dichiarati idonei al transito sulla scala mobile o tappeto mobile da strutture o scuole specifiche riconosciute dall'Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti; il cane guida che accompagna la persona non vedente deve essere, inoltre, assicurato contro terzi per il transito sulle scale mobili o tappeti mobili».
Qualcuno fa mai rispettare queste regole, qui a Roma?!
Anonimo ha detto…
Circa le funzioni dei militari nelle stazioni, vorrei anche ricordare questo: "il personale delle Forze armate non appartenente all'Arma dei Carabinieri agisce con le funzioni di agente di pubblica sicurezza e può procedere alla identificazione e alla immediata perquisizione sul posto di persone e mezzi di trasporto a norma dell'articolo 4 della legge 22 maggio 1975, n. 152, anche al fine di prevenire o impedire comportamenti che possono mettere in pericolo l’incolumità di persone o la sicurezza dei luoghi vigilati, con esclusione delle funzioni di polizia giudiziaria". Ora, se spegnere una scala mobile senza motivo può mettere in pericolo l'incolumità delle persone (e questo fatto lo dimostra), mi pare evidente che essi devono vigilare, e quindi intervenire anche in forma preventiva, in presenza di situazioni come questa accaduta.
Anonimo ha detto…
A titolo di informazione, sulla metropolitana di New York la sicurezza e la prevenzione dei crimini è assicurata da questa sezione del NYPD:

https://www1.nyc.gov/site/nypd/bureaus/transit-housing/transit.page

Provaci a spegnere le scale mobili senza motivo, a fare il matto o a mettere le mani addosso a chi di loro ti ferma: vedi come ti ritrovi in un secondo.
Anonimo ha detto…
Io alla stazione di EUR Magliana vedo accadere di tutto: suonatori ambulanti talvolta con minorenni, coattelli che schiamazzano rompendo le scatole, e mai una volta intervenisse qualcuno. Una volta ho chiesto al personale di stazione di poter intervenire a richiamare tre ragazzetti che infastidivano gli altri viaggiatori. Beh, ecco le risposte datemi da agente di stazione e guardia giurata: "A me nun me compete". "Aspetti che mo arriva quello che iii po' richiamà". Insomma, sono andato via che ancora non si sapeva chi avesse il "potere" di dire almeno a quei tre: "Ahò, a regà, e fatela finita, no?!" o una cosa di questo tipo qui. No, mi dispiace, ma non ci siamo proprio. La città di Roma che ricordo io era quando, negli anni ottanta, in quella stessa stazione due ragazzetti ed una ragazza tentarono di scavalcare i tornelli ed uscì immediatamente dal gabbiotto l'addetto che gli disse: "No, ragazzi: fate il biglietto, forza": e quelli lo andarono a fare. Si è perso tutto questo, purtroppo.
Anonimo ha detto…
Sulla metropolitana di Londra, se accadesse che qualcuno spegne senza motivo una scala mobile, verrebbe immediatamente richiamato da tutti i cittadini, e con severità, prima ancora che arrivano gli addetti di competenza. Ma in quella città la cultura e la mentalità sono completamente diverse dalle nostre: il trasporto pubblico (e non solo quello) è considerato un bene di tutti; qui un "bene" di nessuno, e poi esiste il cosiddetto "controllo sociale". Anche questo va detto.
Al.Ce. ha detto…
Il senso del dicorso che fai è chiaro, non è che non voglio capire: l'andazzo di ATAC e di Roma è sotto gli occhi di tutte le persone un po' più sveglie.
Il punto che volevo sottolineare è che, come hai riconosciuto anche tu, nella realtà certi episodi si possono prevenire fino a un certo punto e, rispetto al fatto di cronaca specifico, mi pare azzardato vederci delle mancanze da parte di qualcuno.
Condivido totalmente la tua preoccupazione sul controllo sociale, che a Roma è drammaticamente assente. Per il timore di dover affrontare situazioni sgradevoli o pericolose, come testimoniano le cronache dei giornali, si prefersice far finta di nulla di fronte e tirare dritto per la propria strada, ma così si favorisce l'imbarbarimento della città.
Anonimo ha detto…
Esatto, il punto del discorso è proprio quello che hai detto tu alla fine del tuo intervento.
Anonimo ha detto…
Infatti quello che intendevo dire è sostanzialmente quello che hai detto pure tu alla fine de tuo ultimo intervento.